Istinto

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-Mikey!- urlarono i tre, rincorrendolo, nel disperato tentativo di riuscire a raggiungerlo, ma Michelangelo era sempre stato il più agile e veloce del gruppo, e purtroppo lo persero appena fuori dalle fogne.
-Dannazione!- imprecò Raph, osservando il cemento freddo di quel vicolo umido e buio. Era talmente colmo d'ira che si sfogò su un cassonetto dell'immondizia, che si rovesciò a terra insieme a tutti i rifiuti. Ringhiò stringendo forte i pugni prima di scaraventarsi verso Donnie -Colpa tua!- urlò furioso, pronto a colpirlo con un altro pugno, ma Leonardo gli è lo impedì, trattenendolo.
-Smettila! Se è scappato è colpa di tutti e tre. Ed ora, se vuoi trovarlo dovrai stare calmo, e non avventarti su di noi ogni tre per due.- affermò Leo, osservando serio il fratello che mollò il genio, facendo una smorfia di disappunto.
-Hai qualche idea?- domandò il leader, rivolto a Donatello che fece cenno di sì, osservando, di sottecchi il rosso che sbuffò, a braccia incrociate.
-Rintraccerò il suo telefono.- spiegò, prendendo dalla cinta uno dei suoi tanti marchingegni, e iniziando a destreggiarsi nel suo campo. Passarono alcuni minuti, interminabili per tutti, ma alla fine lo trovò, e con un sospiro di sollievo iniziarono a correre verso la direzione indicata.

Michelangelo si era fermato per riprendere fiato, e per non crollare al suolo dalle vertigini che avvertiva. Il dolore che provava alla testa e al corpo era talmente forte che non capiva come riuscisse a resistergli così tanto, mentre le gambe tremolavano come se da un momento all'altro lo avrebbero abbandonato, costringendolo a finire col sedere a terra. Prese un profondo respiro, appoggiando le mani al cornicione per poter ammirare meglio il paesaggio della città. Ma era lì giusto per pensare, insomma era davvero questo quello che voleva? Andarsene? Lui non voleva lasciarli, ma infondo, non faceva che combinare guai, complicando, quasi sempre le missioni. Avrebbero solamente avuto un peso in meno a cui badare se se ne sarebbe andato via. Loro sarebbero stati meglio, non avrebbero più litigato e lui avrebbe preso un'altra strada prima di morire. Perché era questo che gli stava accadendo, stava morendo, e allontanandosi da loro gli avrebbe solo protetti da un dolore più grande che, forse gli avrebbe distrutti. Ma, d'altra parte non facevano che rimproverarlo per ogni suo errore, lui non serviva a niente alla squadra, se non per complicare la situazione, e quindi non sarebbe mancato a nessuno. Sospirò angosciato, era tutta colpa sua. Ne era convinto, insomma, era per lui che litigavano, che finivano nei guai; e Raphael gli e lo diceva spesso che non serviva, ed iniziava a credere che lo dicesse perché, sotto sotto lo pensava davvero. Chinò il capo, ma una fitta di dolore alle tempie lo costrinse a gemere; portandosi le mani sulla testa. Iniziò a tremare e annaspare, mentre il suo cuore rischiava di uscire dal petto per come battesse forte. Il dolore era tornato, dopo quel breve attimo di tranquillità era tornato, ancora più tremendo di prima.
-Mikey!- tre voci lo fecero voltare di scatto, e spaventato indietreggiò. Iniziò a mordersi forte il labbro, mentre la testa continuava a far male, come tutto il suo corpo. La vista cominciò a farsi offuscata, finché non crollò, disteso di schiena, a terra, non riuscendo più a muoversi. Era come se le sue braccia, le sue gambe, tutto, pesasse come un macigno. Le lacrime iniziarono a solcare il suo viso, mentre il corpo veniva percorso da singhiozzi e brividi convulsi, che cessarono un attimo dopo, insieme al dolore. Osservò i tre, con la paura negli occhi, mentre si avvicinavano velocemente, preoccupati. Sentì un nodo in gola, mentre le lacrime continuavano ad uscire, ma non volendo che si avvicinassero strisciò indietro per potersi allontanare.
-Ehi, stai calmo, okay? Andrà tutto bene.- sussurrò Leo, prendendolo in braccio, ma lui, di scatto si divincolò, allontanandosi e lasciando i tre basiti.
Continuò ad osservarli attentamente, ansimando per lo sforzo appena compiuto, e per la paura. Era stanco e non ne capiva il motivo, e poi non sapeva nemmeno dove si trovava, o chi fossero quei tre, però non voleva restare. Sentiva che doveva allontanarsi al più presto da loro.
-Mikey ma cosa..?- stava per domandare il rosso, sconcertato da quel comportamento che nessuno si aspettava, ma venne interrotto da Donnie con un segno della mano.
-Sai chi siamo?- chiese il genio, avvicinandosi piano, per non spaventarlo, mentre, i due, rimasti indietro si irrigidirono a quella domanda, e dopo il segno di diniego del minore, i loro volti si incupirono, mentre una morsa al cuore lì fece perdere il fiato. Non poteva essersi davvero dimenticato di loro, ma appena lo videro voltarsi indietro, si mossero veloci per fermarlo.
-Shhh.. Va tutto bene, davvero.- sussurrò Donnie, abbracciandolo, per poi cullarlo, cercando di rincuorarlo. Prese un profondo respiro, stringendo le palpebre; temeva, e lo sapeva che sarebbe successo, e forse ora non si sarebbe più ricordato di loro. Aprì di scatto gli occhi, scacciando ferocemente quei pensieri; no, lui non lo avrebbe permesso. Volse, per un attimo lo sguardo sui maggiori che sorridevano a Mikey per rassicurarlo, ma lui sapeva che l'unica cosa da fare, ora, era tornare a casa, e al più preso, Mikey poteva rientrare in coma, o peggio, avere un collasso da un momento all'altro, e aveva bisogno delle sue medicine.
Uno strano rumore ad intermittenza, di un vicolo in retromarcia li fece destare. Appena si voltarono, all'unisono verso il suono rimasero basiti nel vedere due Kraang uscire da un furgone bianco. Raph ringhiò, accecato dall'ira; se Mikey era in quello stato la colpa era solo loro. Così, con uno scatto si fiondò giù, atterrando sul tetto del furgone.
-Ora ve la farò pagare.- affermò cupo, sfoderando i Sai e, iniziando a combattere contro di loro. Conficcò nel petto dei due, i suoi Sai, sconfiggendoli, ma dal retro ne uscirono altri, e il leader; frustrato dal fatto che Raph non avesse atteso i suoi ordini si voltò verso il più piccolo, ancora tra le braccia del genio, che tremava alla vista della ferocia del rosso
-Stai qui, okay?- gli disse, e dopo un suo cenno affermativo del capo, i due raggiungessero il fratello per dargli man forte. 

Si avvicinò, piano al cornicione, per osservare meglio la lotta. Erano davvero bravi, infondo; pensò. Inclinò il capo di un lato, gli sembravano così famigliari, ma così distanti al tempo stesso. Chinò il capo, era così confuso, e la testa aveva iniziato a pulsare dolorosamente, era come se stesse per scoppiare da un momento all'altro. Però, anche se una sensazione gli diceva che doveva restare con loro, un'altra, più forte, gli urlava che doveva lasciarli, che senza di loro sarebbero stati meglio, anche se non ne sapeva il motivo. Si destò vedendo qualcosa di strano dentro al retro del furgone, nascosto da un telo marroncino, così si sporse un po', giusto per capire cosa fosse, quando si trovò dinanzi una ragazza che li puntò la spada alla gola
-Ciao tartaruga.- sogghignò, ridendo malefica, osservando i fratelli di sottecchi che; appena si accorsero del pericolo si avventarono su di lei, lasciando i Kraang a Donnie, sapendo che se la sarebbe cavata anche da solo.
-Lascialo stare!- ringhiò Raphael, attaccandola con le sue lame, mentre Leonardo si occupava dei ninja, saltati fuori dall'oscurità e che avevano accerchiato il più piccolo
Michelangelo indietreggiò, spaventato da tutta quell'azione, anche se gli sembrava così famigliare. Ingoiò un groppo di saliva, osservando il vuoto dietro di sé. Prese un profondo respiro, cercando di allontanarsi da quella rissa e da quel precipizio adesso che era ancora incolume, ma si fermò quando due Kraang dentro al furgone tolsero il telone che copriva un cannone laser. Sussultò, shockato, chiedendosi cosa mai stesse accadendo in quel posto pieno di gentaglia.  
-Kraang colpire quella chiamata tartaruga col cannone Kraang.- affermò, puntandolo verso il rosso che, non accortosi dell'imminente pericolo continuava ad attaccare Karai, furioso
Le sue pupille si restrinsero, mentre smise per un attimo di respirare. Non sapeva il motivo, ma sentiva che doveva intervenire, che doveva proteggere la tartaruga dai doppi Sai; anche se non sapeva come. Si voltò verso l'azzurro, alla ricerca di un cenno, qualsiasi cosa per aiutarlo, ma niente; nemmeno lui si era accorto del pericolo, continuando la sua lotta. Indietreggiò spaventato, perché erano così? Perché stavano lottando? Significava che erano malvagi, ma chi?
Donatello però, accortosi del pericolo si era avventato sul Kraang col suo Bo, anche se, troppo tardi; l'androide aveva già sparato. Fu un attimo, Michelangelo, d'istinto si mise sulla traiettoria del raggio venendo colpito in pieno da un liquido verde, sotto lo sguardo shockato dei fratelli e del rosso che lo vide crollare davanti a sé. Cadde al suolo, tremando; e con gli occhi dilatati, iniziò ad annaspare, vedendo tutto sfocato, mentre i rumori della città si fecero ovattati ed il suo corpo tremava spasmodicamente. Osservò quel miscuglio verdognolo penetrare nella sua pelle e si dannò per ciò che aveva appena fatto; non avrebbe dovuto intervenire, anche se il suo cuore era felice di quell'azione lui non era d'accordo. Stava per morire, ed era tutta colpa del suo istinto.
-Kraang colpito tartaruga grazie cannone spara mutageno Kraang.- affermò l'androide accanto a quello che aveva sparato e che combatteva con Donnie; ma il genio si era bloccato vedendo Mikey accasciarsi al suolo, troppo scosso da ciò, e, purtroppo questo gli costò caro. I due Kraang lo colpirono con un calcio, facendolo finire sul cemento freddo, per poi scappare, mettendo in moto il furgone.
Le due tartarughe sul tetto non ebbero una sconfitta migliore. Distratto dall'accaduto, Karai affondò la sua spada nel fianco del rosso, ghignando, mentre Leonardo rischiò di cadere dal tetto, per colpa di un calcio da parte di uno dei ninja. Ma si riprese subito, attaccandoli con ferocia, sconfiggendoli velocemente, per poter correre a soccorrere Michelangelo, riverso al suolo che urlava a pieni polmoni tutto il dolore straziante che stava provando. Le sue grida sferzavano il silenzio assordante della città, sovrastando i rumori di quella lotta, mentre i tre sentivano un groppo in gola ed il cuore martellare di puro terrore nel petto ad ogni suo urlo; temevano per lui. Non volevano perderlo, non potevano.
Raphael era stato fortunato però, la spada lo aveva preso solo di striscio, e con i suoi Sai spezzò la lama della spada di Karai, che indietreggiò stupita; mentre il rosso non perse altro tempo, precipitandosi dal più piccolo seguito dai fratelli.

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