Niente

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Osservò il sole, spuntare fuori dai palazzi con timidezza, quasi vergognandosi della sua tale maestosità che riversava nel cielo e nelle nuvole con sfumature dall'arancio al rossiccio. Sospirò rammaricato, stringendosi nelle spalle, come poteva fare? Cosa doveva fare?
Osservò i suoi piedi che penzolavano nel vuoto, stringendo forte i pugni; perché non riusciva a trovarlo? Ringhiò frustrato, alzando lo sguardo al cielo; azzurro proprio come gli occhi della persona che stava disperatamente cercando. Voltò, di scatto lo sguardo dietro di sé, e riprendendosi dai suoi pensieri osservò circospetto, lì dove gli era sembrato di udire qualcosa, il suono di un metallo che si infrangeva al suolo. Si alzò piano, tenendo il Bo stretto nelle mani
-Fatti vedere, lo so che sei lì.- minacciò, osservandosi attorno guardingo. Udì un altro suono, e si mise in posa di combattimento dinanzi a dove aveva sentito quel rumore, e man mano che la figura si avvicinava lesta, rimase sempre più incredulo. -Mikey..- sussurrò, mentre sul suo volto si stampò uno sguardo di pura felicità
Ancora quel nome; perché continuavano a chiamarlo in quel modo se lui era Night? E perché gli sembrava così dannatamente famigliare? Scuoté il capo, era lì per un motivo non doveva lasciarsi distrarre. Karai gli aveva dato fiducia, doveva uccidere le tartarughe. Si avvicinò piano, estraendo gli artigli e mostrando i denti aguzzi, ringhiandogli contro. Strinse le palpebre, tentando di ignorare l'enorme macigno sul petto, che si appesantiva ad ogni suo passo. Perché sentiva di non dovergli fare del male? Lo osservò negli occhi, ed allora capì, non è che non doveva, ma non poteva. Non ne capiva veramente il senso, ma era così e basta. Indietreggiò indeciso, se non lo avrebbe ucciso, sarebbe morto lui, per mano del suo maestro. Sospirò affranto, ma poi si accorse che la tartaruga si stava avvicinando a lui, piano, per non farlo spaventare, tenendo la mano tesa. Sentì il cuore perdere un battito per la paura, cosa doveva fare?
-Va tutto bene, tranquillo.- sussurrò, appoggiandogli la mano sulla testa dolcemente, per poi accarezzarlo. Lui chinò le orecchie, continuando ad osservarlo, incuriosito, lasciandosi scappare qualche fusa. Sentiva di averlo già visto, ma chi era? E perché lo voleva ad ogni costo? Continuarono a guardarsi negli occhi, il viola con un sorriso, mentre il secondo con sguardo incerto, ma appena si ricordò delle parole di Shredder, si scansò da lui, di scatto, volandosene via col rumore del suo cuore martellante nelle orecchie. Aveva paura, non sapeva cosa doveva fare. Chi scegliere? Il suo maestro, o loro? Forse, nessuno dei due. Uno lo avrebbe ucciso se lo avrebbe tradito, proprio come aveva appena fatto, e loro, non lo sapeva proprio. Chinò il capo, osservando la strada piena di macchine che correvano da una parte all'altra. Sospirò e abbassò le palpebre, per poi voltarsi a cercare Karai, che lo attendeva nascosta chissà dove. Era così brutto dimenticare, non avere una casa e una famiglia da cui tornare, solo confusione e dubbi. Di chi si poteva fidare? Perché lui lo sentiva, aveva un posto dove tornare, ma non era Shredder, e soprattutto ora, si chiedeva dove fosse.

Si svegliò di soprassalto, iniziando a respirare affannosamente. Si voltò, poi, di scatto verso Leonardo; osservandolo scettico, non capendo cosa ci facesse lì. Ma poi, capì di essere di nuovo a casa, nel laboratorio di Donnie, mentre dei flash, riguardo cosa fosse successo tornarono violenti nella sua mente, procurandoli un gran mal di testa.
-Stai tranquillo, Raph.- sussurrò il leader, poggiandogli una mano sulla spalla. Era uscito alla ricerca di Donnie, ma poi aveva trovato lui, steso al suolo e ricoperto di sangue. Lo aveva portato di corsa a casa, e con l'aiuto di Splinter erano riusciti a rianimarlo, e poi a curarlo. Ed ora, finalmente sveglio, sperava che non se ne andasse.
-Tranquillo? Nella situazione in cui ci troviamo dovrei stare tranquillo!- sbraitò, alzandosi di scatto e avventandosi sul leader che parò i suoi pugni, intrecciando, poi le dita. Si osservarono a lungo, seri e minacciosi; nessuno dei due voleva indietreggiare, desiderando tener testa all'altro
-Ascolta Raph, Donnie è andato a cercare Mikey. Però, noi, insieme potremo avere più possibilità di trovarlo e aiutarlo. Dobbiamo essere una squadra, per Mikey.- spiegò, implorandolo con lo sguardo
-Ma non hai ancora capito? Non siamo più una squadra, e se è per questo, noi non siamo più, nemmeno fratelli. Non stiamo più ai tuoi ordini, oramai! Non sei più il nostro leader. E, forse non lo sai, ma Mikey ha tentato di uccidermi insieme a Karai. Non tornerà più indietro, non è più il nostro Michelangelo!- urlò, e con una spinta fece cadere l'azzurro col sedere a terra, che lo osservò basito da tutte quelle informazioni, ma subito si rialzò, avvicinandosi il tanto da guardarlo fisso negli occhi
-Quindi è così? E' per questo che vuoi arrenderti?- gli disse, mostrando i denti per rabbia. Continuarono a scrutarsi velocemente, mentre il rosso indietreggiava, ma sempre con sguardo serio
-No, non mi arrendo.- disse piano, avvicinandosi alla porta del laboratorio -Ma mettitelo bene in testa, noi non siamo più niente.- affermò piano, uscendo di lì e scomparendo nella notte, lasciando Leonardo a bocca aperta, colpito da quelle parole che chinò lo sguardo deluso da se stesso, ma poi strinse i pugni, correndo al suo inseguimento.

We are no longer brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora