Cercare non era servito a niente, era arrivata l'alba ed ancora nessuna traccia di suo fratello. Per non parlare della stanchezza che sentiva nei muscoli, fin dentro alle ossa; era davvero distrutto. Aveva dedicato anima e corpo in quella ricerca ed alla fine non aveva ottenuto niente. Ringhiò, frustrato, e gettando uno sguardo al cielo che si stava schiarendo, mentre le nuvole sfumavano di giallo, rosso e arancio, creando un effetto bellissimo, ma non per lui. Osservando quei colori, quell'arancio così vivo, non poteva non pensare a come si potesse sentire in quel momento, Mikey; confuso, solo, e poi non stava bene, non si ricordava niente di loro. Strinse i pugni, stringendo le palpebre e serrando la mascella da cui ne uscirono ringhi sommessi. Era deluso, deluso da se stesso e dalla sua forza. Si allenava duramente per proteggere la sua famiglia e non lo aveva fatto con Michelangelo. Aveva commesso, per due volte, due gravi errori; purtroppo, irreparabili. Non lo aveva protetto dai Kraang e dalle loro frecce, e né dal loro stupido cannone. Urlò tutta la sua ira e la sua delusione. Perché? Scuoté forte il capo, riprendendosi dai suoi pensieri. Non poteva perdere tempo, e, con uno scatto ripartì, fregandosene del dolore alle gambe per il troppo sforzo, fregandosene della stanchezza e della delusione che riempiva tutto il suo cuore; lui lo avrebbe trovato.
Leonardo si era seduto sul cornicione di un palazzo per riprendere fiato; gettando lo sguardo, stanco in alto, ne trasse un profondo sospiro rammaricato. Si grattò il capo, frustrato, osservando i suoi piedi che penzolavano nel vuoto. Un altro sospiro e chiuse le palpebre, portando la mano alle tempie, stanco di tutto quello, stanco di tutto quel casino per colpa di un suo errore. Avrebbe dovuto comportarsi meglio, calcolare meglio il perimetro, accorgersi prima di quegli arcieri e di quel cannone per salvare Mikey. Come poteva ritenersi un degno leader per la squadra, se non riusciva a proteggere nemmeno uno di loro? Aprì un occhio per osservare l'alba dalle sue mille sfumature di colori caldi, anche se l'aria che il vento gli tirava addosso era ancora fredda e, lievemente umida. Sapeva che sarebbe dovuto tornare alla tana; avvisare il padre era la cosa che lo affliggeva di più, al momento. Di certo Splinter era molto in ansia per il loro ritardo, e nel sapere le ultime e tristi novità temeva la reazione che avrebbe riservato nei suoi confronti. Era consapevole, ma al tempo stesso temeva che lo avesse deluso. Si alzò piano, ignorando le fitte di dolore alle gambe e il senso di freddo che gli attraversava la schiena, tornando al rifuggio. Era la cosa migliore da fare, erano stati fuori troppo, ed ora si stava facendo giorno, non potevano rischiare di farsi vedere. Sperava solo di incontrare gli altri, così da tornare insieme alla tana
Saltò da un tetto all'altro, ignorando la stanchezza, mentre il battito nel suo petto risuonava come un tamburo, ed i polmoni e la gola bruciavano per la troppa adrenalina. Ma non poteva fermarsi, la vita di Mikey poteva spezzarsi da un momento all'altro, e non si sarebbe mai perdonato la sua morte per colpa della sua ignoranza. Lui era un ingegnere, non un medico; ma questa scusa non sarebbe bastata ad alleviare quello straziante senso di colpa che impregnava tutto il suo cuore, distruggendolo, lentamente dall'interno.
Si accasciò inginocchio, poggiando le mani, tremanti sul cemento, intanto che il sudore scivolava lungo tutto il viso, fermandosi sul suo mento, e gocciolando a terra, mentre boccheggiava, famelico più aria possibile. Non poteva fermarsi, ma non aveva più forze. La stanchezza, la fame, il sonno, tutto si faceva sentire con più impellenza, lasciandolo spiazzato. Aveva bisogno almeno di dissetarsi. Sbuffò, asciugandosi la fronte imperlata di sudore, quando, una mano si strinse sulla sua spalla. Il tempo si fermò, mentre il cuore perse un battito. Si voltò di scatto, ma troppo sfinito per mettersi in posa di combattimento restò in ginocchio. Appena vide due occhi blu mare ed una fascia azzurra, si tranquillizzò, sospirando e volgendo di nuovo lo sguardo al terreno, sfinito.
-Andiamo a casa.- sussurrò, chinandosi per poterlo guardare negli occhi bordeaux
-Cosa?- riuscì a dire irritato, anche se con l'affanno. Osservò il maggiore incredulo e adirato al tempo stesso. Non poteva credere che preferisse tornarsene a casa a riposarsi, invece di continuare le ricerche. Da lui non si sarebbe mai aspettato un'azione del genere.
Lo aiutò ad alzarsi, mentre gettò uno sguardo al cielo e nei dintorni, con la speranza di intravedere Michelangelo. Il suo volto si rattristò, mentre tornò ad osservare Donnie che non lo degnava di uno sguardo. Scuoté il capo, sconsolato, avviandosi, piano a casa, insieme al genio.Arrivarono nella tana, venendo accolti da uno shockato Splinter, col cuore in gola. Osservò i suoi figli, esausti e che, con sguardo vuoto si avvicinarono al divano per sedersi. Si avvicinò a loro, appoggiando le mani sulle spalle di ognuno per darli conforto, prima di chiedere le dovute spiegazioni
-Dove sono Michelangelo e Raphael?- domandò piano, loro lo osservarono per poi guardarsi avvicenda, incerti.
-Raphael dubito che tornerà, non prima di aver trovato Mikey al massimo.- disse acido, il genio, e dopo aver mandato un'occhiataccia a Leo, si alzò, dirigendosi nel suo laboratorio. Leonardo sospirò, per poi raccontare tutto al padre, ed infine si scusò per averlo deluso.
-Leonardo, non hai bisogno di scusarti, tu hai fatto il meglio per la squadra. Questo è il fardello di un leader. Non devi esitare, o in chi dovranno credere i tuoi fratelli? Loro hanno bisogno di te, e tu non devi perdere la fiducia in te stesso, o tutto andrà perso.- disse saggio, lasciandolo lì a riflettere, mentre si diresse a meditare.
Si adagiò sul tappetino, iniziando ad abbandonarsi alla pace interiore. Sospirò, chinando le orecchie, frustrato; temeva per Michelangelo, sperava solo che Raphael lo trovasse al più presto, e che la situazione si risolvesse nei migliori dei modi, come sempre; che tornassero uniti.
-Dove sei Michelangelo?- domandò, rivolto al nulla, prima di chiudere, di nuovo gli occhi e tornare alla sua meditazione.
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We are no longer brothers
FanfictionDopo una battaglia, Michelangelo, viene ferito ed entra in coma. Al suo risveglio sembra tutto apposto, ma sarà davvero così? Il rapporto dei quattro fratelli verrà scombussolato da sensi di colpa, e dalla rabbia che li consumerà lentamente, riuscir...