Giunsero, stanchi e affannati nel loro rifugio, venendo accolti da loro padre; un topo alto, dagli occhi marroni, e la pelliccia nera e bianca, vestito con un kimono marrone. Li fissò preoccupato, e quando vide Michelangelo inerme, in braccio al rosso, sussultò ad occhi sbarrati.
-Portalo nel mio laboratorio!- affermò Donnie, correndo insieme al rosso in una stanza piena di computer e marchingegni informatici, con qualche fiala e bacher ripieni di chissà quale sostanza, poggiati sopra un tavolino.
Adagiarono Mikey su un lettino, mentre il genio si apprestò a connetterlo con un macchinario che controllava i suoi parametri vitali, intanto che Leonardo, spiegava tremante tutto l'accaduto a Splinter, il quale lo ascoltò attentamente, continuando ad osservare il suo figlio più piccolo dormire un sonno profondo, con un volto sereno.
Donnie iniziò, frenetico a studiare la freccia, alla ricerca di una possibile soluzione, mentre armeggiava col suo computer e Raph si appoggiava al muro, continuando a fissare Mikey, e gli sfuggì un sospiro amareggiato. Sembrava stesse solo dormendo, ma il pensiero che forse non avrebbe mai più aperto le palpebre, che non avrebbe più mostrato a loro quegli occhi azzurri e così vivaci attanagliava il suo cuore, riempiendolo di sensi di colpa e di rabbia. Ringhiò frustrato, per poi dirigersi nel dojo, per poter affogare quella stessa rabbia contro il suo sacco da box. Leonardo, invece preferì andare ad allenarsi, per non disturbare Donatello nel suo lavoro di medico.
-Sono sicuro che farai del tuo meglio. Salverai tuo fratello.- lo incoraggiò il Sensei, vedendo l'agitazione brillare negli occhi bordeaux del viola; e dopo aver ricevuto un grazie dal figlio, decise di lasciarlo solo, andando a meditare.Erano passate due settimane, ma Mikey era ancora in coma, nonostante Donnie gli avesse somministrato un antidoto continuava a dormire. Aveva anche avuto dei colassi ma il genio era riuscito rianimarlo, anche se per puro miracolo. Sospirò angosciato, non capiva perché non si svegliasse, in più temeva che il cervello potesse riscontrare dei problemi al risveglio. Il suo cuore era ripartito, ma per alcuni secondi il cervello non aveva ricevuto né ossigeno né sangue, e questo poteva compromettere alcuni fattori cerebrali e dei neuroni.
Leonardo e Raphael non facevano che torturarsi, affogando i sensi di colpa tra faticosi allenamenti, mentre Splinter cercava di confortarli come più poteva. Ed ogni volta che i tre fratelli si scontravano vi susseguiva sempre una lotta verbale, che consisteva nel darsi la colpa l'un l'altro su quello che era capitato al più piccolo della famiglia, e Splinter non interveniva, capendo il loro stato d'animo, capendo che loro avevano bisogno di sfogarsi, o quel macigno nel petto gli avrebbe distrutti dentro. Mikey era il loro faro nell'oscurità, lui teneva unita la squadra, vivacizzando tutti; era lui che costringeva Donnie a fare una pausa dal suo irrefrenabile lavoro dentro a quel laboratorio, era lui che raffreddava i bollenti spiriti di Raphael con scherzi da cui ne susseguivano delle corse sfrenate, e da cui il rosso si lasciava sfuggire, spesso e volentieri un sorriso di sfida. Oppure quando Leo si perdeva troppo in meditazioni o allenamenti, era sempre Mikey che lo faceva uscire da quello stato di trans, invitandolo a guardare la televisione, magari al suo programma preferito; magari tutti insieme. Ed ora, senza di lui, senza quel faro, c'era solo buio intorno, ed i sensi di colpa non aiutavano per niente a migliorare la situazione disastrosa in cui erano incappati.
-Mikey, ti prego svegliati.- sussurrò Donnie, chinando il capo sconfitto, e gettandosi di botto sulla sua sedia, mentre stringeva la mano del minore. Sentì le dita tiepide contrarsi con un piccolo scatto e alzò il capo velocemente, con un barlume di speranza brillante negli occhi; ma non vedendo nessun movimento, nessuna frequenza nuova sui parametri vitali e nessuna palpebra alzata, pensò di esserselo solamente sognato.
-Donnie.. Raph.. Leo..- sussurrò piano, la voce impastata di Mikey che socchiuse gli occhi sentendoli, per un breve attimo pizzicare per colpa del fascio di luce del laboratorio che lo accecò per un secondo. Il genio si alzò di scatto, urlando i nomi dei fratelli e del padre, euforico
-Cosa succede?- domandò preoccupato Raph, il primo ad arrivare; col cuore in gola, temendo un'altra ricaduta del minore, ma appena vide il sorriso e gli occhi azzurri ben aperti di Mikey, si rasserenò, intanto che un senso di gioia gli impregno il cuore
-Ehi, ben svegliato. Ci hai fatto davvero prendere un colpo.- affermò Leonardo, con un ampio sorriso sul volto, mentre gli si avvicinò, accarezzandogli la testa. Il più piccolo se la rise, anche se un velo di stanchezza luccicava nei suoi occhi sereni
-Figliolo come ti senti?- domandò Splinter, accarezzandogli la testa amorevolmente.
-Bene, solo un po' stanco.- disse rauco, issandosi sui gomiti, e venendo aiutato dal leader, per potersi mettere seduto, visto che iniziava a sentirsi scomodo in quella posizione, per poi affondare il viso nel kimono del padre, che lo avvolse in un caloroso abbraccio
-Stanco? Dopo aver dormito per quasi due settimane?- ironizzò Raph, mentre Mikey rimase un attimo sorpreso da quella notizia. Quando si staccò dall'abbraccio paterno, osservando i tre con un immenso sorriso esclamò gioioso:
-A chi va una pizza?- e i maggiori scoppiarono a ridere. Tutta le negatività, tutti i problemi e tutti i sensi di colpa scivolarono via, proprio come erano arrivati; con quelle risate, con il suo risveglio.
-D'accordo, ma prima devo farti dei controlli.- affermò Donnie tra le risa. Mikey mise il broncio ma poi sorrise, felice di poter passare del tempo con il suo fratellone genio.
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We are no longer brothers
FanficDopo una battaglia, Michelangelo, viene ferito ed entra in coma. Al suo risveglio sembra tutto apposto, ma sarà davvero così? Il rapporto dei quattro fratelli verrà scombussolato da sensi di colpa, e dalla rabbia che li consumerà lentamente, riuscir...