|Capitolo 1|

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Lo amo. Come si può? Si può davvero amare la cosa che vi fa più male? Che vi crea quella dolorosa fitta allo stomaco, che continua a ricordarvi che per lui non varrai mai nulla e non sarai mai nulla? Si può non essere d'accordo con quell'alone di cattiva verità nei suoi occhi chiari? No. Ma io lo amo, forse provo tutto questo perchè è sincero con me, perchè non mente, mi dice le cose come sono, senza se nè ma. Ma è così doloroso ogni volta che lo incontro, se solo sapesse..
Se solo da quelle labbra perfette uscisse un apprezzamento, o qualcosa di dolce ogni tanto, ma non può. Non può perchè io non gliene dò il motivo. Per quale assurdo motivo io meriterei una sola cosa buona da parte sua? Semplicemente non posso.
Per questo che ogni volta che mi ferisce emotivamente, cado in quello stato di trance. Non ho mai pensato che farmi del male fisicamente fosse più doloroso, se meritavo veramente di soffrire, nel modo peggiore, allora non c'era bisogno dell'aggiunta del sangue..
Ma qualche rara volta accadeva, mi trasportava la senzazione del sangue caldo che tocca la mia pelle per qualche istante, prima di toccare il pavimento.
Alcune volte avrei voluto finirla, ma non ho il coraggio, sono così tremendamente fifone. Forse ha ragione, sono così inutile da non saper porre nemmeno una fine per il mio bene..o per il suo.
Forse sono troppo egoista, magari quando sarò più spavaldo metterò un punto. Un punto così piccolo nella storia, che nessuno se ne renderà conto.

Mi alzai dal letto con nessuna motivazione di farlo, la scuola era il mio sfogo vero, ma lì dentro non c'era nessuno per me, ne un amico, ne un conoscente, nessuno. C'era solo odio e indifferenza, a malapena dieci persone sapevano che ci fossi anche io in quell'edificio. Solo lo studio, il sapere, il conoscere le cose mi piceva, non andavo per altro. Poi c'era lui ovviamente...ma faceva male anch'esso ed era difficile non piangere ogni volta. Perchè dovevo amarlo? é uno scherzo della natura? O forse lo sono io?
Sbuffo frustrato, per poi mettermi i miei vestiti oversize, non vorrei mai che qualcuno vedesse la mia pancia o le mie cosce enormi..
Salto la colazione come ogni giorno, non mi è mai piaciuta farla, e mi diriggo verso scuola.

Nemmeno metto piede nell'ingresso che già avvisto il suo ghigno prepotente, è poggiato agli armadietti con i suoi amici. Dire che è bellissimo è un eufenismo.

"Allora Tomlinson, anche oggi sei pronto alla tua dose di crudele verità?" sorride beffardo con gli occhi verdi scuri come pece.

Abbasso la testa facendo finta di non averlo sentito, continuando a camminare. Peccato che io venga strattonato all'indietro, preso dallo zaino.

"Cazzo, sai che non mi piace essere ignorato!? Rispondi, o non ti è stato chiaro il concetto dell'altro giorno? Se vuoi ti rinfresco la memoria con un pugno." lo avevo fatto infuriare, sono capace solo a dargli delusioni, ma io non riesco ad esprimermi. Come se la gola si chiudesse e le corde vocali sparissero, non emetto un suono. Ho così paura..

Annuisco essendomi ammutolito e lui mi lascia spingendomi; così da farmi cadere a terra. Se ne va via non prima ti avermi sputato addosso un 'Bene' detto con tutta la cattiveria del mondo.
Mi alzo pulendomi i pantaloni, vado nel mio armadietto e prendo il materiale. Sta iniziando la parte più piacevole di quest'inferno.

Oggi in mensa è stato uno strazio. Harry mi ha fatto cadere il pranzo dicendomi che tanto non ne avevo bisogno, perchè potevo consumare il grasso nel mio corpo, e forse aveva ragione.

Sono appena tornato a casa e dentro non c'è nessuno come al solito. Mia madre non c'è mai per colpa del 'lavoro', come se non sapessi che si diverte nei locali o va in giro con le sue amiche. Mio padre, non so nemmeno il suo nome, nè la fisionomia del suo volto o corpo. Di lui ho solo il suo cognome, mia madre mi ha sempre detto di aver dimenticato ogni cosa, cosa davvero assurda secondo me, e di aver bruciato tutte le sue foto quand'era giovane. Mia madre aveva solo 19 anni quando sono nato, diciamo che non ero qualcosa che voleva, e visto che gli ho rubato gli anni più belli della sua vita, lei li sta vivendo adesso, a 36 anni. Si, è molto giovane dopo tutto sono passati solo 17 anni da quel 24 dicembre...e forse gliela devo questa assenza da casa, ho rovinato il pieno della sua vita da spirito libero.

Nel tempo libero, quando non ho da studiare, ovvero nel weekend, vado sempre in un granaio abbandonato dietro al boschetto, il parco lo copre quasi del tutto, per questo è stato dimenticato. Io l'ho trovato facendo una passeggiata nei dintorni, mi piace camminare, dove non c'è nessuno, e sono solo con me stesso, come sempre del resto, ma almeno non c'è nessuno che mi deride o mi fa del male fisicamente. È stato un bene trovare quel posto, si trova su una collinetta, il panorama è mozzafiato, una skyline (orizzonte) che sembra presa da un film. Si può scrutare una piccola striscia blu più scura del mare, per poi arrivare alle piccole case e mano mano che ti avvicini, con lo sguardo, vedi solo il verde della campagna e dei prati che in primavera si riempiono di fiori. Mi calma e mi fa rilassare, mi aiuta a ragionare questa atmosferma.

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Sono appena entrato in classe ma il professore ci ha appena comunicato che dobbiamo recarci nell'auditorium; così appena l'aula si svuota esco per ultimo.
Mi siedo in una poltrona nascosta e poco dopo vedo ragazzi dell'ultimo anno entrare, tra loro anche un riccio familiare.

"Allora ragazzi" inizia il preside "la scuola come sapete, trattando di materiale psicologico sociale, ha voluto contribuire ad un progetto di socializzazione. Abbiamo scelto le due età più grandi, così da non essere troppo differenti, ma da poter mischiare due persone che magari non si conoscono. Ad ogni prof. verranno assegnate due classi una del quarto e una del terzo anno. Il vostro insegnante farà coppie da due, ed ogni settimana alla coppia verrà assegnato un compito da fare insieme. State tranquilli, le attività verranno svolte solo in orario scolastico, quindi salterete un giorno di lezioni e svolgerete il compito assegnato. Attenzione, non siete giustificati però, la settimana dopo dovete recuperare la spiegazione persa, con appunti o il metodo che più vi aiuti." prende una pausa dal lungo monologo per poi iniziare di nuovo a parlare "Bene questo è tutto, grazie per la vostra attenzione. Non ammetto scuse, tutti parteciperanno, nessun escluso. Ogni professore ha un aula sola in terzo e in quarto quindi prenderà le due aule che possiede. Ho finito, potete ritirarvi per fare le coppie." dice infine riponendo il microfono.

Sono terrorizzato. Io non socializzo, sono sbagliato, chi vorrebbe mai parlare o passare persino del tempo con me!? Insomma se fosse stato così avrei almeno un amico...

La mia classe è capitata al prof. Benington, aveva già scelto il gruppo di quarto e tra di loro c'era anche il mio sogno amaro. Spero di non capitare nelle mani sbagliate.

"Bene ragazzi, visto che non voglio essere accusato di ogni minima sciocchezza, farò dei bigliettini con il giorno e l'attività da svolgere. Ce ne saranno due uguali, uno nel recipiente dei più grandi e uno in quello dei più piccoli. Sarà il fato a scegliere per voi, scoprirete chi è il vostro partener solo nel giorno prestabilito" detto questo il professore inizia a scrivere i fogliettini.

La cosa che mi mette più ansia è che non saprò subito chi è il mio compagno. Se lo avessi saputo subito mi sarei almeno potuto preparare psicologicamente.

È il mio turno di pescare, metto la mano nel contenitore e prendo il primo che tocco. Vado di nuovo al mio posto e apro con ansia il biglietto: '17 ottobre, sistemazione del materiale scolastico, il luogo prestabilito è la palestra.'. Dopodomani. Iniziai a guardarmi intorno, nessuno sembrava preoccupato, possibile che solo io avessi paura?





Ciao a tutti,
Questa è una mia nuova Fanfiction, il primo capitolo è un po' così, non succede granché ma serviva per il proseguimento della storia.
Spero vi possa piacere! Xx

Niky! Xx.

The Dirty Blood Wings |Larry Stylinson|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora