Capitolo 2~Gelosie e Incomprensioni~{Revisionato}✅

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Le ore di lezione trascorsero veloci, nell'ora di pausa potei conversare apertamente con il mio nuovo amico di banco.

«Qual è il tuo sport preferito? Io adoro il calcio», chiesi, mentre pensai, la prossima ora è educazione fisica, forse ci alleneremo in campo?

«Anche tu ami il calcio? Evvai amico!», mi disse Ryan battendo il cinque. 

Ero felice perché avevo trovato in lui un amico con cui condividere la passione del calcio. 

Notai subito che era un bravo ragazzo, e socializzando diventammo amici.

Durante la pausa Rayan, mi mostrò la sala mensa, era affollata e ampia. 

C'erano tanti studenti. «Accidenti quanta gente!», dissi a bassa voce mentre ero in fila per scegliere il pranzo, davanti a me c'era Ellison con il vassoio in mano, prese un cheeseburger dell'insalata e del succo di frutta. 

«Ciao», dissi con gentilezza. Lei mi guardò negli occhi per un istante. «Ah! Ciao, Liam», rispose in un tono secco. Volse lo sguardo al tavolino occupato dal un gruppo di amici ed amiche tra cui notai che c'era anche quel ragazzo di prima avevo ipotizzato che fosse il suo fidanzato. 

Dentro di me provai un senso di gelosia nei confronti del ragazzo. 

Ellison con lo sguardo sfuggente si allontanò e raggiunse il suo gruppo di amici.

Notai che il ragazzo biondo mi fissava con uno sguardo scostante, mi chiesi per quale motivo mi fissava in quel modo ostile? 

Sospirai, e presi il mio vassoio contenente il pranzo Cheeseburger, patatine fritte e coca cola. Mi avviai al tavolino occupato da Rayan. «Ehi! Amico, tra mezz'ora ci saranno gli allenamenti, sei pronto?», mi chiese incuriosito.

 «Certo che sono pronto!» dissi in risposta.

Insieme al mio amico avevo consumato il frugale pranzo, e dopo essermi pulito le labbra con un tovagliolo di carta, lo gettai nel cestino.

 Raggiunsi il mio amico e tornammo in classe.

 Il prof. Edward, bruno occhi verdi, sui trent'anni, insegnante di ed. Fisica annunciò: «Buongiorno ragazzi, bene adesso andremo in cortile e sceglieremo due squadre per gli allenamenti, siete pronti?»

 «Sì, prof. Siamo pronti!» rispondemmo in coro entusiasti.

Così il prof ci scortò in cortile per gli allenamenti di calcio, provvisti di spogliatoi, mentre le ragazze guidate dalla prof. Di ed. Fisica le faceva giocare a tennis il campo era alle spalle di quello da calcio. Mentre le ragazze tra cui Ellison giocavano a tennis. 

Io e il mio amico Rayan, raggiungemmo gli spogliatoi, e una volta indossato i completini della squadra del college, tornammo dai nostri compagni

Avevo la maglia numero undici, Rayan, la diciassette, e il mister Thomas; capelli castani, occhi azzurri ci guardò uno a uno: «Bene, ragazzi, adesso formeremo due squadre. La squadra A e B. Dunque nella squadra A ci saranno: Rayan, Liam, Lucas, Nicolas, e Steven. Nella squadra B: Heric, Victor, Nail, Samuel, e Jason. Bene ragazzi. Pronti?», chiese con un sorriso.

Tutti insieme in coro rispondemmo: «Siamo pronti, Mister!», e così iniziò la partita di allenamento, ero emozionato di poter varcare finalmente la linea bianca, di calpestare quel prato perfetto. 

Dimostrai il mio talento, e scoprii di avere affinità con i miei nuovi amici. 

Correvo, e con passaggi e dribbling, riuscii a evitare gli avversari, e con un passaggio perfetto verso Rayan che era nell'aria di rigore con un colpo di testa segnò uno splendido goal!

In un attimo venni abbracciato da Rayan e dagli altri creammo un cerchio umano. Sorrisi felice. «Ehi! Ragazzi, ehm, abbiamo segnato. Che bello! Bravo, Rayan ottimo colpo di testa! Bel goal, complimenti amico!» esclamai entusiasta.

 Il mio amico mi diede una pacca sulla spalla. «Sì, sono stato bravo, ma in effetti è anche merito tuo se ho segnato, è merito del cross perfetto! Sei formidabile sai? È bello averti in squadra!» disse, mentre mi scompigliò i capelli e ammiccò un occhiolino.

A quei complimenti ricevuti dal mio amico arrossii leggermente, mi sfiorò i capelli in imbarazzo. «Ehm, grazie, ragazzi, è bello essere in squadra! Andiamo» al fischio dell'arbitro la partita riprese, venni ostacolato da Heric questa volta ero nel limite dell'aria di rigore, dietro di me c'era Heric mi sembrava fosse quello il nome del ragazzo biondo che mi fissava ostile in mensa. Mi pressava peggio di un mastino.

Agii d'astuzia, con una finta mi svincolai come un'anguilla dal pressing del mio avversario, e con un tiro bolide diretto alla porta, vidi il portiere che si tuffò per agguantare il pallone ma invano. La sfera si infilò nella rete sotto la traversa. Avevo segnato uno splendido goal.

Venni accolto dai complimenti dei miei compagni e dagli sguardi ostili di Heric, che con freddezza sentii parlottare con i suoi compagni. «Ragazzi, quel Liam ci sta umiliando!» mentre mi fissava con uno sguardo carico d'odio.

Perché? Non capisco, quel ragazzo mi fissa in quel modo ostile? Non so perché ma credo che non gli sia per niente simpatico, pensai deluso.

La partita continuò la nostra squadra vinceva per 2-0.

 Heric con un tiro dal limite riuscì a segnare e dimezzando lo svantaggio.

 «Non ci voleva Heric ha segnato!» Sbuffò Ryan, deluso.

Raggiunsi il mio amico e con un sorriso accennai: «Ehi! Amico ascoltami, non dobbiamo scoraggiarci, siamo ancora in vantaggio. Possiamo farcela!», risollevato dal mio discorso notai che i nostri compagni erano più uniti, il mio incoraggiamento diede ottimi risultati, continuammo la partita con grinta. 

Venni strattonato violentemente nell'aria avversaria. 

Heric alle mie spalle mi fece uno sgambetto, e consentì di procurarmi un rigore. 

Venni raggiunto da Rayan, Lucas e Nicolas. Che preoccupati chiesero: «Tutto bene amico?» mi alzai in piedi, sorrisi. «Sto bene, grazie ragazzi. Chi lo calcerà?» chiesi con serietà. 

Rayan e i miei amici mi guardarono sorridenti. «Ti sei procurato il rigore, meriti di farlo tu. Forza amico», dissero sinceri, mentre mi incitavano con pacche sulla spalla. 

Era a disagio, non mi sentiva pronto per calciare il rigore. 

Mi sentivo osservato, presi il pallone, e lo posizionai sul dischetto, e con il batticuore attesi il fischio dell'arbitro.

Appena udii il fischio, d'istinto tirai un bolide diretto verso destra, il portiere si tuffò a sinistra, la sfera andò in rete, segnai il 3-1 risultato finale. 

La partita finì con la vittoria della nostra squadra.

 In un istante venni acclamato dai miei compagni.

 Ero felice, mi sentivo parte del gruppo. 

Ma ero ignaro che Heric provava nei miei confronti sentimenti contrastanti. 

Mi odiava e temeva agonisticamente, probabilmente mi considerava un rivale che potessi soffiargli il ruolo di attaccante, mi urtò con la spalla di proposito, lo vidi che strinse i pugni e mi lanciò un'occhiata torva, e subito dopo abbandonò il campo. 

Ero felice, in poco tempo riuscii a guadagnare la stima dei miei compagni, e del mister.

ɪʟ ᴠᴇʀᴏ ᴀᴍᴏʀᴇ  {ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora