Non sapeva neanche lui per quale motivo si fosse ritrovato in quella soffitta, quel pomeriggio. Da tutto il giorno, il centro dei suoi pensieri era lui, non riusciva a pensare ad altro. Come, d'altronde, ogni fottutto 8 dicembre.
Erano passati trentacinque anni ormai, ma nulla era cambiato. Quella sensazione di vuoto l'aveva provata solo per lui e sua madre, e mai l'avrebbe abbandonato, lo sapeva.La soffitta era davvero disordinata, erano anni ormai che non ci metteva più piede.
Scatoloni ovunque. Ma una scatolina, quasi invisibile in mezzo alle altre, gli saltò all'occhio. Probabilmente era la più piccola fra tutte ed era in legno.
Paul la aprì, curioso di sapere cosa contenesse, e il suo cuore perse un battito non appena vide cosa c'era dentro.
La prima cosa che notò fu un foglio piegato, ormai ingiallito e rovinato dagli anni. C'era scritto in stampato "OH! DARLING" e sotto il testo della canzone in corsivo, con quella sua tipica grafia che John definiva da ragazza.
Si ricordava ancora quando la fece ascoltare al suo compagno che divenne rosso mentre cantava "Oh! Johnny!", consapevole che quella registrazione non sarebbe finita nell'album, o almeno pensava.
A quei ricordi, un sorriso gli percorse il viso su cui una sola lacrima solitaria scendeva lungo la guancia.
Sotto quel foglio, ce n'era un altro più piccolino con scritto "Hey hey, you you, I'm the walrus, not you".
Leggendo quella frase non poté non scoppiare a ridere.
Quante ne avevano passate insieme...
Sul fondo della scatolina c'era una foto che gli fece subito morire quel sorriso che si era creato giusto un istante prima.
Prese cautamente la foto in bianco e nero e accarezzò dolcemente il volto dell'amico con pollice.
Si ricordava benissimo di quella foto, eccome se si ricordava! Era stata scattata durante l'inverno del 1957, quel giorno in cui Paul si era trattenuto dopo le prove con la loro band, i Quarrymen; si era fatto tardi ed era rimasto a dormire a casa di John. Erano così giovani, suonavano per ore e finivano per addormentarsi sfiniti nello stesso letto. Ormai anche Jim e Mimi la trovavano una cosa normale!
Quella serata in particolare, chiesero alla zia di John di scattare ai due ragazzi una foto con le loro chitarre in mano e lei, anche se con malavoglia, accettò per farli contenti.
E ora quella foto era lì, tra le sue mani, e gli sembrava proprio di rivivere ogni momento che avevano passato quel giorno.And if I say I really knew you well,
what would your answer be?
If you were here today.
Uh, uh, uh, here today«Vattene.» urlò John.
«No John. Dimmi che ti prende.» controbatté il bassista.
«Anche se lo facessi, non capiresti.»
«John, ti conosco meglio di chiunque altro. Nessuno ti capisce come me, l'hai detto tu stesso.» disse il più piccolo con voce premurosa cingendolo in un caldo abbraccio.
«Sai Paul... Hai ragione. Avevo proprio bisogno di un tuo abbraccio»Well, knowing you,
you'd probably laugh and say
that we were worlds apart.
If you were here today.
Uh, uh, uh, here today.«Ecco, vedi? Non siamo mai d'accordo. Perché ci tieni tanto a farla in quella tonalità? Ti ricordo che la canzone è mia!»
«Fidati, è meglio farla in mi minore.»
«Ma John..!» piagnucolò facendo gli occhi dolci.
«Dai Paul, non fare il bambino» lo supplicò «Ahh e va bene» dannato Paul e il suo irresistibile faccino «facciamola come vuoi tu»
Il sorriso del più piccolo bastò come ricompensa per il "grande sforzo" dell'altro. Il suo orgoglio era la cosa più importante per lui. Dopo, ovviamente, la musica e Paul. Il suo Paul.But as for me,
I still remember how it was before
and I am holding back the tears no more.
Uh, uh, uh,
I love you, uh.«Tutto come prima allora?» domandò Paul. Sapeva la risposta, ma voleva sentirla lo stesso, un po' per tranquillizzarsi, un po' per accentuare il fatto che aveva ragione, come sempre.
«Tutto come prima. Scusami...» rispose il più grande abbracciandolo.
«John Lennon mi fa l'onore di assistere alle sue scuse? Che giorno è oggi che lo segno sul calendario?» lo canzonò scoppiando a ridere.
«Zitto o ti ritroverai senza più quel bel faccino nel giro di dieci minuti, McCartney»What about the time we met?
Well, I suppose that you could say
that we were playing hard to get.
Didn't understand a thing,
but we could always sing.«Hey John, ti presento un mio amico. John, lui è Paul McCartney, Paul, lui è John Lennon»
Ivan lo aveva costretto quel 6 luglio ad andare a quella festa per incontrare un suo amico. Gli aveva assicurato fosse un grande e che suonasse la chitarra da un po' e -principalmente per questa ultima ragione e la sua tremenda curiosità- si ritrovò ad accettare il suo invito.
«Piacere» si presentò Paul fingendo una sicurezza che in realtà in quel momento non possedeva.
«Ciao. Quanti anni hai?» chiese John trattenendo a stento una risata.
«Quindici.»
«E sai suonare?» iniziava a divertirsi a prenderlo in giro in quel modo.
«Sì...vi faccio sentire qualcosa»
«Hey guardate, tiene la chitarra al contrario!» e tutti scoppiarono in una fragorosa risata.
Paul li ignorò, e dopo la sua dimostrazione nessuno riuscì a proferir parola.What about the night we cried?
Because there wasn't any reason
left to keep it all inside.
Never understood a word,
but you were always there with a smile.«John che ti prende?» gli appoggiò una mano alla spalla per confortarlo.
«Paul, mi manca mia madre...tanto. Non tornerà più vero?» Dio, non riusciva a vederlo in quello stato.
«No, John... Sai, anche a me manca la mia» si fermò e respirò profondamente. «Vieni qui» lo abbracciò forte, per fargli capire che lui non lo avrebbe lasciato mai. Era così indifeso e vulnerabile e voleva soltanto proteggerlo.And if I say I really loved you
and was glad you came along.
Then you were here today,
uh, uh, uh, for you were in my song.
Uh, uh, uh, here today.John si buttò pesantemente accanto al compagno, entrambi ancora ansimanti.
«Ti amo, Johnny» il suo viso ormai era tra la spalla e la testa dall'altro. Era il suo rifugio, il suo posto preferito. Amava il suo odore, l'avrebbe riconosciuto in mezzo a cento altri, era unico, come lui.
«Ti amo anch'io, Paulie» sussurrò all'orecchio dell'amante subito prima di mordicchiargli il lobo e farlo ridacchiare divertito da quel gesto improvviso.E come per la soffitta, senza sapere come si ritrovò a posare un fiore su quella fredda tomba.
«Think about me every now and then, my old friend. Ti amo...»Angolo autrice
*si nasconde*
Sto sviluppando un certo, uhm... Interesse? per il masochismo, questa è l'unica spiegazione logica sul perché continuò a scrivere questo genere di mclennon. Perché, beh, ce n'è un'altra in arrivo, sempre post 1980.
Grazie per le visualizzazioni, mando un bacio virtuale a tutti voi ^^
~lucry
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Across the Universe
Hayran KurguUna raccolta di storie sui Beatles, dall'angst al fluff, ce n'è per tutti i gusti! ^.^