Bobmoniere, vestiti e...

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-Scorpius dobbiamo parlare di una cosa seria. È una cosa importante, della massima importanza direi. La nostra decisione cambierà il destino del mondo. La nostra vita e quella di tutto il resto delle persone dipenderà dalla nostra scelta. Sei pronto a prenderti questa responsabilità sulle spalle?- chiesi seria. Lui ricambiò il mio sguardo serio e annuì.
-sono pronto- disse.
Io presi la busta e tirai fuori tre scatole bianche. Le misi sul tavolo. Aprì piano i coperchi e tirai fuori le bomboniere.
-bene. A te la scelta- dissi non riuscendo più a stare seria. Guardai il viso di Scorpius rimanere serio a stento davanti alla mia resa allo scherzo ma cercò di trattenersi e, con una mano sotto il mento, finse di osservare bene le bomboniere.
-mmmmhhhh... molto complicato amore... ma è ancora più complicato considerato che queste tre bomboniere mi sembrano perfettamente uguali. Ma chi le ha scelte?- chiese lui scoppiando a ridere. Risi anch'io guardando i tre sacchetti pieni di confetti che in effetti erano identici, se non per la tonalità diversa di beige.
-la mia pazzia e le nostre madri. Ti ricordi che eri stato tu a dirmi di farti aiutare anche da tua madre. Bene, è stata lei a far entrare il dubbio del beige. Qual è meglio tra i tre?- chiesi io ora esasperata. Era stata una mattina troppo lunga. Dopo mille e mille bomboniere avevo chiuso gli occhi e pescato una bomboniera a caso. Sfortuna delle sfortune la bomboniera era carina ma era disponibile in tre colori diversi. Tre tipi di beige. Ma perché esistevano tre tipi di beige? Com'era possibile esistessero tre tipi dello stesso dannato colore?
Lui mi guardò e mi abbracciò mentre io appoggiavo il viso alla sua maglia ruvida lui ispirava tra i miei capelli.
-amore perchè non né scegliamo una a caso? Tanto sono uguali, no? E poi quanto può contare una bomboniera? non costa niente sceglierne una a caso- disse lui semplicemente.
-mah, in realtà queste bomboniere costano, e anche parecchio... comunque non importa. Prendiamo una a caso. Basta che tua madre non mi chieda il perché altrimenti penso che perla prima volta gli potrei anche rispondere molto male- dissi. Lui rise.
-facciamo così, se ti chiedono qualcosa digli che l'ho scelta io e non si discute- disse.
-va bene. Scorpius mi puoi fare un favore?- domandai guardandolo teneramente. Speravo davvero in un si.
-quale?- chiese lui incerto.
-fino ad ora ho fatto tutto io. Sono andata io in giro con quelle tre a cercare e guardare mille cose. E ci saranno tantissime altre cose da fare. Ma se qualche volta facessi qualche cosa tu non sarebbe male- dissi facendo gli occhioni dolci.
-qualcosa io? E cosa di preciso?- chiesi.
-per esempio andare con loro a scegliere il ristorante per il ricevimento. E poi la chiesa. Avanti, fammi questo favore. Io domani devo per forza tornare in quel negozio dei vestiti per il matrimonio e non posso chiederti di sostituirmi domani- spiegai. Lo vidi esitare guardandosi in giro. Forse trovava una scusa plausibile. Ma poi ritornò a guardarmi negli occhi e vidi che si stava arrendendo ancor prima di acconsentire.
-però mi devi un grande favore- disse. Io mi accigliai.
-sbaglio o è il nostro matrimonio? Dov'è scritto che dobbiamo fare tutto noi donne? Anche tu devi collaborare e non per farmi un favore. Chiaro?- chiesi quasi minacciosa. Lui annuì quasi spaventato da un tale attacco d'ira. Che subito sparì rimpiazzato da un'improvvisa voglia di piangere.
-scusami Scorpius. Non volevo trattarti male- dissi mentre lacrime mi scendevano sulle guance e lo abbracciavo. Lui mi strinse subito accarezzandomi i capelli.
-e perché ti stai scusando? Hai perfettamente ragione, devo fare anche io la mia parte- disse lui in tono rassicurante.
-ho alzato la voce con te... ecco perché mi scuso- dissi nascondendo il viso nella maglia. Fra poco sarebbe stata bagnata fradicia se le lacrime non la smettevano di scendere.
-non c'è nessun problema Rose, non ti preoccupare- disse lui sorridendo.

***

Mi chiese come era possibile dover fare tutte quelle cose. Vestiti, menù, sale da prenotare, macchine, chiese e altre mille impegni e problemi diversi. Adesso capivo benissimo la riluttanza e la stanchezza di Rose. Ma sapevo anche che ne valeva la pena. Mi sedetti stanco sul letto, ancora mezzo vestito. Era notte fonda, ero stato in giro per varie chiese per cercare quella adatta e poi mi ero portato al pari con le ricerche che per via dell'uscita non avevo fatto durante la giornata. Quella sera ero tornato all'una di notte a casa.
E Rose dormiva tranquilla nel letto.
Eccomi davanti agli occhi il perché ne valeva la pena. Per la mia Rose. Il mio amore. L'unica cosa per me importante.

Il Destino pt.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora