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Erano le otto del mattino, il suono stridulante e fastidioso della sveglia mi buttò giù dal letto, avevo dormito con la mascherina per gli occhi, la ritenevo particolarmente rilassante, e mi aveva aiutato molto nel risolvere i miei problemi con l'insonnia; Mi vestii, mi lavai il viso, ed i denti, ma.. improvvisamente mi accorsi che Chris non era nel letto; cominciai a chiamarlo, ma l'unico che mi rispose fu Jamie, mio figlio, che mi disse -Smettila di schiamazzare come un anatra alle 7 del mattino, voglio dormire-. -E' così che ti ho insegnato a portarmi rispetto Jam? Non mi pare il caso di parlarmi usando questo tono.- Improvvisamente apparve Chris con un vassoio tra le mani -Thè ai frutti di bosco, succo, cioccolata calda, cornetti, e muffin, stamattina mi sono svegliato presto per te.- Non potevo crederci, mio marito aveva fatto tutto ciò per me, e giuro che da quando eravamo sposati, precisamente dal 1992, rare volte mi era capitato di ricevere sorprese del genere, quando nacquero Astrid e Jamie, i nostri figli, era solito portarmi la colazione a letto, ma del resto non ho avuto più occasione di ricevere un regalo del genere, senza che accadesse qualche evento particolare. Lo ringraziai, lo baciai, ero al settimo cielo, mi piaceva così tanto essere coccolata da lui, ero e sono una persona che ama le sorprese, ama essere sorpresa in tutti i modi possibili e immaginabili, e in quegli anni di sorprese non ne mancarono. Uscii nel balcone, e vidi Astrid che giocava a pallone con Jamie, li guardai giocare, fino a che Astrid non mi vide. - Ehi mamma, vuoi venire a giocare anche tu?- - Sono grande per giocare a pallone tesoro, e lo sei anche tu- -Lo sai mamma che non si è mai grandi per fare ciò che ci piace fare.- Effettivamente aveva ragione, Astrid aveva 23 anni ed era una ragazza molto matura, molto responsabile, ma se c'era una cosa che la appassionava, era una di quelle persone che l'avrebbero praticata fino ai 90 anni; Astrid era il ritratto della vitalità, era il ritratto di una persona mite, serena, graziata che accettava e valorizzava ogni minima cosa che la vita le potesse offrire, e ad essere sincera io ammiravo mia figlia, perchè lei non riusciva a trovare la negatività, ogni cosa aveva un lato positivo, avrei voluto anche io questo dono. Spesso mi fermavo a pensare come avrebbe reagito Astrid se fosse rimasta incinta a 15 anni come me, ma immaginavo che sicuramente non si sarebbe fatta molti problemi. Dopo venti minuti uscii di casa, era un giorno come tanti, mi misi nella mia macchina, ricordo che al tempo avevo una maserati bianca, adoravo le macchine italiane. Mi misi in viaggio, Dawn mi mandò un messaggio, mi disse che non sarebbe tornata per cena, sarebbe rimasta a casa di Nico, il suo fidanzato, era così bello vedere mia figlia felice con quel ragazzo, ma era anche vero che da quando era inziata questa relazione, passavo sempre meno tempo con mia figlia, e questo a volte mi rendeva triste. Come se non bastasse ci eravamo trasferiti a Seattle da poco tempo. Jamie e Astrid dovevano cambiare scuola, e sapevo che non sarebbe stato facile per loro questo cambiamento di vita quanto di abitudini, tra cui la scuola, dove ti costruisci un mondo parallelo, una reputazione, e soprattutto delle amicizie, per cui di lì a poco avrei dovuto inscrivere Astrid all'Università, dove avrebbe terminato i suoi studi, e sarei dovuta andare a visitare la scuola, sapevo che mia figlia era grande, ma la mia approvazione nella sua vita era ancora una cosa importante, e se a me la scuola non sarebbe piaciuta, sarei stata certa che vi avrebbe rinunciato l'accesso. Una volta che arrivai a lavoro, entrai nel mio ufficio, avevo molto da fare, la mia stanza di lavoro era sempre così maledettamente disordinata, per essere un avvocato quarantacinquenne potevo certamente fare di meglio, nella porta della mia stanza c'era un insegna con scritto 'Avvocato Danielle Hansmore' e sotto qualche mio collega molto simpatico aveva inciso con l'inchiostro 'avvocato molto ordinato', già i miei colleghi si divertivano, ma infondo so che mi volevano bene, sicuramente era stata Tanja Gadwin, era una mia coetanea vedova, aveva un figlio disabile e nel tempo libero mi offrii di prendermi cura di lui. Tanja era una donna molto ottimista, aveva superato tutte queste brutte cose con grande coraggio, e adesso, adesso era felice per quello che aveva. Nello studio accanto al mio si trovava il giudice Ellie Johnson, era una donna apatica, a volte mi chiedevo se suo marito riusciva a resistere con una moglie del genere.. ma nonostante tutto,avevo un bel rapporto con lei. Quella mattina ebbi molto da fare, e il giorno dopo avrei dovuto preparare un pò di dolci e allestire una festa, Jamie avrebbe compiuto 15 anni, io tenevo a mio figlio e volevo renderlo felice, così feci del mio meglio per fargli passare una bella giornata.

*** Passarono alcune settimane, il compleanno di Jamie era andato a buon fine, avevo affittato una piscina, ed un camping, così al giorno si sarebbero divertiti lì, e durante la notte avrebbero dormito nelle tende e festeggiato con delle birre. L'estate stava arrivando, le giornate si allungavano, io ero sempre più impegnata nel mio lavoro, e i miei figli finalmente avrebbero ripreso i loro corsi scolastici. In tutto ciò c'era qualcosa che stava cambiando, quella ero io; di solito durante la sera mi mettevo a bere un drink con Christian, parlavamo del più e del meno, e adesso mi ritrovavo da sola nella mia stanza, sentivo che il nostro rapporto non era più lo stesso, avevamo passato tante sere della nostra vita a parlare di tutto, dei nostri sentimenti, della nostra fiducia, e adesso quei momenti potevo considerarli morti e sepolti, ero completamente distratta e disorientata, pensavo pensavo e pensavo ancora, non avevo ancora capito quale, ma sicuramente una parte di me stava cambiando, non ero più la stessa,avevo bisogno di cambiare la mia vita, ma solo il tempo, mi avrebbe dato risposte...

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