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Il giorno seguente, mi svegliai sola e triste, ma allo stesso tempo sollevata dal fatto che Astrid aveva compreso le mie mancanze(Come, del resto, faceva sempre). Andai a lavoro, ma la mia solitudine mi aveva raggiunta anche lì, poichè Tanja Gadwin era dovuta uscire prima perchè suo figlio, aveva avuto una crisi respiratoria. nelle prime ore mattutine Dawn aveva provato a chiamarmi, ma non le avevo risposto, ero troppo orgogliosa anche se ero dispiaciuta per quello schiaffo. Le parole che mi aveva detto, mi pesavano dentro come un macigno, quell'argomento doveva essere affrontato con molta delicatezza, era il mio tallone d'achille. Dopo pochi minuti mi arrivò un sms da Dawn con scritto CHIAMAMI APPENA PUOI, DOBBIAMO CHIARIRE QUESTA STORIA.. ma io non la chiamai, dovevo vederla strisciare, lei mi conosceva, sapeva che ero permalosa e logorroica, e che doveva venirmi a chiedere scusa di persona. La solitudine che ero solita provare in quei momenti, mi permise di riflettere sulla mia vita, tanto che decisi di non tornare a casa. Mangiai  in studio, poi uscii e mi recai a visitare la scuola di Astrid. Quel giorno ricordo che pioveva, e che feci una corsa per entrare nell'atrio. Nella porta d'ingresso c'era scritto 'CORSI DI ECONOMIA POLITICA 3° PIANO DALLE ORE 14:00' e quello  era il corso che frequentava mia figlia. Mi diressi verso un piccolo chiosco, situato nell'ala sud dell'edificio. C'erano alcuni ragazzi che indossavano un uniforme particolare, e c'erano alcuni genitori che bisbigliavano davanti ad una tazza di cioccolato nel bar della scuola, era un posto molto accogliente tanto da inspirarmi fiducia e senso del dovere. Mi fermai per un momento ed immaginai me e Dawn sedute su una sedia di quel bar, davanti ad una tazza di thè, a ridere e scherzare senza problemi. Improvvisamente il mio viso accolse una lacrima gelida, e mentre cercavo di scacciare i miei pensieri, una voce maschile abbastanza giovane mi riportò alla realtà -Mi scusi lei insegna nel corso di economia politica? dovrei avere delle informazioni sugli orari.- Ero piuttosto stupita, mi aveva forse scambiata per un insegnante? Mi trovai davanti questo ragazzo piuttosto magro,alto circa 180 cm, capelli castani occhi chiari, e tutta l'aria di essere uno studente in crisi. -Si, c'è un cartello all'ingresso, i corsi di economia politica cominciano alle 14.- -La ringrazio molto, mi scusi per il disturbo- -Di nulla.- -Lei è una docente giusto?- come avevo immaginato! A quel punto come avrei mai potuto rispondergli? Sono solo una donna che ha una crisi di mezza età e dato che non ha un bel nulla da fare era passata a vedere dove studia la figlia.. poteva andare? ma intanto mi limitai a -No, sono qui per visitare la scuola- -Capisco, mi scusi ancora, comunque piacere, Mi chiamo Justin- aveva uno sguardo ammiccante, diavolo era davvero un bel ragazzo, sicuramente era colto, aveva molto donne ai suoi piedi, era un superfigo per quelli della sua età.. -Mi chiamo Danielle- -è un piacere conoscerla Danielle- -piacere mio- tirò improvvisamente fuori una sigaretta,se la portò alle labbra, mi guardò e mi disse -potrei essere così gentile da offrirle una sigaretta?- -No ti ringrazio, io non fumo, e non capisco perchè voi giovani lo fate, fa male, non porta nulla di buono.- -perchè la gente della sua età non lo fa? comunque io fumo per noia.- effettivamente aveva ragione, quella risposta mi seccò tanto che non ebbi nient'altro da aggiungere. Guardai l'orologio che tenevo nel polso, segnava le 14, ed in quel preciso istante una campanella suonò, e Justin se ne andò al terzo piano a frequentare i suoi corsi. - La saluto, è stato un piacere conoscerla.- Si, era un piacere anche per me conoscerti Justin, per capire quanto voi giovani vi divertite con poco, per capire che quando una persona ha troppo tempo libero, una semplice sigaretta, riesce a riempire il suo tempo. Caro Justin mi avevi proprio dato una gran bella lezione: voi eravate una generazione di fumatori annoiati che studiavano per modo di dire. Il giorno seguente mi svegliai di cattivo umore, io e Chris avevamo dormito nello stesso letto dopo tanto tempo, ed avevamo fatto sesso ma io non avevo provato nient'altro che noia e disgusto. Il mal di testa continuava a persistere, e tentare di placarlo era come buttare una lattina di benzina nel fuoco. La voce calda e sensuale di Justin che mi ripeteva 'perchè la gente della sua età non lo fa?' continuò a ronzarmi in testa come un moscone per le successive 12 ore. Il mio morale era a terra, e come se non bastasse a sovraccaricarmi era anche il lavoro: una giovane donna si era affidata a me per l'accusa contro suo marito, il quale riteneva essere stato un ladro, ed aver prosciugato il conto corrente dei genitori della ragazza. Sapendo che avrei avuto molto da fare mi preparai il pranzo, lo avvolsi in un foglio di alluminio e me ne andai. Appena arrivai nel mio studiò Dawn tentò di richiamarmi, anche se la linea era piuttosto disturbata -Dawn..- -Senti mamma, mi dispiace, forse ho esagerato..mi dispiace- - l'importante è che tu lo abbia capito, abbiamo sbagliato in due- -Sì lo so, ma puoi spiegarmi che ti prende?- -Se tu mi avessi dato la possibilità avrei potuto spiegarti ogni cosa di questa situazione, ci vediamo alle cinque, devo parlarti.- -Ci sarò, ciao mamma, ti voglio bene.- -Anche io tesoro..- Quelle parole pronunicate da Dawn, in quel momento mi rassicurarono. Per quanto io fossi stata orgogliosa, ero sempre e comunque una madre, che amava sua figlia, e per lei avrei messo da parte tutte le avversità di questo mondo. Dopo aver finito di lavorare ebbi un mal di testa terribile, sentivo le mie tempie pulsare e per poco non ebbi uno svenimento. Dawn era lì che mi aspettava mi corse incontro, mi abbracciò -Dawn,è tutto okay, non preoccuparti- -Mamma, devi spiegarmi cosa ti sta succedendo, sei cambiata, anche con Christian non sei più la stessa, ti prego spiegami cosa sta succedendo- - Ho già raccontato tutto ad Astrid, vedi, il punto è che io credo di avere una crisi di mezza età,ed ho l'esigenza di ritornare ad essere un adolescente, capisci? Non è normale- scrutò la situazione e riflettè prima di rispondermi, conoscevo mia figlia e sapevo che avrebbe cercato una risposta rassicurante. - Forse dovresti farti aiutare da uno psicoterapeuta, ne conosco una brava.- -No Dawn, tu non capisci è una cosa che devo affrontare dasola, sennò non concluderò mai nulla- -E allora cosa vuoi fare?- -Devo essere ciò che mi sento di essere, mi dispiace se ti vergogni di me, mi dispiace se i tuoi amici e il tuo ragazzo diranno che sono una cagnetta da quattro soldi e mi sfotteranno alle spalle, e anche alle tue, ma sai cosa c'è? Non posso non essere me stessa per gli altri Dawn, la mia vita ha avuto un pezzo mancante, hai presente il puzzle? Io non sono mai stata adolescente, voglio fumare, voglio bere, mi sto sforzando di essere un avvocato con la testa sulle spalle, ma io voglio vivere ciò che non ho mai potuto vivere.- Mentre ero sul punto di crollare emotivamente, Dawn arrivò al punto. - Ed è tutta colpa mia vero? è perchè sono arrivata nella tua vita troppo presto..- -No Dawn ti sbagli, tu sei stata la cosa più bella che io abbia mai potuto ricevere dalla vita, io sono fiera di averti qui adesso, sono fiera di essere tua madre, sono fiera di te, ma non lo sono altrettanto di me stessa- -Mamma, avanti guardiamoci negli occhi, è stata la mia nascita a ridurti così. -Dawn quando sei nata io ho scelto di rinchiudermi in me stessa, ho rinunciato ad uscire, ho rinunciato un pò alla mia vita da adolescente. - -Puoi cominciare a non limitarti adesso allora,sai, l'altro ieri ti ho aggredita perchè non sapevo il motivo, sai ho pensato che avevi intenzione di tradire Chris. - -Adesso lo sai.- -Scusami se ti ho giudicata senza sapere nulla, non sapevo che per te questa mancanza fosse così importante. - -Ripeto, adesso lo sai, e ti ringrazio per la tua comprensione.- Ero forse riuscita a far capire a Dawn che avevo dei disagi interiori, e che queste mancanze avevano costruito dei muri dentro di me?

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