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Era giugno, mi trovavo in ufficio,ero terribilmente assonata, avevo avuto di nuovo problemi di insonnia, e non ero riuscita a chiudere occhio. Avevo una camicia a maniche lunghe di seta, una gonna bianca e un paio di tacchi neri,che guardandoli, ripensai a quando Chris me li aveva regalati, eravamo in vacanza a Barcellona, li avevo indossati per numerose occasioni, ma adesso li mettevo di rado. Quel giorno il sole spaccava le pietre, nell'aria si sentiva l'odore dell'estate ,ed io ero sempre stata più ottimista in questo periodo dell'anno,ma sentivo dentro di me un intenso bisogno di ricominciare, di cambiare qualcosa. In quel momento, Tanja Gadwin entrò nella mia stanza, e mi distrasse dai miei pensieri 'Buongiorno Danielle.' era sempre così maledettamente felice, aveva un vestito rosa, era così incredibilmente magra -Buongiorno Tanja- -Dani,oggi il tuo lavoro non ti occupa molto?' -non le risposi, ero occupata nel controllare i miei appuntamenti lavorativi e lei mi disse -Mi dispiace Danielle, ti sto disturbando? - stai scherzando? non fraintendermi, lo sai che tu non mi disturbi mai - bene allora se per te non è un problema, oggi alle quattro vieni da me, lo sai devi prenderti cura di Jimmy- e io le risposi -Certamente, lo farò!-. Si lo avrei fatto, volevo bene a Tanja e certe volte mi faceva compassione, avrei aiutato suo figlio disabile, come sempre del resto, ma nella mia interiorità mi sentivo disturbata da un grande senso di disagio, volevo evadere da questo mondo noioso e ripetitivo, la mia vita doveva cambiare. Sentivo che dovevo vivere quella fase della mia vita che non avevo mai vissuto, quella fase che ogni essere umano necessita di vivere, ed io? io ero e sono Danielle Hansmore, non ero mai stata un adolescente, diedi alla luce una figlia a soli quindici anni, e crescetti con il senso di responsabilità, e a volte mi infuriavo così tanto, ero solita vivere con i rimpianti, stavo scontando i miei errori e adesso dopo trent'anni ne risentivo delle mie stesse mancanze, avrei dato ogni cosa per poter tornare indietro nel tempo,non avevo niente da perdere, soltanto qualcosa da acquisire. Il rapporto tra me e Chris oramai era poco recuperabile, non facevamo sesso, non c'erano più frasi dolci, non c'era più amore, non dormivamo più neanche nelle stesse stanze e l'unica cosa che continuavamo a condividere erano i figli. Io vivevo con un grande desiderio, il desiderio di essere ciò che non avevo mai avuto l'opportunità di essere non avrei di certo aspettato la morte per essere adolescente, così decisi di cominciare ad esplorare quel mondo a me sconosciuto,e di colpo mi ritrovai ad concepire diversamente il senso di ogni cosa. Andai a fare Shopping con la mia amica Angie Grubbert, comprai due gonne di gonne, mi sentivo un pò ridicola, era facile intravedere  le mie natiche, Angie era imbarazzata, lo vedevo nel suo sguardo, ma cosa avrei potuto farle? La vita era mia, dovevo essere io per prima ad essere interessata a me stessa, non lei, che avvicinandosi a me come se avessi la peste bubbonica mi disse" Ehm... Danielle" nel frattempo si guardava intorno come se stare vicino a me fosse un reato. C'erano un pò di adolescenti che mi guardavano male, ma cosa potevo fare? Non mi sarei sentita a mio agio con capi che di solito indossa una donna di mezza età. Io guardai Angie, che imbarazzatissima, sudava "Non c'è bisogno che ti vergogni così tanto, non sei obbligata a starmi vicina, puoi andartene se vuoi." -No non mi sto vergognando ma.. non credi che queste gonne siano un pochino esagerate?- e intanto ci girammo entrambe, due adolescenti mi stavano deridendo alle spalle, cosa potevo fare? Anche io se fossi stata adolescente avrei deriso le donne di mezza età vestite in modo provocante, così guardai le ragazze e dissi - Sapete? Fate bene a ridere, siete fortunate voi, nulla vi turba, siete adolescenti, quasi nessuna preoccupazione esiste per voi- Le due ragazze mi sorrisero e se ne andarono, Angie era incredula, aveva uno sguardo sbalordito, la guardai e le dissi -è così che si fa!- pagai, e ce ne andammo. Quel giorno comprai molti rossetti, costumi, trucchi, anche dei buoni per un locale sulla spiaggi e vi sarei andata a ballare anche se il giudizio della gente un pò mi turbava, ma io non avevo nulla da perdere,piuttosto, la reputazione dei miei figli sarebbe andata in frantumi. Quel giorno tornai a casa, preparai il pranzo, cucinai spaghetti all'aglione, amavo la cucina italiana, e così preparai il mio piatto del giorno per Dawn.  ma come al solito, anche quel giorno mi chiamò dicendomi che non sarebbe tornata. il fatto che passava molto tempo con il suo ragazzo a volte mi innervosiva, avevo passato tanto tempo tenendola tra le mie braccia, aveva vissuto per anni con me , mi aveva parlato dei suoi primi amori, del suo primo bacio, e adesso di colpo la vedevo scomparire con un estraneo, almeno dal mio punto di vista. Ripensai a tutte le volte che Dawn mi aveva parlato delle sue esperienze sessuali: la prima volta lo aveva fatto con un certo Joseph Churchil che era considerato il più figo della scuola,ma la cosa che mi stupì maggiormente fu la semplicità che Dawn usò nel dirmelo, mi disse anche di aver fatto sesso con Mike Delan, Jake Farway, Aaron Micchigan, quello sì che era un predatore di donne. Un giorno, poi arrivò Nico Bianchetti, un ragazzo italiano, trasferitosi a Seattle a soli 3 anni, aveva solo qualche anno in più di mia figlia, ma era riuscito a conquistarla come nessun uomo fino adesso aveva saputo fare, ed io ero felice, perchè la felicità di Dawn era la mia, ma Nico me l'aveva portata via, ero orgogliosa di lei, ma dentro sentivo che mi mancava terribilmente. Dopo poco tempo ci ritrovammo tutti a tavola, mentre mangiavo ascoltavo le lamentele di Astrid e Jamie, che non facevano altro che litigare ultimamente, e mi innervosii. Quando i ragazzi ebbero finito di mangiare mi sedetti sul divano, senza pulire, infatti quel giorno lasciai il compito a Chrisitian. Mi stesi sul divano, mi sentivo sola, e e dentro di me continuava a prosperare quella voglia di vivere la vita fuori dagli schemi, mi sono immaginata come  una donna di mezza età nei panni di una umile ragazzina realizzando giorno per giorno ogni desiderio che per anni ha tenuto nel cassetto. Era troppo tempo che  tenevo soppresso questo irrefrenabile desiderio ed adesso aveva invaso tutto, la mia parte consapevole, il mio inconscio, ed ogni piccola cellula del mio corpo voleva subire una metamorfosi, come un bambino mai nato, un macigno che pesava sempre di più giorno dopo giorno. Aspettai con ansia la sera, nel pomeriggio mi presi cura di Jimmy Whide, il figlio di Tanja Gadwin, e finalmente, al calar del sole rientrai a casa, per cena c'erano panini freddi e duri come un sasso, quando tutti furono a dormire, compreso Christian mi preparai, mi chiusi a chiave in camera.. Afferrai una busta, ed estrassi il contenuto, era una gonna nera, poteva andare bene con una maglietta bianca, così provai e provai ancora, quando ebbi trovato l'abbinamento perfetto proseguii con i trucco, le guance rosee, ombretto dorato, rossetto molto delicato, capelli ricci.. ed uscii, non sapevo cosa avrei fatto, se mi sarei messa in ridicolo od avrei guadagnato la stima degli altri, una cosa era certa, che non sarei stata quella donna, che la gente era solita vedere, durante il corso delle giornate.

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