Furia

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Come sempre, pensare di poter prevedere quella ragazza risultò un mero fallimento. Non tanto per la chiamata imbufalita che Bella gli fece subito dopo essersi resa conto che l'aveva fatta rinchiudere a casa Cullen, quanto perché, nonostante l'impegno, Edward non poteva tenere a freno Jacob. Sapere che Bella era tornata a La Push lo fece star male. Era terribile credere di essere così lontano e così raggirabile. Però, d'altro canto, gli permise di riflettere a lungo sulla questione Jacob e gli tornarono utili i suoi ottant'anni. La gelosia era una vecchia strega, capace di rovinare tutto. Se lui avesse continuato a impedire, o cercare di impedire, le visite del cane avrebbe ottenuto solo una cosa: il rafforzamento del loro rapporto a discapito del suo. Sarebbe stato fin troppo facile per Jacob iniziare a dipingerlo come il pazzo geloso che tentava in ogni modo di soffocarla. Edward sarebbe diventato un fastidioso callo. Così, malgrado tutto e nonostante facesse un male terribile, Edward si convinse a cambiare atteggiamento. Non poteva tenere Bella lontana da Jacob, né fare il contrario, ma poteva sembrare superiore alla cosa. Doveva giocare d'astuzia e non dare modo al cane di parlare male di lui, nel limite del possibile. Jacob l'aveva consolata quando lui se ne era andato ed era una cosa che non avrebbe mai potuto cancellare. E per quanto quella situazione gli facesse male doveva imparare a superarla.

Di ritorno dalla caccia, Edward tentò di sdraiarsi accanto a Bella senza svegliarla ma non ci riuscì. Sebbene avesse fatto i conti con i propri fantasmi c'era ancora la questione del "rapimento" e lei aveva minacciato l'ira del grizzly. Perciò, quando si rese conto che lei era sveglia temette lo scontro e prima che lei potesse dar via alla sceneggiata, le chiese scusa. In tutta risposta Bella si girò verso di lui, abbracciandolo.

"Ero preparato a una collera che avrebbe fatto invidia a un grizzly, ed è questo ciò che ottengo? Ti dovrei fare infuriare più spesso"

"Dammi un minuto per elaborare", gli rispose, dandogli un bacio. Lontano da ogni previsione Bella non aveva alcuna intenzione di litigare e ciò lo rendeva ancora più felice. Non amava discutere con lei, non amava farla arrabbiare o darle dispiacere.

"Bentornato", gli disse. "Sono felice di rivederti"

"Questa è davvero una bella cosa", le sussurrò in risposta. Ed era vero: lei e lui, abbracciati nel letto. Sentire il suo profumo, il calore della sua pelle... E fu senza pensare troppo alle conseguenze che cominciò ad accarezzare il suo braccio, seguendone la linea fino al gomito e poi giù. Le prese la gamba delicatamente e la mise attorno a se stesso. Era bellissimo sentirla così vicina. c'era anche un po' di malizia in quel gesto. Voleva ricordarle quanto fossero fatti per stare assieme e fare in modo che quel pensiero la seguisse quando il cane le avrebbe visita. Il contatto si fece più forte, tanto che quella sensazione allo stomaco avvampò velocemente e dovette fermarsi. Come sempre Bella ci rimase male e lui si sentì colpevole. Era una situazione difficile per entrambi solo che la perdita di controllo di Bella non avrebbe messo in pericolo la sua vita, mentre lui...

"Non sei arrabbiato con me?". La domanda lo colse all'improvviso. Si era già dimenticato di La Paush.

"No"

"Non hai visto Alice quando sei tornato?"

"Sì. Perché?"

"Le toglierai la Porsche?". Edward trattenne uno sbuffo. Non gradiva essere giudicato un despota vendicativo.

"È un regalo, perché dovrei?"

"Non vuoi sapere cosa ho fatto?". Avrebbe voluto dire No. Non voleva che lei gli raccontasse la sua splendida giornata in compagnia di Jacob, non avrebbe sopportato l'idea. Eppure, cercò dentro di sé la forza necessaria per essere il fidanzato migliore.

"M'interessa sempre ciò che fai. Ma non sei costretta a parlarmene". In un certo senso aveva in sé sentimenti contrastanti: da una parte era curioso ma dall'altra geloso. Un limbo nel quale galleggiava sospeso.

"Ma sono andata a La Push"

"Lo so"

"E ho saltato la scuola"

"Anch'io". Sperò che il suo essere laconico facesse capire a Bella quanto si sentisse in difficoltà.

"Da dove viene tutta questa tolleranza?". Eccola, la domanda decisiva. Era il momento di giocarsi tutto.

"Ho deciso che hai ragione tu. Il mio problema riguardava più che altro... certi pregiudizi sui licantropi. Cercherò di essere più ragionevole, voglio fidarmi del tuo buon senso. Se tu decidi che non c'è pericolo, io ti credo". Bene, aveva concluso. Con quella frase aveva ripulito la sua fedina da tutte le scenate di gelosia passate e future, e si era aggiudicato un gran bel punteggio che, ne era certo, Jacob avrebbe faticato a scavalcare.

"Accidenti", disse Bella confermando al sua intuizione.

"E la cosa più importante: non voglio che questo diventi un ostacolo fra noi". Ba bam! Colpo finale. Si sarebbe stretto la mano da solo per l'ottima dialettica. Bella si accoccolò sul suo petto, sospirando felice.

"Credi che ritornerai presto a La Push?". Bella tacque e s'irrigidì. Che avesse messo il piede in fallo? "È solo per potermi organizzare, tutto qui. Non voglio che ti senta in dovere di affrettarti solo perché ci sono io ad aspettarti".

"No, non sto pensando di tornare". La risposta lo stupì.

"Ma non devi farlo per me". Com'era possibile? Aveva faticato tanto a tenerla lontana dai cani e ora non voleva più tornare?

"Credo di non essere più la benvenuta. Pensavo che Jacob avrebbe capito... non pensavo che sarebbe rimasto così sorpreso".

A quanto pareva, Bella e Jacob avevano discusso sulla sua trasformazione. Per quanto godesse nell'aver dato fastidio al cane, gli dispiaceva della sofferenza di Bella.

"Ha detto che preferirebbe vedermi morta". Edward trattenne un ringhio a fatica. Come osava anche solo pensare una cosa del genere? Lui e il suo branco sarebbero morti ancor prima di poter mettere un dito su Bella! Faticò qualche istante a riprendere il controllo e l'abbracciò.

"Mi dispiace tanto"

"Pensavo che ti avrebbe fatto piacere", gli disse lei.

"Piacere che qualcosa ti ferisca?". Per quanto cercasse di tranquillizzarsi, l'idea che Jacob le avesse detto una simile cattiveria lo irrigidiva. E Bella se ne accorse.

"Che c'è?"

"Niente"

"Me lo puoi dire"

"Ti arrabbieresti"

"Voglio saperlo". Eccola, la Bella che lui conosceva: testarda e curiosa.

"Sarei davvero capace di ucciderlo per averti detto quelle parole. Vorrei farlo". Bella sorrise.

"Il tuo autocontrollo è davvero un'ottima cosa"

"Potrei anche perderlo". E sapeva che era così. In un certo senso la protezione e l'amore per Bella l'avrebbero potuto spingere a tutto. Non c'erano più vincoli morali, né controllo quando in ballo c'era la sua vita. Si fece paura da solo. Fino a dove sarebbe stato in grado di spingersi per lei? Non ci volle molto perché la risposta sopraggiungesse da sola, limpida e cristallina.

Fino all'Inferno.


Edward's EclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora