Svolta

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Edward guardava il cielo. Le stelle erano appena visibili agli occhi di un vampiro, nascoste dietro la coltre di nubi di Forks. Pensava...

C'era stato un tempo in cui avrebbe creduto di poter provare disinteresse per qualunque cose e poi era arrivata Bella. Incurante del pericolo, incurante di ciò che lui rappresentava, quella ragazza l'aveva stravolto nel profondo, insegnandogli ad amare. Ma le prove da superare erano tante. L'umanità di Bella, per esempio. Quella fragilità che la faceva essere la creatura più incredibile dell'universo, la rendeva anche il punto debole perfetto. Avrebbero sempre tentato di colpire lei per ferire lui. Lo sapeva. Il suo amore per Bella aveva reso vulnerabili entrambi. C'erano state notti intere in cui aveva pensato a come sarebbe stata la vita di Bella se lui non vi fosse mai entrato. Avrebbe avuto una relazione normale, con un ragazzo normale e avrebbe sognato un futuro normale. Tutte cose che lui non poteva darle a meno che...

La promessa fatta ai Volturi era sempre lì, che pendeva sulla sua testa come una maledizione alla quale era impossibile sfuggire. Lui avrebbe trasformato Bella, lo sapeva, ma aveva bisogno di tempo. Scosse la testa a quel pensiero: un vampiro che chiedeva tempo. La festa per i diplomi era vicina, così tanto che Edwrad sentì girare la testa. L'indomani, Bella avrebbe vissuto una tappa della sua vita e l'avrebbe fatto da umana. Quante tappe erano importanti? Cosa avrebbe reso la vita di Bella degna di essere vissuta? Una laurea, un matrimonio e dei figli? L'ultima opzione fu costretto a eliminarla, un vampiro non poteva avere figli. Ma il matrimonio... Frugò nella tasca dei pantaloni e toccò la piccola scatola, sorridendo. L'anello era lì, serviva solo il coraggio di farlo. Dio quanto avrebbe voluto trascorrere l'eternità con Bella, se solo quel suo desiderio non avesse implicato la sua trasformazione.

Interruppe i suoi pensieri avvertendo Carlisle alle sue spalle.

"Ciao Edward. Qualcosa non va?"

Il vampiro alzò le spalle.

"Pensieri."

Carlisle si mise seduto accanto a lui e insieme guardarono il cielo.

"Bella?"

Edward annuì.

"Non ti preoccupare. La proteggeremo."

Il giovane vampiro sorrise. La sua famiglia era meravigliosa ed era l'unica cosa che aveva reso la sua esistenza degna di essere vissuta almeno fino all'arrivo di Bella.

"Non era quello a preoccuparmi, Carlisle." chiarì Edward. "Mi chiedevo... Secondo te sarebbe stupido da parte mia chiedere a Bella di sposarmi?"

Carlisle sgranò gli occhi.

"È un passo importante. Per entrambi. Il matrimonio è qualcosa di unico, Edward; qualcosa che lega due persone indissolubilmente per l'eternità. E mai come per un vampiro quell'eternità acquista un certo peso."

Risero entrambi.

"Se tu ritieni che sia giunto il momento per chiederglielo, allora fallo. Nessuno più di te può conoscere quel momento, Edward."

Il vampiro ripensò a molte cose e la sua volontà di sposare Bella non fece che crescere.

"Credo che il momento per me sia quello giusto. Devo solo cercare di capire se lo sia anche per lei."

Carlisle gli mise una mano sulla spalla, in modo affettuoso.

"Sei una persona eccezionale, Edward. E anche Bella lo è."

****

La giornata era trascorsa monotona e priva di interesse. Bella che cercava in ogni modo di evitare la festa organizzata da Alice; Alice che cercava di convincere Bella che sarebbe andato tutto bene. E poi c'era lui. Talvolta detestava dover essere l'ago della bilancia nelle loro discussioni, e allora se ne stava in disparte, sperando che la finissero.

Scese dalla sua Volvo e fece i pochi scalini che lo separavano da lei. Bella lo aspettava fuori casa e lui le arrivò alle spalle.

"Bella?"

Quando lei si voltò lui sorrise. Era incredibile come quella ragazza riuscisse ogni volta farlo innamorare. Se avesse avuto un cuore sarebbe uscito dal petto per correre nell'infinità del cielo. La strinse a sé e la baciò, così senza pensarci. Il contatto con le sue labbra era sempre qualcosa di emozionante e, come sempre, durava troppo poco.

"Vediamo di superare indenni questa stupida festa." borbottò Bella.

"Non permetterò che ti succeda nulla."

"Ma io non sono preoccupata per me." gli disse dolcemente, accarezzandogli le labbra con la punta delle dita della mano sana. Edward sorrise: chissà perché ma non era per nulla sorpreso da quella risposta.

"Pronta per festeggiare?" le chiese tenendo aperta la porta, mentre con l'altro braccio le cingeva la vita. Lei annuì, facendo una smorfia con la bocca ed entrarono.

La casa era stata trasformata in una discoteca e Bella rimase senza parole. "Incredibile." mormorò.

Già, Alice aveva davvero un talento nell'organizzare feste.

C'erano musica, luci stroboscopiche e soprattutto tanta, tanta gente. Edward rimase accanto a Bella per gran parte della serata, fingendo di essere un ragazzo alla festa del diploma. Erano tutti felici di lasciarsi il liceo alle spalle, mentre per lui sarebbe presto ricominciato. Ascoltava distrattamente i discorsi e le chiacchiere quando Alice attirò la sua attenzione. Lasciando Bella, si mosse velocemente verso la cucina dove Alice lo aspettava. Stava avendo una visione. E il mondo si fermò, per l'ennesima volta.

Partecipò teso, tenendole la mano e aspettando che finisse. Non appena Alice fu nuovamente cosciente, in pochi attimi gli mostrò tutto. Edward vide i neonati avanzare verso Forks seguendo un vampiro. Non c'era più tempo da perdere, non avrebbero organizzato nessuna offensiva a Seattle. Avrebbero dovuto combattere di lì a poco e l'avrebbero fatto a Forks.

Corse al piano di sopra per parlare con Carlisle, Esme e gli altri. Quando lo videro arrivare la preoccupazione si fece evidente anche sui loro volti.

"Stanno arrivando." disse freddo e sussurrando. "Alice li ha visti arrivare a Forks."

Carlisle incrociò le bracci al petto, mentre Esme si sedette sul divano.

"Ne è sicura?" domandò Carlisle, ben sapendo quanto quella domanda fosse sciocca: Alice vedeva le decisioni solo quando venivano prese.

"Dovremmo affrontare un esercito di neonati qui e senza essere notati. Sperando che siano ben controllati e che non si mettano a cacciare." concluse Carlisle. Esme gli prese la mano.

"Non appena finisce la festa ci metteremo a pensare a una tattica." disse Jasper. "Ora dobbiamo mostrarci tranquilli."

Edward sbuffò. "A nessuno frega se siamo alla festa, figuriamoci se si accorgono che siamo tesi."

Jasper fece un sorriso sghembo.

"Non mi riferivo agli invitati, Ed. Bella è piuttosto preoccupata, lo sento. E non solo perché ha visto Alice."

Edwrad fece un passo verso Jasper.

"Cosa intendi?"

Jasper fece finta di annusare l'aria. "Non lo senti anche tu questo odore di cane bagnato?"

Un ringhio cupo salì dalla gola di Edward che disse solo una parola prima di scendere le scale per raggiungere la festa: "Jacob."


Edward's EclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora