Dichiarazione

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Hola todos! Lo so è passato un sacco di tempo e davvero vi chiedo scusa. Non mollerò Eddy, lo prometto, ma sarò più lenta. Un bradipo va XD

Ad ogni modo... Spero che continuerete a seguire gli aggiornamenti.

Con tanto affetto.

Barbara.

****

"Non puoi fare sul serio. Hai completamente perso la testa". La voce di Bella era decisamente alterata.

"Di' quello che vuoi. La festa si farà."

Edward sapeva che Alice non si sarebbe fatta di certo intimidire da Bella. Se sua sorella aveva deciso di fare una festa, allora l'avrebbero fatta. Tuttavia, per quanto fosse divertente osservare in disparte quel battibecco, Edward si sentì in dovere di rallentare Alice o almeno provarci. Così le lanciò un'occhiataccia, soprattutto quando Alice fece menzione di alcune cose da dover sistemare. Non si sentiva per niente tranquillo: sapere che la vita di Bella era in pericolo, per quanto avesse dovuto ormai farci l'abitudine, lo tormentava.

"Quali sono le cose che dobbiamo sistemare?" domandò Bella. Edwrad alzò gli occhi al cielo: a quella ragazza non sfuggivano mai i particolari più importanti di una discussione.

"Secondo Jasper potremmo farci aiutare. La famiglia di Tanya non è l'unica alternativa Carlisle sta cercando di rintracciare dei nostri vecchi amici e Jasper è andato a trovare Peter e Charlotte. Sta pensando di chiamare Maria... ma nessuno in realtà vuole coinvolgere quelli del sud."

La famiglia Cullen stava cercando di smobilitare quante più conoscenze possibili per sedare i neonati prima dell'intervento dei Volturi. Nessuno avrebbe gradito una visita dall'Italia e Cralisle sperava che questo incentivo bastasse. Quando dei Neonati facevano casino, i Volturi intervenivano. Era inevitabile. A meno che loro non avessero posto fine alla cosa prima.

"Avete bisogno di un aiuto."

La voce di Bella giunse flebile alle orecchie dei due vampiri.

"Potrei aiutarvi io."

Edward s'irrigidì. Le affrerrò il braccio e sibilò.

"Davvero, non saresti affatto d'aiuto." A replicare fu Alice, mentre Edward era impegnato a mantenere la calma. Come poteva Bella non rendersi conto? Come poteva anche solo pensare una cosa del genere?

"Ricordi come Jasper ha descritto i neonati, Bella? Non saresti in grado di combattere."

Finita la scuola, Edward accompagnò come sempre Bella a casa. Sulla segreteria trovarono un messaggio di sua madre e Bella la chiamò. Mentre ascoltava la voce di Bella, Edwrad continuava a giocare con i suoi capelli, accarezzandole la testa. Era una ragazza testarda e forte, e non sarebbe stato facile tenerla lontana dalla battaglia. Non comprendeva il pericolo o, forse, non voleva prenderlo in considerazione. Edward si chiese se anche lui fosse così istintivo da ragazzo, se fosse normale o si trattasse di una dote esclusiva di Bella. Ma per quanto cercasse di ricordare non trovò nulla. La sua vita prima di Carlisle era da parecchi anni avvolta nelle nebbie del tempo, come se lui non riuscisse più a vedersi umano. Non avrebbe saputo dire se fosse una propria reazione o se anche per gli altri vampire fosse la stessa cosa. A ben pensarci, non aveva mai chiesto a nessuno della sua famiglia.

Ancora sovrappensiero, Edward venne abbracciato da Bella che, nel frattempo, aveva chiuso la conversazione con sua madre. Il suo profumo e il suo calore erano potenti, ma mai quanto la sua voglia di lui. Edward si staccò da lei prima di perdere il controllo e Bella mise il muso.

"Lo so, pensi che abbia una specie di autocontrollo perfetto e irremovibile." le disse in risposta al broncio. "Ma non è così."

Bella rimaneva sempre male dalle sue reazioni e lui non sapeva come fare per tenerla al sicuro senza ferire i suoi sentimenti. Se solo lei avesse saputo quanto fosse la voglia di averla fra le sue braccia! Ma non lo avrebbe saputo, almeno finché fosse rimasta umana. Quel pensiero gli fece stringere la mascella e tentò di cambiare discorso.

"Domani dopo la scuola vado a caccia. Solo un paio d'ore. Alice, Jasper ed Emmett ti terranno d'occhio."

"Uffa, non sopporto i bebysitter." replicò Bella, strappandogli un sorriso.

"È una cosa passeggera." provò a dire Edward. Nemmeno a lui piaceva la situazione, ma non c'erano molte alternative.

"Sai, non vado a La Push dal giorno del falò. Là sarei al sicuro."

Edward ci pensò su per qualche istante. Per quanto non sopportasse l'idea di saperla circondata da lupi e, soprattutto, da Jacob, doveva ammettere che La Push fosse un luogo sicuro per Bella. Dovette fare leva sul proprio autocontrollo per farsi vedere tranquillo e sereno mentre le diceva che aveva ragione e solo Dio sapeva quanto dentro si sentisse morire.

Fra i boschi Edward cercava di cacciare il più velocemente possibile. Aveva lasciato Bella al confine e l'aveva vista andarsene con Jacob, promettendosi di tornare il prima possibile. Maledisse il patto con i lupi che avevano reso il loro terreno di caccia piuttosto faticoso da raggiungere e tentò di muoversi in fretta per tornare da Bella.

Quando si fu sfamato, e con lui Carlisle, ritornarono correndo verso Forks. Edward non salì in casa, ma si mise seduto nella Volvo attendendo la chiamata di Bella. Fosse stato per lui si sarebbe palesato nel villaggio dei lupi e si sarebbe ripreso Bella ringraziando per averla tenuta d'occhio. Ma sapeva che sarebbe stata una pessima idea. Così, cercò di rilassarsi con la musica, sperando che la chiamata giungesse presto.

Il telefonino fece appena mezzo squillo e lui rispose. Bella dall'altro capo del telefono sembrava strana, preoccupata.

"Jacob ti ha riportata a casa?"

"Sì, ma vorrei vedere Carlisle. Vorrei che desse uno sguardo alla mia mano. Credo di essermela rotta." replicò la ragazza.

"Che è successo?" Edward faticava mantenere il controllo mentre già guidava verso casa di Bella. Possibile che lei riuscisse sempre a farsi del male?

"Ho preso a pugni Jacob."

Lui rise. "Bene. Mi spiace che ti sei fatta male però." Solo l'idea di Jacob che si prendeva un pugno da lei lo faceva divertire. Poi, però, un pensiero: perché Bella aveva colpito Jacob? Lei non era violenta né una che aveva reazioni sconsiderate. Quindi perché?

"Che ha fatto?"

"Mi ha baciata."

Silenzio. Edward strinse il volante della Volvo fino a sentirne rumori di cedimento. Quel... Quel cane aveva fatto cosa? Si sentì ribollire di rabbia e questa volta non l'avrebbe passata liscia, no. Nessuno lo avrebbe potuto fermare.

"È ancora a casa tua?" domandò Edward con un ringhio.

"Sì."

"Sono all'angolo."

Edward fermò la macchina sul vialetto di casa Swan facendo stridere i freni e in meno di tre secondi fu davanti alla porta.



Edward's EclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora