Bersaglio

1.7K 90 19
                                    

Edward doveva continuare a nutrirsi e per farlo abbandonava Bella. Gli pesava molto soprattutto perché lasciarla sola lo faceva sentire terribilmente in colpa. Eppure, anche un vampiro ha bisogni che non può ignorare e la sete era uno di quelli. Anzi, quella era l'unica cosa alla quale un vampiro non avrebbe mai potuto rinunciare. Eppure, Edwrad era sempre più convinto che Bella fosse addirittura più forte della sete stessa: avrebbe potuto rinunciare alla caccia, a nutrirsi, ma non avrebbe mai potuto immaginare l'assenza di Bella dalla sua vita. Così, quando la necessità di bere lo spingeva fra i boschi, cercava d'impiegare meno tempo possibile: al primo battito di animale si nutriva, incurante del gusto, incurante di ogni altra cosa attorno. Voleva tornare da Bella il prima possibile. Punto.

Si trovava vicino alla porta di casa Swan. Era contento perché avvertiva il battito del cuore di Bella e un sorriso si era già stampato sul suo volto, ancor prima di incrociare lo sguardo della ragazza. Si stava rilassando, felice perché avrebbe avuto la sua giornata assieme a Bella quando l'odore, famigliare e pericoloso, lo colpì all'improvviso. Dovette respirare un paio di volte perché il suo cervello non riusciva a capacitarsene, ma l'odore era inconfondibile: vampiro. Le sue narici si dilatarono, gli occhi diventarono predatori e in modo del tutto inconsapevole scoprì i denti. Proprio in quel momento Bella aprì la porta di casa.

"Edward? Che..."

Lui le posò un dito sulle labbra. Aveva un terrore viscerale che gli impediva anche solo di sembrare dolce. Doveva controllare, doveva trovare quel vampiro. Era lì o lo era stato.

"Aspetta due secondi. Non ti muovere". La paura che Bella potesse essere in pericolo, che Charlie potesse d'un tratto sapere tutta la verità nel peggiore dei modi... Corse rapido, salendo i gradini come il vento. Entrò in camera da letto e un ringhio salì dalla gola. Annusò l'aria, si avvicinò al letto, toccò il cuscino e poi la sedia. Un vampiro aveva camminato fra le cose di Bella, un mostro aveva osato entrare nella loro vita di soppiatto. Ma la cosa che lo faceva davvero rabbrividire era che non riconosceva la scia. Poteva essere di chiunque, di un nomade... In ogni caso, si trattava di un vampiro con esperienza e autocontrollo: non aveva fatto del male a Charlie.

Scese e andò da Bella che lo aspettava preoccupata.

"Qualcuno è stato qui", le sussurrò tentando di mantenere i nervi saldi.

"Giuro che nessun licantropo..."

"Non uno di loro", la interruppe bruscamente. "Uno di noi". L'espressione mutò in puro terrore, consapevole del pericolo.

"Victoria?", domandò la ragazza. Edward avrebbe preferito fosse la scia di quella vampira, almeno l'avrebbe ritrovata facilmente.

"È una scia che non riconosco", dovette ammettere.

"Uno dei Volturi?"

"Forse". Aveva pensato ai Volturi anche lui, in fondo erano pochi gli odori che conosceva e gli italiani erano troppi per poter riconoscere qualcuno in particolare.

"Quando?". Quella domanda fu quella che lo innervosì di più.

"Non da tanto: questa mattina presto, mentre Charlie dormiva. Per questo credo siano stati loro. Chiunque fosse non l'ha toccato, quindi lo scopo doveva essere un altro" . Edward era confuso. Perché quella visita? Ammesso che fossero stati i Volturi, erano venuti per controllare a trasformazione di Bella e questo apriva ulteriori scenari. Oppure un nomade? Allora perché non uccidere Charlie?

"Andiamo", le disse concitato ma Bella non si mosse.

"Ma... Charlie?". Ovviamente era preoccupata per suo padre, così prese il telefono e chiamò Emmett.

"Qualcuno è entrato in casa di Bella. Uno di noi"

"Volturi?", rispose Emmett.

"Non lo so. Non conosco la scia. Serve protezione per Charlie"

Edward's EclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora