Anumano

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Non posso fare a meno di condividere questo ''classico esempio" di idioti seriali

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Non posso fare a meno di condividere questo ''classico esempio" di idioti seriali.
Vedendo il post, osservando i commenti da menomati mentali, i mi piace e i fans, dobbiamo chiederci:
''perché tutto ciò nel XXI secolo?

1) L’essere Anumano raffigurato:

Nel corso della storia gli studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione sulla realtà umana (filosofi, psicologi, sociologi, ecc.) hanno cercato di raffigurare l’essere umano attribuendogli specifiche caratteristiche fondamentali che sono state poi elencate e raggruppate sotto il nome di “natura umana”.

Tra le raffigurazioni più conosciute della natura umana vi sono quelle di Thomas Hobbes e di Jean-Jacques Rousseau.

Essi presentano ritratti molto chiari ma del tutto antitetici della natura umana.

Offrendo una risposta semplice, seppure differente, nei riguardi di una materia molto complessa, essi sono riusciti a far sì che le loro idee sulla natura umana diventassero ampiamente note.

Infatti molte persone, senza neppure saperlo, fanno di solito riferimento all’una o all’altra immagine quando parlano degli esseri umani quali emergono dalla natura umana.

~ Thomas Hobbes
Per Thomas Hobbes l’essere umano naturale è una creatura fondamentalmente cattiva, sempre pronta a guerreggiare contro tutti (bellum omnium contra omnes) (De Cive, 1642).

Questa condizione miserabile propria di una natura umana intrinsecamente violenta ed egoista (homo homini lupus) può essere tenuta sotto controllo solo dalla presenza attiva di un potere esterno (lo stato territoriale) che emerge dal processo civilizzatore.

Senza la stato territoriale in quanto Leviatano che esercita il potere di vita e di morte su tutti, l’esistenza degli individui, proprio a causa della loro natura, sarebbe “solitaria, povera, sgradevole, brutale e corta”.

~ Jean-Jacques Rousseau
Per Jean-Jacques Rousseau, almeno in alcuni dei suoi scritti (Discours sur l'origine et les fondements de l'inégalité parmi les hommes, 1754) lo stato di natura è, al contrario, quasi una condizione beata dell’umanità, non ancora macchiata dalla corruzione e dalla violenza che sarà introdotta dalla cosiddetta civiltà.

L’essere umano in uno stato di natura è ancora capace di esprimere sentimenti di empatia e di simpatia nei confronti di altri esseri umani.

È solo con l’introduzione di relazioni basate sul potere che la natura umana diventa corrotta e appare ogni sorta di squilibrio e di miseria.

In tempi posteriori queste due immagini sono state ampliate e ulteriormente elaborate dai sostenitori dell’una o dell’altra posizione, con gli uni che paragonavano l’essere umano primitivo ad un animale feroce (il crudele selvaggio) e gli altri che esaltavano le virtù dell’essere umano primitivo non rovinato dalla civiltà (il buon selvaggio).

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