La filosofia di fronte all'estremo

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Non dover giudicare e non dover agire affatto è una condizione desiderata ardentemente da molti nel mondo moderno.

Non dover giudicare e non dover agire affatto è una condizione desiderata ardentemente da molti nel mondo moderno

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Ai nuovi ''bambini" attraverso guru, scrittori, poeti, cantanti, giornalisti...
c'è la filosofia dell' Inferno.
''non si deve giudicare nessuno!!!''

Una frase talmente potente e persuasiva che affascina tutti.

Nessuno menziona però fino a che punto si deve attuarlo?

Ovvio quando ormai si critica alla cazzo come oggi mentre i valori vengono trasformati in forme di pazzia ribelli, questa filosofia diventa un culto.
Infatti è anche vero che ci troviamo spesso a emettere rapidi giudizi sulle persone, che possono cambiare o rivedere il rapporto che abbiamo con loro.
Spesso diamo dei giudizi sbagliati a causa delle poche informazioni o perché non vediamo oltre a quello che abbiamo davanti.

Ed ecco che quindi tutto è permesso,
tutto non va giudicato e di conseguenza tutto va a puttane.

Persino uno dei più grandi malati mentali della storia umana la sparava grossa:

''Io non posso giudicare nessuno. Non ho remore contro alcuno. Tuttavia penso sia giunto il momento che voi tutti iniziate a guardare voi stessi, e giudichiate la menzogna nella quale vivete''.

Charles Manson!

Grazie alla ''filosofia di fronte all'estremo" delle cose, succede che s'innalza un buonismo terrificante.

Il male radicale coincide con la banalità del male.
Il buon padre di famiglia è il criminale del XXI secolo.
Il male è il conformismo.
Una democrazia che non contrasti quotidianamente questa radice del totalitarismo del NON giudicare,
sta minacciando la libertà e minando se stessa.

«La libertà è l'essenza dell'individuo umano e la giustizia l'essenza della convivenza umana.
Entrambe potranno sparire dalla faccia della terra solo con l'estinzione fisica della razza umana.»

Questo lavaggio del cervello del Non giudicare qualsiasi cosa, sta portando ad una giustizia inesistente.

Tutti con la bocca riempita di buonismo,
ma nessuno spiega:
come si può creare una giustizia se non c'è più un giudizio?

Se c'é qualcosa che possiamo salvare nella conflagrazione che ci ha investiti,

non potrà che trattarsi di quegli elementi essenziali che sono persino più basilari dei fondamenti della legge e della trama della tradizione e della moralità in cui essi sono intessuti''

Hannah Arendt così scrive nel suo libro.

È sempre stata consapevole di quale ridicolo delirio sia la pretesa di troppi filosofi che la filosofia sia una potenza che determina il senso e il carattere delle epoche.

Secondo la Arendt, per evitare ogni deriva utopistica sono necessari
realismo e immaginazione:

una forma di pensiero concreto che illumini la prassi,
pensando il mondo non separatamente (come certa filosofia elitaria),
ma rapportandosi a esso.

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