We're coming home ag...

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spalle voltate, mentre armeggiavo sul bancone della cucina in realtà col nulla cosmico.

"Si, che mi ascolti, Harry...e poi, se ti fa niente, un caffè andrà bene...", rispose Zayn, molto tranquillamente ma con tutta l'insolenza che gli era stata donata. Strabuzzai gli occhi. Ma mi girai, stendendo tutti i muscoli del viso, per far trasparire anche solo un briciolo di calma che mi avrebbe salvato il culo. In verità, il mio viso faceva trasparire tutto tranne che tranquillità.

"Voglio capire prima cosa ci fa qua lui...", risposi, indicandolo con un cenno del capo.

Zayn guardò Stan, che di rimando incrociò il suo sguardo, e il cenno che gli fece voleva intendere che poteva parlare. Stan si prese le guance tra le mani, appoggiando i gomiti sul tavolo, scuotendo poi animatamente la testa. Zayn gli appoggiò una mano sulla spalla, cosa che non mi sarei mai aspettato da lui, e Stan incominciò a balbettare qualche parola a caso.

"Io-...Ha-Harry io...oh fanculo, Harry...mi dispiace...", e scoppiò in lacrime. Io guardai prima lui, poi Zayn. Avrei voluto che continuasse il moro, sarebbe stato sicuramente meglio, avrebbe di sicuro articolato delle frasi migliori e più significative. E soprattutto, Zayn non aveva picchiato Louis, non aveva creato una tragedia come Stan, facendo finta di essere quello che non è mai stato per incutermi terrore. Ma l'unica reazione che ebbe Zayn fu quella di guardarmi, e annuire, alzando un sopracciglio, facendomi intendere che non avrebbe iniziato a parlare prima di una mia qualsiasi risposta a Stan.

"Ora dici che ti dispiace? Sei venuto fin qui per dirmi che ti dispiace, Stan? Non hai pensato minimamente a cosa stessi facendo prima?", mi avvicinai a lui, a pochi centimetri dalla sua faccia, arrabbiato, "HAI PICCHIATO LOUIS, PER DIO! L'HAI PICCHIATO! E CI HAI FATTO ALLONTANARE! TI RENDI ANCHE SOLO CONTO?", urlai, e la sua faccia si trasformò in puro terrore.

"Harry, non urlare...", mi disse Zayn. Lo guardai, e feci un verso di contraddizione, mentre tornavo appoggiato al bancone della cucina. Finalmente Stan ebbe il coraggio di rispondere, e di togliere le mani dal viso. Si asciugò l'ultimo residuo di lacrime che erano rimaste sulle guance.

"Harry, lo so, sono una merda, sono stato una merda...è bastato sentirmelo dire da loro quattro...non c'è bisogno che rincari la dose...non pensavo che tu prendessi la decisione di lasciare Louis...non pensavo sarebbe arrivata a tanto 'sta cosa..."

"E invece, guarda un po', l'ho fatto! E mi sto pugnalando il cuore ogni minuto che passa...ehi, aspetta un attimo, hai detto quattro?"

"Si, quattro...non siete mica in quattro, Zayn?", rispose Stan, rivolgendo la parola al moro.

"Si, siamo in quattro...", la perplessità nel viso di Zayn mi fece capire che non aveva capito a cosa stessi andando a parare.

"Se hai detto quattro, significa che c'era anche Louis...", arguii.

Zayn guardò prima me, poi Stan, capendo a cosa mi stessi riferendo. E cominciò a parlare, non prima di essersi sfregato le mani e massaggiato le tempie.

"Harry...ascolta...ora tocca a me parlare...e non m'interrompere, sai benissimo che poi perdo il filo..."

"Come quella volta che ti sei scusato, si, ricordo...", abbozzai un sorriso, ricordandomi di quel momento prima della festa in cui tutto si sistemò nel migliore dei modi.

"Ecco, appunto...perciò, fammi parlare...", mi rispose, e fece una pausa. Zayn, per quanto possa essere stato stronzo in passato con Louis, era forse il migliore amico che qualcuno potesse desiderare. Insomma, era venuto fino a Holmes Chapel, per parlare con me, per spiegarmi. E magari all'insaputa di Louis.

"Louis non sa che io sono qua...", ecco appunto, come volevasi dimostrare, "ma non è il punto...sono qua per spiegarti e raccontarti cos'è successo negli ultimi giorni...quando te ne sei andato, Louis mi ha chiamato urlando, e mi ha chiesto di raggiungerlo a casa...fu ciò che feci, e quando arrivai, mi disse di leggere un bigliettino...quello che gli scrivesti tu...ti dico la verità, rimasi di sasso inizialmente, ma non credetti fin dall'inizio a nemmeno una parola di quello che dicesti, tranne al fatto che tu lo amassi, e tanto...quello si, quello ci credo, Harry, ci ho sempre creduto..."

Pensavo Di Averti Perso- Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora