Capitolo tre.

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Capitolo tre.

"Manchi Kate,manchi alle tre del pomeriggio,manchi quando sono tra la folla e non vedo il tuo sorriso,manchi tanto e manchi sempre ed è la cosa che fa più male.. sentire la tua mancanza anche quando sono occupata,non solo quando è notte e sprofondo nei miei pensieri. Torna presto cerbiattolina "

Sono distesa sul mio letto con una sigaretta nella mano destra e il cellulare nella mano sinistra che leggo e rileggo questo messaggio da quando sono arrivata a casa.

La mia vita è così. È un uragano che spazza via tutto e tutti, che ti lascia senza fiato, che ti fa perdere ogni cosa e infine.. ti resta solo la speranza. Delle volte è come se per farcela dovessi superare qualsiasi cosa, come se quell'uragano in realtà fosse un cerchio di fuoco in cui tuffarmi per uscirne illesa.

Faccio un ultimo tiro, mi alzo e butto via la sigaretta dalla finestra.
Mi rilassa fumare, mi lascia l'amaro in bocca e mi lascia insoddisfatta, però io delle volte ci spero di sparire in quel soffio di fumo.

Mi decido a rispondere al messaggio della mia amica Brenda, quanto mi mancano i tempi con lei a San Francisco, ma ovviamente eccomi qui a Boston, ad assecondare mia madre per il suo lavoro del cazzo che mi porta a cambiare città ogni anno.

"Brenda non sai quanto sembrano interminabili le giornate qui, non mi sento a casa, non mi trovo in bene in nessun posto e sento che una parte di me sta per bruciarsene in chissà quale parte dove la mia anima è andata a farsi fottere. Mi manchi anche tu..ci sentiamo presto! ti raccomando ❤️
ps. deciditi a mettere lo spazio dopo la virgola che mi fai venire la claustrofobia"

Dopo il messaggio avevo intenzione di andarmi a fare una doccia ma sono stata interrotta dall'arrivo di mia madre che mi ha fatto la predica sul fatto che sono sempre sgarbata con lei.
Adesso è al pc che sta facendo delle ricerche e delle relazioni, si perché lei è così, anche quando ha del tempo libero da poter spendere per poter domandare alla propria figlia un semplice "come stai" preferisce starsene a continuare i fattacci suoi.

Adesso io sto uscendo di casa perché sentivo di poter soffocare in quel silenzio infernale che riecheggiava in tutta la casa. Julie mi ha chiamato dicendomi che sono tutti a casa sua e che se non ci fossi andata mi avrebbero preso con la forza e trascinata li, sinceramente non ci ho pensato nemmeno un secondo e le ho detto subito che ci sarei andata, non ne potevo più di stare dentro quelle mura.

In macchina la musica è ad alto volume e sto facendo in modo che sovrasti i miei pensieri.. ma un attimo! con tutti cosa intendeva? chi c'è in quella casa? incrocio le dita sperando non ci sia lui ma scaccio subito il pensiero perché anche se li ho visti parlare l'altro giorno in mensa non penso siano così confidenziali da farlo venire a casa sua. In men che non si dica, tra una riflessione e l'altra, eccomi davanti casa di Julie alla ricerca di un parcheggio, proprio quando parcheggio ecco che inizia una canzone bellissima che vorrei finire di ascoltare.

Ma perché le canzoni più belle devono arrivare sempre quando parcheggio?

Mi incammino verso il cancello che viene immediatamente aperto da Julie e resto paralizzata quando vedo James che porge il cellulare a Julie

"Tieni è mia madre deve dirti non so cosa riguardo qualche regalo" dice sbuffando James
Ma cosa? i loro genitori si conoscono? sono sconvolta

Quando James mi vede mi guarda dalla testa ai piedi sorridendomi in un modo così dolce e gentile che sento come se mi stesse aprendo il paradiso.

"Ziaaa ma no tranquilla vedrai che gli piacerà non farti tanti problemi!" dice Julie ancora conversando al cellulare

Se prima ero sconvolta adesso lo sono ancora di più, sento di non avere più salivazione e sono impietrita. Zia, l'ha chiamata zia! questo significa che... oddio! non ci posso credere

Ti trattengo e ti respiro .Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora