XI Capitolo

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Emma non sapeva come mai fosse così ansiosa quando si sedette all'interno del suo maggiolino fuori da Granny il giorno dopo. Regina aveva già detto si, e tutto ciò che rimaneva da fare alla bionda era discutere dei dettagli con lei. Non sarebbe dovuto essere tanto difficile, così continuò a rimanere in macchina, guardando Regina dentro il locale seduta al suo solito tavolo vicino alla finestra. E se non fosse stata d'accordo? E se lo stesse facendo per vendicarsi? Emma si morse il labbro, rimanendo immobile nell'auto.

Fu solo quando il Sindaco lasciò il ristorante dieci minuti dopo che Emma si slacciò la cintura e schizzò fuori dal sedile del guidatore.

''Regina!'' la chiamò Emma, senza nemmeno prendersi il tempo di chiudere la portiera.

La bruna si voltò e percorse nuovamente la strada che portava al Bed & Breakfast. La sua espressione era un misto di esitazione e divertimento.

Emma si avvicinò di pochi metri a Regina fermandosi di fronte a lei. ''Ciao.''

''Ciao, Miss Swan,'' disse Regina con il suo sorriso da politico. ''Hai rinunciato alla tua colazione stamattina?''

''Volevo parlarti,'' disse Emma, scrollandosi di dosso il nervosismo e guardando la bruna negli occhi.''del nostro appuntamento.''

''Si?''

Emma si irradiò. Quella era diventata la sua nuova parola preferita. ''Domani sera? Vengo a prenderti alle sette?''

''Con quella trappola mortale?'' spalancò la bocca Regina, spostando lo sguardo sulla macchina dietro di Emma.

''La mia macchina non è mai morta,'' si difese Emma. ''E' più robusta di quanto sembra.''

Regina contrasse le labbra ma annuì. ''Suppongo che ci vedremo domani.''

''Domani.''

Entrambe rimasero immobili, lo sguardo di una fermo su quello dell'altra.

''Non devi lavorare, Sceriffo?'' la rimproverò Regina, ma Emma potè captare il tono divertito con cui lo disse.

''Non devi governare una città, Signor Sindaco?'' la sfidò Emma.

Regina roteò gli occhi e girò sui propri tacchi. Voltò lievemente la testa prima di parlare oltre la sua spalla. ''Non fare tardi.''

Emma non potè sopprimere il sorriso che si era formato sul suo viso.

''Ah, l'amore giovanile,'' sospirò Ruby drammaticamente, appoggiandosi alla ringhiera della terrazza.

''Sono più grande di te,'' le ricordò Emma, non sorpresa del fatto che la cameriera avesse origliato.

''Hai creato un falso profilo e nascosto bigliettini nel suo 'armadietto','' la prese in giro Ruby. ''E' amore giovanile.''

Emma scosse semplicemente la testa e seguì l'amica all'interno del locale.

''Quindi, dove la porti, Casanova?'' le domandò Ruby non appena si diresse dietro il bancone.

''In un posto perfetto.''

Cavaliere84: E' strano vederti qui.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Vecchie abitudini. Quindi, dove hai deciso di portarmi?

Cavaliere84: Diretta. Mi piace.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Si, bè ti piace anche io sia 'autoritaria', cosa che mi fa credere che tu sia una specie di masochista.

Cavaliere84: Quello ti rende sadica?

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Pensi continuamente ai doppi sensi?

Cavaliere84: Pensi continuamente al sesso?

. . .

Cavaliere84: Sei rimasta senza parole. Un punto per Emma.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Non mi riferivo al sesso.

Cavaliere84: Certo, come no.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Non sfidare la tua fortuna, Sceriffo.

Cavaliere84: Adesso sei formale anche in chat? Penso che ci conosciamo meglio di così.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Lo vedremo domani sera.

Cavaliere84: Che cosa?

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Sono disposta a testare la nostra compatibilità.

Cavaliere84: L'hai detto come se fosse un accordo economico.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Sono incaricata nel chiudere la relazione se l'appuntamento dovesse andare male.

Cavaliere84: Quindi ammetti che abbiamo una relazione?

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Non ho detto questo.

Cavaliere84: Ne hai fatto riferimento.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Ero ipotetica.

Cavaliere84: Eri letterale. Mi stai mettendo alla prova nella speranza che io rovini tutto.

RagazzaDagliOcchiMarroni01: Ti sto mettendo alla prova nella speranza che tu non lo faccia.

. . .

Cavaliere84: Okay, preparati all'appuntamento della tua vita.

Kathryn rimase senza fiato quando vide Regina scendere le scale. ''Oh mio dio, sei bellissima!''

Regina non riuscì a non sorridere quando guardò verso il suo abito turchese senza spalline, lungo fino al ginocchio, con una sottile cintura che le cingeva il bacino. I suoi capelli erano pettinati alla perfezione e il suo trucco era leggero, in modo da mettere in risalto la sua bellezza naturale. ''Pensi che sia troppo?''

''Certo che no,'' disse esaltata l'amica, stringendole il braccio.

''Sei sicura di poter badare a Henry stasera?'' domandò Regina per la terza volta da quando la bionda era arrivata.

''Certamente. Ti meriti una serata fuori,'' Kathryn sorrise dolcemente alla bruna e le parlò con sincerità. ''Sono davvero felice che tu le abbia dato una possibilità.''

Il Sindaco le offrì un piccolo sorriso in risposta. ''Speriamo che non sia tutto inutile.''

Kathryn controllò l'orologio e cominciò a raccogliere le sue cose. ''Tra poco devo andare a prendere Henry.''

''Assicurati che-''

''Mangi la verdura, niente dolci, niente TV a meno che non abbia finito i compiti,'' concluse la bionda con sicurezza. ''Ho il tuo numero, quello di Emma, e il Dr Whale tra le chiamate rapide.''

Regina continuava ad essere agitata prima che l'amica le toccasse nuovamente il braccio. ''Rilassati. Divertiti.''

Detto ciò, Kathryn se ne andò mentre Regina cominciò a camminare nervosa avanti e indietro nell'atrio, notando che l'orologio segnava quasi le sette.

''Non ho niente da mettermi!'' gridò Emma, lanciando vestiti oltre la sua spalla, il suo corpo nascosto nell'armadio.

Mary Margaret evitò un indumento volante, letteralmente divertita dall'attacco di panico della sua coinquilina.

''Che ne dici di quello che avevi indossato al primo appuntamento?'' suggerì la bruna.

''Non è abbastanza speciale,'' borbottò Emma. ''E ci ho versato sopra dell'alcol.''

Mary Margaret sollevò un sopracciglio senza nemmeno voler sapere come fosse successo.

''Emma, sono già le sei.''

''Lo so!'' strillò Emma fuoriuscendo dall'armadio.

''E perché stai impazzendo?''

Emma sospirò e si lasciò cadere sul letto. ''Se rovino tutto, lei probabilmente lo userà contro di me come una scusa per non parlarmi più.''

''E' tutto nella tua testa, Em.''

''Me l'ha detto chiaro e tondo,'' sbottò la bionda. ''Ho prenotato nel miglior ristorante della città, pulito il maggiolino, e adesso l'unica cosa che mi ferma è la mancanza di un vestito.''

Si buttò indietro nel letto, sconsolata.

Mary Margaret si alzò e la tirò su con una forza inaspettata. ''Forza, l'ho dovuta chiamare nella mia classe per darle un biglietto, quindi è meglio che tu vada a questo appuntamento.''

Emma sussultò al tono della sua coinquilina. ''Okay.''

La bruna diede uno sguardo all'armadio di Emma, mettendo in disparte un notevole numero di giacche di pelle, gesto che provocò uno stridio a causa dei vari appendiabiti che vennero fatti scorrere l'uno addosso all'altro. Finalmente, l'insegnante tirò fuori un abito da cocktail rosso e prese anche l'unico paio di tacchi che Emma possedeva. Si voltò e li porse alla sua coinquilina. ''Vestiti.''

Leggermente terrorizzata da cosa avrebbe potuto fare la bruna, Emma prese in mano gli indumenti e si diresse verso il bagno per cambiarsi in fretta. Appena ebbe finito di arricciarsi i capelli come piaceva a lei e dopo essersi perfettamente truccata, uscì fuori incontrando il sorriso sul volto dell'amica.

Mary Margaret rimase ferma sul letto e porse ad Emma la sua pochette. Guardando l'orologio, Emma si diede da sola una pacca sulla schiena. Aveva ancora mezzora prima di andare a prendere Regina.

''Come sto?''

Mary Margaret sorrise con gli occhi. ''Lo adorerà.''

Emma esalò un respiro tremolante prima che il suo cellulare non cominciasse a suonare. Mise la mano dentro la pochette per afferrarlo e si corrucciò quando vide che la chiamata veniva dalla stazione. ''Pronto?''

''Sceriffo, Leroy sta causando problemi di nuovo. Ha bevuto troppo.'' disse Jack, il proprietario del bar di Storybrooke.

Emma smise di ascoltarlo alla parola 'Leroy' e chiuse gli occhi per la frustrazione. ''Puoi chiamare Ruby? Sono impegnata stasera.''

''L'ho già fatto, ma è da sola da Granny stasera. Non può lasciare il locale.''

Emma ringhiò e chiuse la chiamata. Leroy faceva meglio a sperare che lei non lo trovasse.

Regina stava cominciando a innervosirsi e si avviò verso il salotto, dove avrebbe avuto una perfetta visuale di chiunque fosse entrato nel suo vialetto. Per i quindici minuti seguenti, Mifflin Street rimase in silenzio.

Stava seriamente decidendo di togliersi i tacchi prima che un rumore di sirene non risuonò in lontananza, aumentando di volume man mano che si avvicinava.

Perplessa, Regina scostò la tenda del salotto per vedere le luci blu e rosse di una macchina e uno scontento Sceriffo Swan uscire fuori in uno stretto abito rosso e tacchi di dieci centimetri. Sarebbe stata ancora più bella se i suoi capelli non fossero stati tirati indietro in uno chignon disordinato, che si discostava completamente con il resto. Regina potè vedere nel buio la bionda tenere in mano qualcosa, ma l'immagine divenne sfocata dato che Emma cominciò a correre più veloce possibile, per quanto il vestito glielo permettesse, lungo il vialetto del Sindaco.

Un disperato bussare alla porta suonò all'interno della casa, e dopo aver guardato nello spioncino, Regina aprì la porta, trovandosi di fronte uno Sceriffo senza fiato, terrorizzato e dispiaciuto.

''Scusa,'' disse Emma immediatamente. ''Sono in ritardo, lo so, ma Leroy era ubriaco e non era molto collaborativo stasera e-'' si fermò per riprendere fiato. Sollevò intimidita il bouquet di rose bordeaux, prima di parlare dolcemente. ''Queste sono per te.''

L'espressione di Regina rimase imperturbabile quando accettò il bouquet, avvicinando spontaneamente le rose al suo viso per inspirare il loro profumo. Sorprendendo Emma, aprì leggermente di più la porta.

''Vado solo a metterle nell'acqua.''

Emma annuì rimanendo in silenzio, superando l'ingresso ed entrando in casa. Mentre Regina era nell'altra stranza, rabbrividì quando si guardò allo specchio. Si sciolse velocemente lo chignon, lasciando che i capelli le cadessero mossi sulle spalle, sistemandoli un po' qua e un po' la, ma a questo punto, non erano meglio di prima.

Regina ritornò, soffermando il suo sguardo su Emma. La bionda lo avvertì e alzò gli occhi, le sue labbra si spalancarono non appena vide finalmente come si era vestita Regina.

''Wow,'' disse rilasciando il respiro, causando un sorriso sul volto della bruna.

''Ti sei sistemata bene anche tu, Sceriffo.'' Il Sindaco fece qualche passo avanti ed eliminò la distanza che c'era tra loro. ''Stavo per chiudere qui la serata, ma a quanto pare mi hai convinta a non farlo.''

Emma sorrise. ''E tu pensi che sono io quella dipendente dal sesso.''

La bruna roteò gli occhi prima di fare un cenno verso la porta. ''Andiamo?''

Emma si morse il labbro. ''Il ristorante avrà dato via il nostro tavolo.''

Regina sollevò il sopracciglio confusa.

''Ma-'' intervenì subito Emma, ''Ho un piano di riserva, se sei interessata?''

''Molto bene,'' annuì Regina prima di seguire Emma fuori dalla porta.

''Prendiamo la tua macchina da Sceriffo?'' domandò Regina, sperando che la bionda stesse scherzando.

Emma aprì la porta per lei, contrando il labbro dispiaciuta. ''Leroy-''

''Giusto.'' Regina scivolò sul sedile del passeggiero, attendendo che anche Emma si sedesse.

Le luci e le sirene vennero spente, e Emma cominciò a guidare, allontanandosi dalla villa.

Rilassati, Em, si disse Emma, le mani nervose sul volante. Ha deciso di uscire con te nonostante fossi in ritardo, quindi calmati cazzo.

''E' un passo avanti rispetto al tuo maggiolino,'' commentò Regina.

''Che cos'hai contro di lui comunque?'' Emma si rilassò immediatamente, pronta a difendere con onore l'unica cosa che era rimasta costantemente con lei negli ultimi dieci anni.

''Le portiere si bloccano, c'è della ruggine all'esterno, quando è guasta risuona come un colpo di pistola, e sono sicura che il suo gas di scarico sia l'unica ragione per cui c'è un buco nell'ozono,'' rispose irritata Regina.

''Avrà anche un po' di anni, ma mi prendo molta cura di lei,'' Emma fece un sorriso compiaciuto voltandosi verso Regina.

Regina incontrò il suo sguardo, sostendendo la sfida. ''E fai anche le coccole al motore?''

Emma la guardò per un istante, concentrandosi poi sulla strada. ''Dovresti vedere che cosa so fare quando-''

''Avete intenzione di pomiciare voi due?''

Regina gemette all'improvvisa voce e si spostò più vicina al finestrino possibile. Leroy, che prima stava dormendo nei sedili posteriori, si alzò e si avvicinò alle due, il suo alito impregnato di alcol.

''Perchè non mi dispiacerebbe.'' Il suo sorriso era voglioso.

''Stai buono,'' disse Emma guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore.

''Che cosa ci fa lui qui?'' Regina si voltò con sguardo interrogativo verso Emma, che scelse questo momento per concentrarsi solo sulla strada davanti a sé.

''Non volevo essere in ritardo, quindi l'ho ammanettato qui dietro. Deve solo smaltire la sbornia,'' spiegò lo Sceriffo.

''Era da un po' che non andavo a un appuntamento,'' sorrise Leroy alle due.

''Mi chiedo come mai,'' sbottò la bruna tornando a guardare di fronte a sé. Si piegò in avanti quando si accorse che Emma stava rallentando sulla strada fuori dal suo appartamento.

Regina inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. ''E' davvero presuntuoso da parte tua, Miss Swan.''

Emma si limitò a guardarla con un sorriso compiaciuto sul volto prima di uscire dall'auto e e aiutare Regina a scendere. Diede una veloce occhiata ai sedili posteriori e parlò all'uomo che era ammanettato lì. ''Se sei sobrio quando avremo finito ti lascerò andare.''

L'inserviente offrì solamente un sorriso sarcastico prima di accasciarsi nuovamente sui sedili.

Emma si ricompose e si voltò a guardare Regina, che stava osservando l'edificio a tre piani. Improvvisamente Emma cominciò a sentirsi in imbarazzo e si incamminò lentamente verso la bruna. ''Non è un ristorante a cinque stelle, ma ho preso lezioni di cucina da una bravissima insegnante.''

Regina sorrise e inclinò la testa, lasciando che Emma le guidasse la strada.

Fortunatamente per Emma, la sua coinquilina aveva deciso di passare la serata con Ruby una volta finito il suo turno al locale, quindi l'appartamento era piacevolmente silenzioso.

''Vino?'' domandò Emma, prendendo una bottiglia dal frigo.

''E' buono?'' chiese Regina completamente seria.

''Non te lo offrirei se non lo fosse,'' disse la bionda facendo saltare il tappo e versando del vino rosso a lei e Regina.

Preso in mano il bicchiere, Regina fece agitare leggermente il liquido all'interno prima di bere cautamente un sorso. Il sorriso soddisfatto sul suo viso non passò inosservato a Emma.

''Due punti per Emma?'' sorrise compiaciuta, appoggiando il bicchiere sul bancone. Senza attendere una risposta, la bionda si diresse verso il frigo, tirando fuori vari ingredienti prima di prendere una pentola e riempirla con dell'acqua.

Regina, cosa inusuale per lei, si sedette su uno degli sgabelli intorno al bancone, guardando Emma muoversi in cucina.

''Quindi la tua idea di appuntamento è una corsa con la macchina della polizia verso casa tua dove tu mi cucini un piatto che ti ho insegnato?'' meditò la bruna.

Emma girò leggermente la testa mentre versava del latte in una larga padella. ''Questa è una creazione di Emma, l'ho trovata su internet.''

''Stai allargando i tuoi orizzonti, Sceriffo,'' disse Regina fingendo di essere impressionata.

La bionda fece immergere le fettuccine nell'acqua che stava bollendo, poi mescolò la salsa con una frusta, mettendosi di lato in modo da poter cucinare e allo stesso tempo di guardare la sua ospite.

''La mia idea di appuntamento era andare in un ristorante francese di cui non riesco a pronunciare il nome, dove della musica veniva suonata mentre mangiavamo del cibo incredibilmente delizioso, talmente caro che solo un'insalata sarebbe costata quindici dollari, ma non sarebbe importato perché sarei stata seduta di fronte a te,'' rispose Emma senza perdere un colpo.

Regina tirò indietro la testa dopo alla confessione di Emma, stringendo gli occhi di fronte al sorriso che si era formato sul viso della bionda.

''E se il cibo e la musica sono i nostri standard, allora questo sarebbe l'appuntamento numero due,'' continuò Emma.

''Oh?'' disse il Sindaco meravigliato. ''Dov'ero durante l'appuntamento numero uno?''

''Seduta alla tua scrivania cercando di non divorare in un solo boccone il tuo panino, con Bon Jovi come sottofondo,'' rispose lo Sceriffo mentre scolava la pasta.

Regina sorrise a quel ricordo. ''Non era un appuntamento.''

Emma prese l'ormai densa salsa e la depositò sulla pasta appena cotta, aggiungendo al tutto dei broccoli al vapore e cominciando a mescolare. Si avvicinò velocemente al bordo del bancone per accendere il suo iPod e dopo pochi secondi, la lenta melodia al piano di Greensleeves riempì l'atmosfera.

''Questo sicuramente lo è,'' disse Emma mentre riempiva i piatti con le fettuccine.

Il Sindaco osservò Emma preparare velocemente il tavolo, posando anche una candela nel mezzo prima di prendere i piatti. La bionda prese il suo bicchiere di vino e la bottiglia, facendo un cenno verso il tavolo. ''Pronta?''

Regina guardò Emma per un momento, notando la vulnerabilità nei suoi occhi verdi. Era come se la bionda fosse ancora sotto shock per il fatto che avesse accettato di uscire con lei. Alzandosi dallo sgabello, Regina seguì Emma al tavolo.

''Vedo che le mie lezioni hanno dato i loro frutti,'' si complimentò Regina durante la cena.

''Non esserne sorpresa,'' Emma sorrise divertita. ''Se avessi fallito allora tu saresti stata una pessima insegnante.''

''Al contrario, il tuo modo di cucinare non avrebbe avuto niente a che fare con le mie capacità di insegnante. Saresti semplicemente stata inadeguata,'' ragionò la bruna.

''Grazie per il complimento,'' Emma alzò il suo bicchiere per brindare.

La prima parte della cena l'avevano passata parlando di argomenti ordinari, nessuna delle due donne era ancora pronta per parlare di cosa stava succedendo quella sera. Una parte di Emma sperava che Regina non tirasse mai, mai più fuori l'argomento Singlebrooke, in modo che potessero cominciare tutto da capo. Ma quando mai Regina aveva fatto ciò che Emma desiderava?

''Che cosa ti ha fatto venir voglia di contattarmi?'' chiese la bruna catturando lo sguardo di Emma.

Lo Sceriffo si scrollò vagamente le spalle. ''Lo volevo fare da un po' di tempo.''

''Ma perché proprio lì?''

''Senza offesa, Regina, ma non sei la persona più facile da affrontare,'' rispose Emma sinceramente. ''Soprattutto quando si tratta di me.''

''Quindi la tua idea era di gran lunga migliore?''

''Non sapevo che cavalcavi. Non sapevo che hai contagiato Henry con la varicella quando aveva sei anni. Non sapevo che fossi stata sposata,'' elencò Emma. ''Ma so per certo che se fossi venuta da te per sapere queste cose, tu non me le avresti dette.''

Regina era sul punto di negare quell'affermazione, ma anche lei era consapevole che non si sarebbe mai confessata con nessuno, con nessuno che avrebbe potuto usare le informazioni ottenute a proprio vantaggio.

''E' stato meschino,'' continuò la bionda, ''ma non mi pento di averti conosciuto.''

Regina potè udire la sincerità nelle parole di Emma, nonostante continuò a studiare l'espressione della bionda per trovare una qualsiasi traccia di bugia o di presa in giro o di qualcosa che non fosse sincero. Non trovò nulla.

Così, le offrì in risposta un sorriso sincero. ''Quindi, come diavolo hai fatto a incastrare la tua testa in una ringhiera?''

''Avevi programmato questo?'' chiese Regina quando Emma la accompagnò lungo il vialetto della sua villa.

''Se avevo programmato che Leroy si ubriacasse, che Ruby fosse da sola al lavoro lasciandomi a vedermela con lui e che il nostro tavolo al ristorante venisse dato via?'' commentò Emma.

Regina sorrise, guardando di storto la donna affianco a lei.

''E' stato bello,'' ammise la bruna.

''Si?'' sorrise Emma sollevata.

''Si.''

Questa era assolutamente la nuova parola preferita di Emma. Il sorriso rimase sul suo volto finchè non raggiunsero la porta d'ingresso.

Il battito di Emma accelerò mentre Regina trafficava nella borsa per cercare le chiavi. Se il suo dizionario degli appuntamenti era corretto, trafficare con le chiavi stava a significare che la donna si aspettava qualcosa. Emma deglutì chiedendosi se fosse troppo presto, se stesse correndo troppo o se-

Il suono della porta di Regina che si apriva interruppe i suoi pensieri. Emma si rimproverò mentalmente. Ci hai messo una vita, Swan. Ma i suoi rimproveri furono subito dimenticati quando Regina fece un passo avanti, eliminando la distanza tra loro, le sue labbra alla ricerca di quelle di Emma, che toccarono le sue prima una, poi due volte.

Emma aprì gli occhi sbattendo le palpebre per vedere una sorridente Regina che la stava guardando.

''Volevo farlo dall'incidente nella miniera,'' disse Regina, entrando in casa e chiudendo la porta.

Emma fissò la porta per un altro minuto, un enorme sorriso apparve sul suo volto quando si avviò sicura verso la sua auto. Scivolò all'interno ed espirò felice, guardando le luci della villa accendersi e poi spegnersi prima di accendere il motore.

''Per cosa stai sorridendo? Non ti ha mica portata a letto,''

Brontolò Leroy ancora disteso sui sedili posteriori.   

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