XII Capitolo

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Emma era tutta sorrisi quando ritornò a casa dopo aver lasciato Leroy al suo appartamento. La prova della sua serata con Regina era ancora lì, sottoforma di pentole e padelle da lavare.

Mi ha baciata. Pensò Emma avviandosi in cucina, rividendo nella sua mente le ultime tre ore nei minimi dettagli. Cazzo, Regina Mills, la Regina dei Ghiacci, il Signor Sindaco, mi ha baciata.

Colma di gioia, Emma si liberò dei tacchi, decidendo che i piatti avrebbero potuto aspettare di essere lavati l'indomani, e percorse le scale per buttarsi sul letto.

Ce l'aveva fatta. Aveva portato Regina fuori senza litigarci alla fine della serata. E l'aveva baciata. Oh, quello sarebbe rimasto uno dei suoi ricordi più belli.

Guardò l'orologio per vedere che erano passate le dieci. Si appoggiò un dito sul mento per pensare, e poi si raddrizzò, cercando la pochette per prendere il cellulare. Non era ossessionata. Voleva semplicemente darle la buonanotte.

Hey.

Meno di un minuto dopo, lo schermo si illuminò, segno che era arrivato un messaggio da parte di Regina. Sorrise.

Mi stai stalkerando di nuovo, Miss Swan.

Sembra più che tu sia affetta dalla sindrome di Stoccolma.

Devi continuare a lavorare sulle tue battute.

E' stato bello stasera. Mi è piaciuto.

Avrebbe potuto andare peggio.

Ti ucciderebbe ammettere per una volta nella vita che sei felice e piena di gioia?

Vuoi davvero rischiare? Potresti non ottenere un secondo appuntamento.

Ecco che si parla di un secondo appuntamento. Dimmi tutto.

Fai fare tutto il lavoro a me adesso?

Hai per caso trascorso il tuo ultimo mese a nascondere biglietti in tutti i posti possibili? Ho dovuto fare il bucato per una settimana per convincere Mary Margaret ad aiutarmi.

Povera Emma, confusa sul suo sesso.

Verrò per sempre presa in giro per quella cosa, non è vero?

Non se vuoi un secondo appuntamento.

E' la seconda volta che lo menzioni. Sembra che tu sia piuttosto impaziente, Signor Sindaco.

Forse è perchè voglio vedere se riuscirai finalmente a tirare fuori il coraggio per fare il primo passo.

Ci stavo arrivando.

Per favore, avrei potuto già aver indossato la mia camicia da notte se non avessi fatto io la prima mossa. Come sempre.

Ti dispiacerebbe descrivere questa camicia da notte?

E' un vero peccato. Magari se tu mi avessi baciata l'avresti vista tu stessa. Buonanotte, Sceriffo.

La mascella di Emma cadde. Come aveva fatto? Come aveva fatto questa donna a entrarle in testa così velocemente? Si limitò a fissare il testo del messaggio e mentalmente si prese a calci. Avrebbe dovuto essere stata lei a baciarla.


''Quindi suppongo che l'appuntamento sia andato bene?'' la mattina seguente Kathryn diede una gomitata all'amica dopo averle riportato Henry, che aveva dormito da lei la notte scorsa.

''Com'è stato?'' Henry alzò lo sguardo verso di lei curioso. ''Emma è ancora qui?''

Gli occhi di Kathryn si lanciarono su Regina al commento involontario di Henry. La bruna arrossì immediatamente, e accompagnò il figlio in cucina per fare colazione. ''No, Henry, Emma è nel suo appartamento con Mary Margaret.''

Lui sembrò deluso ma si sedette comunque al tavolo. ''Che cosa avete fatto?''

Regina rinunciò ad alzare gli occhi al cielo di fronte al figlio curioso. Così, gli servì dei waffle e della frutta per colazione. ''Mangia. Hai ringraziato Miss Nolan per aver passato la notte da lei?''

Lui annuì, dando un grosso morso al waffle e allo sciroppo. Per un momento Regina si limitò a guardarlo. Non c'era alcun segno di accusa, paura o disdegno nei suoi occhi. Solo speranza. Per gioco lei gli arruffò i capelli mossi, e come qualsiasi pre-adolescente, lui mugugnò e le scostò via la mano con un lamento.

Lei sorrise di gioia, felice del fatto che lui non fosse nervoso, e poi si diresse per appoggiarsi al frigo, dove Kathryn la stava aspettando.

''Allora?'' insistette l'amica, impaziente di sentire i dettagli.

Regina vacillò, non abituata alle ''conversazioni tra ragazze''.

''Dove siete andate?'' la aiutò la bionda. ''Oh! Siete andate a La Nuit Blanche? E' impossibile prenotare lì.''

Il Sindaco inarcò un sopracciglio, rivivendo i momenti della serata passata con un cenno di sorriso sul volto. ''Abbiamo parlato e cenato a casa sua. Ha cucinato lei.''

''Hai lasciato che cucinasse per te?'' domandò Kathryn sorpresa.

Regina semplicemente scrollò le spalle.

''Quindi,'' l'amica si irradiò, ''quando è il prossimo appuntamento?''

Regina ridacchiò divertita, cambiando posizione e ricordando la loro conversazione post-appuntamento. ''Immagino molto presto.''

Regina picchiettò la penna sulla scrivania, guardando la lancetta dell'orologio muoversi. Controllò il suo cellulare e le sue email, aveva perfino installato MSN nel suo computer di lavoro solo per vedere se Emma era online.

Stavano uscendo insieme da ormai una settimana, e si erano viste per tre appuntamenti, e quasi ogni giorno la bionda messaggiava Regina chiedendole come stesse andando la sua giornata o semplicemente per raccontarle qualche nuovo aneddoto.

Era quasi mezzogiorno, ed Emma non si era fatta ancora sentire. Regina gemette. L'essere dipendenti da qualcuno causa sempre dei problemi.

Malgrado cosa volesse il suo cervello, il suo corpo afferrò automaticamente il telefono non appena cominciò a vibrare sul tavolo.

Cosa stai facendo?

Lavorando, Miss Swan.

Quindi sei libera?

Penso che tu sia confusa dal termine 'lavorare'. Per te significa riempirti di dolci, cioccolata e sprecare palline di carta per giocare a basket.

Freccette, ci sei andata vicino.

Sei consapevole che sono il tuo capo, vero?

Ooh, stiamo tirando fuori quella fantasia di nuovo, non è così?

Torna al tuo lavoro, Miss Swan. Sono occupata.

Ne dubito fortemente. Apri.

Scusami?

Regina alzò lo sguardo non appena udì qualcuno bussare alla porta. Socchiuse le labbra incredula prima di alzarsi per aprire la porta.

Emma era appoggiata allo stipite della porta con un sorriso spavaldo sul volto e una borsa con del cibo d'asporto.

Il telefono di Regina, ancora stretto nella sua mano, vibrò, lei guardò in basso per leggere il messaggio: Sorpresa.

''Pensi di essere tenera, non è vero?'' Regina fece del suo meglio per guardarla di storto, incrociando le braccia al petto.

''Ho portato il pranzo.'' la bionda tenne in alto la borsa come se si trattasse di un'offerta di pace, prima di superare la bruna e raggiungere la scrivania, dove tirò fuori il contenuto del sacchetto.

''Ti ho detto che stavo lavorando.''

''Certo, l'enorme montagna di documenti hanno la tua immediata attenzione.'' disse Emma indicando la scrivania piuttosto spoglia.

Regina scosse la testa con leggerezza prima di chiudere la porta e sedersi nella sedia vacante accanto alla bionda.

Emma sorrise alla scelta del posto di Regina, ma non disse nulla mentre tirò fuori un panino, che mise di fronte al Sindaco, seguito da un'insalata per lei.

''L'Inferno si è davvero ghiacciato¹?'' sogghignò Regina indicando la verdura.

Emma si mise a ridere. ''Forse voglio vivere dopo i quarant'anni.'' aprì il contenitore prima di tirar fuori il suo doppio cheeseburger.

Regina rise. ''Continua a provare, mia cara.''

La bruna diede un morso al suo sandwich e nel frattempo parlò. ''Mi stai ancora nascondendo delle informazioni.''

''Impossibile. Ho scritto 147 biglietti.''disse la bionda mettendosi in bocca un crostino.

''Li hai contati?''

''Non fingere che non l'abbia fatto anche tu.''

Regina la ignorò e continuò. ''Qual è il tuo più grande rimpianto?''

Emma si bloccò per un istante. ''Qual è la tua posizione preferita?''

''Non sto cercando di ricreare quella conversazione,'' disse Regina esasperata.

''Ma era così divertente,'' sottolineò Emma.

Regina abbassò la voce di un'ottava e si sporse in avanti. ''Ti piace solo sentirmelo dire.''

Emma la guardò un momento, felice di essere sedotta. Togliendosi velocemente quel pensiero dalla testa, abbandonò la sua insalata per afferrare il cheeseburger. ''Ci sono altre cose che non mi dispiacerebbe uscissero fuori dalla tua bocca.''

Regina sbuffò prima di bere un sorso del suo caffè. ''Non mi hai ancora risposto.''

''Non è un segreto di stato,'' giurò Emma, ''ma credo che se lo tengo nascosto, sarai ancora più interessata a me.''

''Mi stancherò di te per la fine del mese,'' rispose Regina scrollando le spalle con nonchalance.

''Sei troppo dipendente,'' la liquidò Emma, dando un grosso morso al roastbeef, formaggio e bacon. ''E tu invece? Rimpianto più grande?''

''Ti racconterò questa storia un'altra volta,'' la prese in giro la bruna, ripetendo le stesse parole che Emma le aveva detto tempo prima.

''Dai,'' tentò di insistere Emma. ''Voglio sentire una storia di Regina Mills raccontata da Regina Mills.''

''Non c'è niente da raccontare,'' disse il Sindaco a disagio.

''Che mi dici di questa relazione segreta?'' chiese Emma. ''E' qualcuno che conosco?''

Gli occhi di Regina si oscurarono impercettibilmente, e prima di voltarsi per guardare interamente la bionda, si chinò in avanti per appoggiare una mano sulla sua gamba.

''Volevi solamente pranzare, Sceriffo?'' il suo tono si abbassò d'un tratto.

Emma era fin troppo consapevole della mano sulla sua coscia. Certo, aveva immaginato Regina nelle posizioni più scandalose prima che cominciassero a uscire insieme, ma vedere la bruna provarci veramente con lei era ancora meglio di tutte quelle fantasie messe insieme.

''Hai in mente qualcos'altro?'' domandò Emma speranzosa.

Regina si avvicinò ancora, il suo viso a pochi centimetri dalla bionda.

Le palpebre di Emma sbatterono freneticamente, le sue unghie conficcate nel bracciolo della sedia.

''Signor Sindaco?'' l'interfono di Regina suonò.

Emma spalancò gli occhi per vedere una compiaciuta, e nemmeno dispiaciuta, Regina.

''Magari la prossima volta,'' sorrise prima di tirarsi indietro e rispondere alla chiamata.

''Non è giusto,'' Emma mise il broncio, alzandosi.

''Al contrario. Ho avuto un pranzo gratis. Grazie, Sceriffo.'' nonostante il tono ammiccante, Emma potè sentire la sincerità con cui l'aveva detto.

La bionda prese dei lunghi respiri e poi cominciò a ripulire il pranzo. Regina era già tornata al lavoro, quindi Emma fu veloce nel raccogliere tutte le sue cose.

Fece un cenno con il capo per indicare che se ne stava andando e si diresse verso la porta, prima di fermarsi. Si voltò e si incamminò decisa di fronte al Sindaco, che la guardava confusa.

Con un dito, Emma sollevò il mento di Regina e le diede un dolce bacio sulle labbra, lasciando la bruna senza parole. ''Mi ero dimenticata che potevo farlo.''

Regina sorrise sulle labbra di Emma, prima di avvertire la bionda allontanarsi con un sorriso, abbandonando questa volta l'ufficio.

''Sono felice di vedere che sei ancora viva,'' la prese in giro Mary Margaret dopo aver chiamato più volte la bionda, osservandola mentre scendeva le scale.

Emma non alzò nemmeno lo sguardo, continuando a scrivere con il suo cellulare.

''Non ceniamo insieme da una settimana,'' commentò la bruna.

Emma si sedette al bancone della cucina, si era finalmente decisa di prestare attenzione, un sorriso malizioso si era fatto largo sul suo volto. ''Scusa, cos'hai detto?''

L'insegnate roteò gli occhi. ''Smetti mai di scrivere a Regina?''

''Si,'' disse Emma sulla difensiva, abbassando lo sguardo per leggere un nuovo messaggio.

''Quando dormi non conta,'' sospirò Mary Margaret, accorgendosi che era ormai una battaglia persa, e continuò a preparare la cena.

Emma annuì a lungo e fece dei commenti appropriati quando la sua coinquilina le parlò della sua giornata, ma la sua mente era concentrata sulla conversazione che stava avendo con Regina.

Non era un segreto che le due donne fossero famose per i loro eufemismi e le continue allusioni, e in alcune occasioni avevano addirittura pomiciato come due ragazzine in preda agli ormoni, ma la piega che la conversazione di quella sera aveva assunto era diventata qualcosa di molto interessante. Dentro di lei, Emma era entusiasta e molto eccitata quando rispose.

E' facile, è come raccontare una fantasia nei minimi dettagli.

E come fa ad essere interessante?

Diventa interessante se chiudi gli occhi, immagini la mia voce, avverti le mie dita che si fanno largo tra le tue gambe, accarezzando le tue cosce.

Mmmh, non sono sicura che basti.

Poi ti distendo sul letto. Scricchiola, quindi dobbiamo stare attente a non svegliare nessuno, e le mie labbra premono sulla tua gola. Quando gemi, essa vibra, e io muovo la lingua lungo il tuo collo per alleviare la tensione.

Ora va meglio.

Mentre sei distratta, la mia mano comincia a muoversi sempre più sulla tua coscia nuda, avvicinandosi alle tue mutandine di seta. Non ho bisogno di toccarle per sapere che sono bagnate.

Toccami

Lo farò. Lo prometto. Ma prima scosto la tua camicia da notte, in modo che le mie labbra lascino un segno nell'incavo della tua gola, mentre le tue mani si muovono tra i miei capelli per farmi avvicinare. Sono così vicina che ti mordo il collo, facendoti gemere.

La mia mano percorre il tuo stomaco, e posso sentire quanto i tuoi capezzoli siano duri. Gemo quando muovo la mia bocca sopra di essi, assaggiandoli, leccandoli, assaporandoli. Questo ti piace?

Molto, laggiù in basso

Sorrido sul tuo seno, sentendoti ansimare, sentendo il tuo cuore battere così veloce. Sei disperata, ma mi prendo il mio tempo. La mia mano continua a giocare con l'elastico dei tuoi slip. Un paio di dita lo oltrepassano, ma non si spingono mai troppo in là.

Emma

Ti sollevo i fianchi e velocemente ti tolgo gli slip bagnati, baciando le tue gambe man mano che scendo. Ti guardo, così esposta e raggiante per me. Sei finalmente nuda prima di me, e non riesco più ad aspettare.

Smettila di giocare

''Emma!'' gridò Mary Margaret, e con una mossa audace, afferrò il cellulare dalla presa della bionda.

''No!'' gli occhi di Emma si spalancarono, provò a raggiungere l'altra parte del bancone nel disperato tentativo di riprendersi il telefono e continuare quell'importante conversazione.

L'insegnante si limitò a scuotere la testa e mise il cellulare nel loro cassetto delle cianfrusaglie. ''Regina può aspettare. Non voglio che ti messaggi con lei durante la cena.''

''Mary Margaret, ho veramente bisogno del mio telefono,'' la supplicò la bionda, cercando di corrompere la testarda coinquilina che si era posizionata di fronte al cassetto.

''Lo riavrai dopo cena.'' disse la bruna fermamente.

Emma si morse il labbro, le sue guancie divennero rosse e i suoi occhi si appannarono. Velocemente, Emma prese due piatti, mettendo un po' di tutto nel suo, per poi porgere l'altro a Mary Margaret.

Senza nemmeno aspettare e sedersi, Emma cominciò a divorare il suo pasto, con grande sconforto da parte dell'amica.

Quindici minuti più tardi, Emma si trovava sulle scale antincendio con una Regina piuttosto arrabbiata al telefono.

''Che diavolo era quello?'' strillò la bruna.

''Non volevo smettere!'' si difese Emma. ''Mary Margaret mi ha rubato il telefono perché pensa che messaggi troppo.''

''Di a tua madre che può-''

''Regina.''

Emma potè udire la bruna prendere due grandi respiri prima di calmarsi.

''Quindi,'' biascicò la bionda, allungando la parola, ''vuoi continuare?''

Il Sindaco si mise a ridere. ''Ti senti bruciare, non è così Sceriffo?''

''Non ne hai idea,'' Emma sorrise, dirigendosi verso la sua camera e adagiandosi sul letto.

''Bene.''

Tutto ciò che si sentì dopo fu il segnale della chiamata terminata.


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¹''L'inferno si è ghiacciato'' deriva dall'espressione inglese ''Did hell freeze over'', e indica qualcosa che non potrà mai accadere, come in questo caso che l'inferno si ghiacci.  

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