Capitolo 28

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Ieri sera c'è stata una delle partite più importanti del campionato, la Juventus ha giocato e vinto contro il Napoli. Finalmente ora occupiamo il primo posto, quello che ci spetta.
La squadra femminile, invece, è terza nella classifica. Oggi alle 19 giochiamo contro il Sassuolo.
Quando sono circa le 16.15 io e le mie compagne ci dirigiamo allo stadio per la rifinitura. Dopo circa due ore gli spettatori iniziano a prendere i loro posti e come al solito non possono mancare i miei ragazzi. Alvaro, Simone, Daniele, Claudio, Paul... ma stavolta non Paulo... magari arriverà dopo... spero solo vada tutto bene.

Mi trovo a terra, sento un dolore lancinante al ginocchio, allo stinco, alla caviglia... non riesco a capirlo dalle fitte che mi sta provocando. Porto le mani al viso per coprirmelo e le lacrime non possono fare altro che scendere lungo le mie guance. Sento delle urla, dei fischi, dei brusii lontani e in particolare una voce che sovrasta tutte le altre.
"Andrà tutto bene. Ti prometto che andrà tutto bene."
Mi sento sollevare da terra e appoggiare su una barella fredda e rigida per poi essere trasportata fuori dal campo.
Ancora voci, ancora dolore, ancora tanta paura che mi assale. Mi viene fasciato il ginocchio e poi vengo spostata su un lettino in attesa dell'ambulanza.
Passano pochissimi secondi quando qualcuno mi bacia dolcemente il ginocchio fasciato. Vorrei alzarmi per vedere chi abbia compiuto questo gesto ma non ho le forze, per non farmi mancare niente ha iniziato anche a girarmi la testa.
Sento due labbra sulla mia fronte accompagnate da delle dolcissime parole.
"Estoy aquí, nunca te dejaré." {Sono qui, non ti lascerò mai}
Quella voce, quell'accento, quello spagnolo che solo lui sa parlare in quel modo.
Sposto le mani dal mio volto solo per allungare le braccia verso di lui, come un bambino che vuole essere preso in braccio. Alvaro non ci pensa due volte e mi abbraccia, mi si scalda il cuore e per un attimo dimentico tutto ciò che è accaduto. Né in ambulanza né nella sala d'aspetto Alvaro lascia la mia mano o sposta lo sguardo da me.
Vengo visitata velocemente prima di entrare nella sala dei raggi x.

Aspettavo solo te||Alvaro e PauloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora