23.

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Lentamente mi stavo avvicinando a casa e sulla strada non c'era traccia di anima viva.                                  Tranne, tranne un ombra. Sembrava un uomo, era seduto sul marciapiede opposto a quello di casa mia.    
Mi mancavano pochi passi per arrivare a casa e cercavo di fare il possibile per passare inosservata.            
Avevo preso il vialetto di casa quando sentii qualcosa stringermi il polso.  Mi voltai e sentii un odore schifoso.  Un misto di alcool e sudore che invadeva le mie narici.

"Dove vai bambolina?" disse l'individuo con fare minaccioso. Devo ammetterlo avevo parecchia paura. Ero forte ma non troppo forte da affrontare un maniaco, ero forte ma non forte questa sera. Ero spiazzata avevo bisogno di calma ed invece mi ritrovavo terrorizzata con un individuo che non si sa cosa mi voglia fare sola in mezzo ad una strada deserta.  Iniziò a toccarmi dappertutto ed io non riuscivo a sfuggirgli. "Dai ragazzina non fare la difficile!" continuò. Cercai di respingerlo parecchie volte ma fu inutile, lui era addosso a me, il suo respiro pesante sul mio collo, le sue luride mani sul mio corpo. Si strusciava contro di me. Io cercavo in tutti i modi di levarmelo di dosso. Lui se ne accorse, tirò dalla tasca un cortellino che mi mostrò. "ti conviene fare la brava altrimenti finirà male." Mi irrigidii a quelle parole, ma nonostante tutto non mi arresi cercai sempre il modo di scappare. Lui però non me lo permise, sentii un dolore assurdo sulla pancia poi la sfiorai ed un liquido bagnava la mia mano. Lui anche rimase un momento ad osservare il tutto, momento del quale io ne approfittai per spingerlo e scappare.  Lui barcollò sicuramente per tutto l'alcool che aveva assunto. L'impresa fu veramente dura perché il taglio alla pancia mi impediva ogni movimento. Entrai in possesso del mio cellullare con il quale cercai di contattare la prima persona possibile perché mi aiutasse. Davanti alla mia visuale c'era una luce che offuscava la mia vista. Poi il nulla.

TRAVIS

Ero uscito dalla casa dei Salvatore abbastanza incazzato, cosa della quale a mio parere Lena se ne era accorta, prima di uscire incontrai il suo sguardo che pareva abbastanza preoccupato. Presi la moto e andai nel mio posto preferito. Andai sullo scoglio, quel posto mi rilassava parecchio. Passai parecchio tempo li a riflettere ma poi decisi di andarmene. Tornai a casa dove non incontrai nessuno, mi preparai un panino e salii al piano di sopra dove mangiai. Finito di cenare riportai il vassoio in cucina e risalii in camera. Ero tentato non sapevo cosa fare, sarei potuto uscire svagarmi un po', potrei giocare a FIFA –oppure potresti studiare-. E' vero non ci avevo pensato. Era già vicina la data della consegna di un saggio che ancora dovevo iniziare cosi pensai consigliato dalla mia coscienza di iniziare a leggere quel maledetto libro. Passai tutto il restante della serata a studiare finché non sentii rincasare i miei. Dopo alcuni minuti sentii dei passi che provenivano dalle scale, man mano si facevano sempre più udibili poi un Toc Toc.

"sei a casa?" mi domanda lei sorpresa.

"vedo che anche voi lo siete!" rispondo seccato. Che le importa se ero a casa o meno?

"si abbiamo perso un po' di tempo sulla strada a causa di un incidente che ha coinvolto una ragazza..."

"non mi interessa " risposi freddo "adesso esci" aggiunsi.

Lei senza alcuna opposizione abbandonò la stanza. Rimasi in silenzio per alcuni secondi poi squillò il cellulare.

"Travis, grazie al cielo." Era Emily.

"emy che succede?" le chiesi abbastanza preoccupato

"Lena, non so che succede, mi ha chiamato e subito dopo ho sentito un urlo, ho cercato di ricontattarla ma non ci sono riuscita. Ho chiamato Liam per chiedere sue notizie ma dice che non si trova con lui, che se ne è andata prima dalla cena."

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