17.

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"Posso?" Tutt'ad un tratto sentii una voce alle mie spalle.
Alzai lo sguardo verso James che annuiva con decisione a qualcuno dietro di me.

Mi girai lentamente e avrei preferito non farlo.
Era Travis.
Era lì impalato e mi fissava, come se fosse la prima volta che mi vedeva.
Mi voltai di scatto nuovamente alla ricerca di James ma notai con dispiacere che si era volatilizzato.
Lo cercai con lo sguardo ma non lo vidi.

Tornai a concentrarmi su Travis, l'unico che conoscevo nei paraggi.
"Cosa vuoi Travis?" Gli chiesi infastidita, per aver rovinato la mia tranquillità.
"Ballare con te." Rispose quasi provocandomi, con un sorriso malizioso.
Poi all'improvviso mi ritrovai con le sue mani lungo la mia schiena.
Le sue grandi mani che la sfioravano delicatamente.
Sentii inizialmente un brivido, come una scossa che mi fece quasi tremare le gambe.
Mi sentii poi improvvisamente piombare un ondata di calore addosso.
Era la prima volta che sfiorava la mia pelle, così.
Le sue mani erano così calde, il suo tocco così piacevole.
Mi concentrai poi su di lui.
Notai che mi stava osservando.
Eravamo immobili nella pista.
Cercavo di capire quale fosse il suo intento.
Il perché dei suoi sguardi così insistenti.
Che mi mettevano in soggezione.

Scommetterei tutto che in viso adesso ero diventata un peperone.

Poi ricordai.
Ricordai la sua biondina.
Le sue mani sul suo sedere.
E mi sentii schifafa di avere quelle mani addosso.
"Lasciami Travis." Gli urlai staccandomelo di dosso.
Il mio intento fu inutile perché le sue braccia non mi lasciavano via d'uscita.
"Ti ho detto di mollarmi, vai dalla tua biondina. Cosa c'è? Ti ha lasciato forse." Gli dissi tutto d'un fiato.
-sembri una pazza psicopatica, gelosa. Contieniti un poco.-

Lui non ribatte, anzi mi stringe di più a se.
Circonda la mia vita con entrambe le braccia come in un abbraccio e appoggia la sua testa sulla mia che era praticamente incollata alla sua spalla.

Non avevo via d'uscita.

-Come se volessi scappare, ammettilo che ti trovi bene fra le sue braccia, che ti piace il suo profumo di vaniglia e cocco.
Che adori il modo in cui senti battere il suo cuore, che va a tempo con i respiri regolari e lenti.
Ammettilo che vorresti baciare quelle labbra rosee dal sapore tuo tanto amato.-
Si sentiva dal suo respiro che aveva bevuto qualcosa che sapeva di fragole e menta.
Io adoro le fragole.

Potrei mai darti torto coscienza cara?
E come potrei farlo?
Hai azzeccato in pieno tutto.

Le note lente della canzone facevano sì che il tempo sembrasse durare all'infinito.
Mi trovavo bene fra me sue braccia, odio ammetterlo ma la vocina dentro la mia testa ha ragione.
Adoro questi piccoli particolari su di lui.
Nonostante fosse uno stronzo.

La canzone era già terminata, era seguita da una molto più ritmata ma noi eravamo ancora uniti come due pezzi di puzzle che si completano.

Passammo molto, troppo tempo così vicini e a poco a poco i nostri corpi si stavano allontanando.
La sua presa era diventata più leggera ed io ne approfittai per andarmene.
Non potevo continuare così.
Ok eravamo diventati amici, ma le cose fra di noi non erano proprio così.
Sentivo che c'era qualcosa in me quando stavo in sua presenza e conoscevo al pieno lui. Non mi sarei potuta innamorare di lui.
Non avrei dovuto!

Lui se la spassava con tutte e poi veniva a ballare con me?
Non avrei voluto cascare in una delle sue avventure 'amorose' per poi rimanerci di merda e soffrire come una matta.
Per quanto stare fra le sue braccia fosse così piacevole.

Così mi liberai dalla sua presa e uscii dal locale e lui sembrò non seguirmi.
Grazie al cielo.

Appena uscii un brivido mi percosse per tutta la schiena.
L'aria fresca dell'autunno era sempre più insistente.
L'alcool che avevo assunto durante la festa non aiutava.
Mi ritrovavo tra un ondata di calore che usciva dal mio corpo e la freschezza dell'aria circostante.

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