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Lena

"Più forte mamma, più forte. Voglio toccare il cielo."
"Tieniti forte Lena."
Eravamo al parco, era una bellissima giornata di sole.
Ho sempre voluto toccare il cielo, le nuvole, da piccola avevo una gran fantasia.
Crescendo però ho vissuto molte delusioni il che mi hanno fatto cambiare, dalla piccola e socievole bimba alla stronza e scontrosa adolescente.

"La mamma va a prendere il gelato." Infondo alla strada c'era un gelataio lei era diretta in quel posto.
Io continuavo a dondolarmi senza il suo aiuto.
Inizialmente la vidi percorre la strada verso la gelateria ma poi tutto divenne bianco, le stai entrando come in un vortice di luce.
"Mamma, m..mamma." Se ne stava andando.
Mi guardava e sorrideva come sempre faceva quando mi leggeva le favole la sera.
Era un sorriso sincero.
Io scoppiai a piangere ero rimasta sola sull'altalena.

Mi svegliai improvvisamente piangendo.
Mi trovavo in camera mia. Cercai di ricordare cosa fosse successo.
Si era trattato di un sogno finito male, dove la mia amata mamma stava sparendo.
Le lacrime mi rigavano il viso, sentivo un forte dolore nel cuore, una mancanza, un vuoto incolmabile.

Mi coricai abbracciando a me un cuscino e trattenendo ancora le lacrime.
Era la prima volta che sognavo la mamma.
Prima di adesso non era mai successo.
La cosa che mi fece tranquillizzare fu il suo sorriso.
La sento sempre presente, ma vorrei abbracciarla, parlare, avere il suo conforto.

Decisi di rimanere per tutta la mattinata a letto.
Liam venne da me a dirmi che i nostri genitori non ci sarebbero stati nemmeno oggi.
D'altronde non era una novità, facevano spesso così.
Ma oggi non mi importava non ero in vena di fare nulla, solamente di stare a letto.

"Lena, che ti succede?" Mi chiede Liam preoccupato.
Sicuramente ero orribile. Avevo pianto per tutto il tempo ma nonostante tutto cercavo di nasconderlo.
"Nulla, Liam sta notte non ho dormito sono solo stanca." Evito ogni contatto visivo e di prolungare il discorso.
"Si vede che hai qualcosa, perché non ne parli."
"Perché Liam non ho nulla, lasciami in pace." Sbotto e mi copro con il piumoncino.
Scoppiai a piangere ancora, trattenevo i singhiozzi perché lui non se ne accorgesse.
L'ultima cosa che volevo era trattarlo male, ma avevo bisogno di stare sola. Sfogarmi.
"Quando avrai voglia di parlare o di distrarti sai dove trovarmi."
Nonostante tutto ciò che gli combinavo lui era così comprensivo con me.

Rimasi per tutta la mattinata a letto a piangere, sentivo ancora quel vuoto in me, un vuoto che non riuscivo a colmare.
Ma sentivo qualcosa di più strano, sentivo che la mamma mi mancava ma quel vuoto non era dovuto solamente a lei.
In me c'era qualcosa che non riuscivo a capire.

Decisi di alzarmi dal letto e andare a fare una bella doccia.
Mi lavai e vestii a caso.
Poi scesi al piano di sotto dove c'erano Liam e Travis.
In quel momento sentivo una sensazione strana.
Mi sentivo al mio agio, era come se la sua presenza mi facesse piacere, come se era di lui che avevo bisogno.
Non mi feci vedere dai ragazzi.
Andai in cucina e presi dei biscotti, la Nutella e le patatine.
Mi sentivo depressa, era particolarmente un momento no per me.
Salii le scale senza farmi sentire e mi richiusi in camera.
Presi le patatine e mi sistemai sul divanetto vicino alla finestra.
Osservavo il cielo e il mare, erano anche loro tristi. Il cielo era grigio e il mare sembrava che a momenti sarebbe entrato in tempesta.

Sembravano essersi messi d'accordo con i miei sentimenti.

Presi le cuffie e il cellulare, pensai che ascoltare musica mi avrebbe aiutato ma non fu così.
Inserii la riproduzione casuale e le uniche canzoni che si riproducevano erano tristi anch'esse.
Cosii dopo averci pensato a lungo decisi di scendere sotto dai ragazzi.

"Posso stare con voi?"

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