Chapter twelve

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Percorro i corridoi deserti per raggiungere la mia classe, anche oggi sono in ritardo.
«Fermati» quella voce la riconosco al primo impatto, cosa vuole da me?
«Uno, da quando prendo ordini da te? Due, io sono una sfigata, mi dispiace, parlo solo con gli sfigati» dico facendogli l'occhiolino e continuando a camminare.
«Loro non devono sapere nulla, non posso comportarmi normalmente con te quando ci sono i miei amici. Capiscilo cazzo.» dice quasi bisbigliando, come per paura che qualcuno lo potesse sentire.
«Vabbe» inizio a camminare più velocemente ignorandolo.
«Scusami» dice lui con tono al quanto dispiaciuto, ma non lo ascolto, e entro in classe.
Ho deciso che non lo ascolterò più, mi sono fatta prendere per il culo già una volta, e non ripeterò lo stesso errore.
«Signorina Meyer, è questo l'orario di entrare in classe?» Dice scontroso il signor Stilinson, sulla cinquantina, professore di Lettere.
Non rispondo, oggi mi mancava solo la romanzina, anche perché l'ultima volta che gli ho risposto, sotto suo ordine, si è arrabbiato e mi ha messo un rapporto per avergli risposto, chi capisce i professori è bravo.
Non ascolto la lezione, parlo tutto il tempo con Halis della festa a cui è stata invitata, a casa di Kevin Evans, quel ragazzo che ho notato qualche giorno fa in classe.
Oggi fa freddino, e con la divisa delle cheerleader ancora di più, devo mettermi una felpa, il problema è che non cel'ho, benissimo.
L'unica ora che seguo è quella di Arte, tutti si complimentano con me per il talento che ho nel disegnare, anche se non mi reputo così brava.
«Halis, tesoro, scusa ma ho mal di testa, possiamo riparlarne dopo?» chiedo gentilmente a Halis, anche se non so di cosa stesse parlando.
Mentre cerco di rilassarmi vengo colpita in testa da una pallina di carta, che ricade sul mio banco.
Mi giro di scatto, e trovo Louis che mi mima di leggerlo, quindi faccio ciò che mi dice:
"Tutto okay? Ti vedo giù." Leggo con difficoltà per colpa della scrittura di Louis.
"Sisi, tranquillo" scrivo per poi rilanciarglielo senza farmi beccare.
-
Tornando a casa decido di fermarmi da Starbucks, tanto sarei stata comunque sola a casa al mio ritorno, mia madre e mio padre sono partiti per quella famosa crociera di una settimana, devo ricordarmi di dirlo a Becca e Halis.
Vado al mio solito tavolo e ordino un caffè lungo, mentre guardo le news nella mia Home di Twitter, solitamente scrivo ogni tipo di cosa mi viene in mente sul mio profilo, e sono seguita da quasi sei mila persone, che ogni giorno intrattengono i miei disagi.
Ho un male tremendo alle tempie, sarà per il freddo.
Passo a Facebook, Noah ha tolto ogni tipo di informazione riguardante la sua vita privata, ma non voglio farmi false illusioni.
Decido di cambiare la mia immagine di profilo, e ne metto una in cui mi piaccio, stranamente, mel'ha consigliata Louis, quindi lo taggo nella foto.
Decido di mettermi a leggere, mentre sorseggio il mio caffè fumante.
Lo schermo illuminato del mio telefono interrompe la mia lettura:
Da: Noah Underson
Vieni con me alla festa,
Fatti trovare pronta alle 20.
Tuo, Noah x

Coffee shop - Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora