Four

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"Vaghiamo senza meta in cieli troppo immensi, 

come uccelli spaventati, stanchi di volare"



- Styles è l'alba, dobbiamo ritornare a casa, credi di farcela? - sentiva la mano fasciata intorpidita, erano passate ore e ore e lo aveva osservato dormire senza muoversi di un millimetro, ad un certo punto aveva smesso anche di toccarlo, per abituarsi al momento in cui avrebbero dovuto separarsi.

Vide i suoi occhi muoversi veloci sotto le palpebre e sapendolo sveglio, per un attimo andò nel panico.

E se Harry quella mattina fosse scattato di nuovo spaventato dal suo contatto, se avesse finto che quel bacio non ci fosse mai stato o peggio, lo avesse denunciato a suo padre?

Senza accorgersene fu lui a scattare in piedi, costringendo Harry a mettersi seduto, mentre si stropicciava gli occhi, per poi puntarli seri sui suoi.

- Dobbiamo tornare alle baracche, ce la fai a camminare? - lo vide annuire e dopo aver riordinato meticolosamente tutto, essersi sbarazzato del pezzo di grondaia usato per forzare il catenaccio, uscirono di lì, separati.

Avrebbe fatto passare di nuovo il braccio attorno alla sua vita per sorreggerlo, se fosse stata ancora notte, ma il giorno fa sparire l'incanto, ci si sente meno liberi di sognare, di sperare e guardare Harry illuminato dai primi raggi del giorno, gli mise paura.

Si teneva alla solita debita distanza, non aveva fiatato, si stringeva solo il petto, limitando piccole smorfie di dolore che gli facevano arricciare il naso e camminava al suo fianco, nonostante restasse comunque un passo o due indietro.

Lo guidò per sentieri secondari, mentre pregava di non incontrare nessuno, avrebbero fatto domande, avrebbero avvisato il generale e Louis non avrebbe avuto la forza di mentire, non avrebbe potuto guardare Styles negli occhi, non con il ricordo vivido delle labbra di suo figlio impresse sulle sue.

Aveva bisogno di qualche momento da solo per cancellare quell'avvenimento, per tornare il soldato di sempre.

- Se non hai bisogno di aiuto, ci vediamo fra qualche ora, vedrò di inventarmi qualcosa per giustificare il tuo occhio, la mia mano e tutto il resto... sicuramente noteranno il lucchetto forzato - scosse la testa rendendosi sempre più conto dell'enormità di regole che aveva infranto in una sola notte.

Harry restò immobile a fissarlo mentre saliva i gradini e apriva la porta della sua baracca, ovviamente senza dire una parola e anche se sapeva che non avrebbe dovuto, si sentì deluso da quel silenzio.

Si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul letto, la camicia senza maniche stretta sotto braccio, la canottiera con sopra la giacca che probabilmente gli donava un aspetto ridicolo e chiuse gli occhi; peccato che due labbra color ciliegia e due oggi cristallini gli apparirono all'istante nella mente e dalla rabbia si ritrovò a trattenere il respiro; tenne la boccata intrappolata nei polmoni fin a quando non li sentì bruciare e con un lamento sordo di protesta, dovette lasciare uscire tutta l'anidride carbonica.

Girò su se stesso un numero indefinito di volte ma alla fine fissando il soffitto, il sonno lo vinse.

Sognò colpi di fucile, sangue che colava e gli occhi di Harry che perdevano quella tonalità brillante, mentre lo fissavano inermi e senza vita. Si svegliò di soprassalto, in un bagno di sudore, scoprendo che non era passata nemmeno un'ora da quando si era addormentato.

Warring Hearts LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora