Five

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"Ricordo di aver pensato che niente 

può salvarci da noi stessi"



Le giornate si stavano facendo più calde, l'alba svegliava sempre Louis da uno spiraglio nel legno consumato delle persiane, costringendolo a buttarsi giù dal letto, e dopo aver infilato dei pantaloni larghi e una maglietta, ad uscire per la sua corsa mattutina.

Sua madre non aveva ancora risposto al suo telegramma, ma gli attacchi erano diminuiti e la zona dove abitava lui non era stata molto colpita; nonostante l'assenza di notizie della sua famiglia, quella mattina, mentre si addentrava nella boscaglia, proprio non riuscì fare a meno di sorridere, i piedi si muovevano da soli, e anche il sudore che gli colava lungo le tempie e in un rivolo caldo dietro al collo e poi giù per tutta la schiena, gli sembrava piacevole.

Fu quasi un dispiacere dover smettere, sbuffò guardando l'orologio e allungò la marcia, in modo da avere qualche minuto in più da passare sotto la doccia, crogiolandosi nel pensiero delle labbra di Harry a contatto con le sue.

Saltò gli scalini per salire fino alla porta a due a due, rise pensando che Harry sarebbe stato orgoglioso di lui, infilò la chiave nella serratura e poco mancò che non inciampasse in due tazze fumanti, appoggiate all'angolo dello stipite.

Si guardò in giro e si rese conto che assorto com'era a pensare a lui, passando di fronte a casa sua, non aveva guardato nemmeno dentro.

Le tazze erano coperte da un foglio ripiegato, aprì prima la porta e poi, una in una mano e una nell'altra, le portò in casa, appoggiandole sul tavolo e rigirandosi il foglio fra le mani.

HAN R ZVN. U!

Ps. abc:2

- Ma secondo lui io alle sette di mattina mi posso mettere a decifrare messaggi in codice? Per chi mi ha preso? - sbuffò e dopo essersi spogliato velocemente si lasciò coccolare dal getto bollente della doccia.

Uscito, frizionò i capelli, asciugandoli velocemente, perdendo le speranze di renderli decenti, e vestitosi di tutto punto, riprese le tazze in mano, costando che la loro temperatura fosse ormai quella giusta.

Scese i gradini e si appoggiò al corrimano, in attesa; non fu molta, perché chi aspettava comparve pochi istanti dopo, avvicinandosi senza staccare gli occhi dai suoi.

Appena gli fu vicino, allungò il braccio e gli porse una tazza - ecco a te -.

- Sei riuscito a decifrare il mio messaggio? - l'espressione di Harry fu impagabile, fronte corrucciata e naso arricciato.

- Per carità! Non ci ho provato nemmeno, Styles! - rise e si incamminò - andiamo o faremo tardi -.

- Ti ho anche spiegato come decifrarlo - lo sentì galoppargli dietro, e fu stupito di trovarselo praticamente accanto, il taccuino aperto mentre lo faceva scorrere davanti alla sua faccia.

- Abc diviso due, in pratica devi scrivere l'alfabeto su due righe. Ad ogni lettera corrisponde o quella sotto o quella sopra. È così semplice -.

- Troppo, hai ragione. Dimmi cosa c'era scritto -.

- Decifralo -.

- Guarda siamo arrivati, non c'è tempo, magari domani mattina - con la coda dell'occhio lo vide alzare gli occhi al cielo, e in quell'istante gli sembrò così dannatamente normale che quasi sentì il bisogno di fermarsi a baciarlo. Scacciò il pensiero con la mano e continuò a camminare impettito.

Warring Hearts LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora