Six

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"Credo che l'amore abbia un punto di non ritorno, un punto che una volta varcato non ci permette di tornare indietro. E' in quel preciso istante che ci si spoglia dai vestiti razionali e ci si tuffa in mare, dimenticando il salvacuore, anche se non sappiamo nuotare. E forse quel punto ogni volta diventa l'incoscienza più preziosa della nostra vita. " 



Gli arrivederci hanno la strana capacità di arrivare troppo presto quando non vorresti doverli dire; così era stato per Louis, dopo i pochi giorni passati insieme alla sua famiglia.

Aveva provato a spegnere il cervello e quella parte di cuore che ogni tanto, forse troppo spesso, si soffermava sul pensiero di due occhi verdi, e delle labbra intente a contare ogni cosa.

Si concentrò su quanto i capelli di Lottie e Felicitè fossero cresciuti, su quanto le gemelle gli somigliassero, sulle rughe più marcate sui lati degli occhi di sua madre e sui loro sorrisi, mentre si facevano raccontare della Stazione X, delle strategie e della macchina che stava costruendo il team dei crittografi.

- Salverete tutto il mondo? - chiese Lottie, appoggiando la sua testolina di capelli biondi, sul braccio di suo fratello.

Suo padre lo guardò con gli occhi orgogliosi, mentre tutti insieme aspettavano l'arrivo del treno che lo avrebbe riportato a... casa; gli sembrò strano come nonostante fosse con la sua famiglia, la parola casa e Stazione X, fossero arrivate a combaciare.

- Giuro che farò del mio meglio! Sarai orgogliosa di me - le promise.

- Ma noi lo siamo già, dillo a tuo fratello. Non importa se vinceremo la guerra, tutto il tuo lavoro, la tua dedizione e impegno, hanno salvato noi, e tanta altra gente, non puoi salvare tutti tesoro, ma fai comunque la differenza. Abbi cura di te e stai attento -.

- Mamma non piangere - dovette impegnarsi per mantenere un tono fermo, mentre lei gli si avventò al collo, iniziando a singhiozzare.

- Johanna non fare così, almeno noi siamo tutti insieme, non è giusto mortificarlo - suo padre l'afferrò per un braccio e provò a separarli, ma lui la strinse un po' di più a sé, sorridendo per fargli capire che andava tutto bene.

- Sono contento che siate tutti insieme, io alla Stazione X ho dei cari amici, ci prendiamo cura l'uno dell'altro - e mentre saliva sul treno, stringendo il mano il suo borsone, pensò alle poche ore di viaggio che lo separavano da quell'unica persona di cui avrebbe potuto prendersi cura, se solo lui glielo avesse permesso.

Durante il viaggio, mentre il paesaggio diventava familiare, e i passeggeri parlottavano guardandolo nella sua divisa più nuova ed elegante, finì come sempre, quando era nervoso, per mangiarsi tutte le unghie, fino a sentire il sapore ferroso del sangue sulla lingua.

Aveva controllato i bollettini alla base dove si trovavano i suoi genitori, era felice che tutto fosse taciuto, e probabilmente era proprio la calma apparente a dargli modo di focalizzarsi di nuovo sui suoi problemi personali; aveva detto e ridetto, in silenzio o ad alta voce, che avrebbe dovuto smetterla, che non poteva, non doveva continuare a sognare, immaginare, bramare qualcosa che non poteva essere, eppure non ci riusciva.

Un sospiro gli uscì dalle labbra senza poterlo controllare e arrivato a destinazione, camminò spedito fino alla camionetta che lo avrebbe riportato alla Stazione.

Era tardo pomeriggio e decise di passare dall'ufficio per controllare la situazione, infastidire Tank con la sua presenza e sì, per vedere Harry. Inutile mentire, almeno a se stesso.

Warring Hearts LSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora