Appartamento 117

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INSIEME PER FORZA
CAP.1
APPARTAMENTO 117

-Raven, sei sicura di avermi scritto l'indirizzo giusto, vero?- chiedo a mia sorella abbastanza preoccupato. Oggi entrambi ci trasferiremo due differenti appartamenti per via del fatto che da domani inizieremo l'università.

-Si, si Charles, non preoccuparti, è tutto sotto controllo!-

-Speriamo, non che non mi fidi di te, ma....sei davvero sicura di aver scritto bene, si?-

-Oddio Charles, ma certo! Non essere paranoico, so che sei terrorizzato per via che non condivideremo lo stesso appartamento!- lei mi sorride sarcastica e io di rimando le rivolgo un'occhiataccia. Mi da fastidio pensare che lei creda che io sia un imbranato che non sa badare a se stesso!

-Non è assolutamente vero! Sinceramente sono veramente contento del fatto che io non dovrò condividere il mio nuovo appartamento con nessuno! - le dico raggiante, e avvicinandomi a lei le dico -e soprattutto...sono felice di non dover più dividere la mia stanza con una sorella rumorosa e fastidiosa come te!- la stuzzico. Io e Raven ci prendiamo sempre a parole e finiamo sempre per ridere alle nostre battutine, esattamente come accade in questo momento in cui mia sorella mi da una leggera gomitata.

-E' ora che io vada, fratellone il pullman è arrivato- mi abbraccia forte e io le do un bacio sulla guancia. Anche se la sua nuova abitazione non è molto lontano dalla mia, sento la sua partenza come un distacco, il primo vero distacco e già sento un po' la sua mancanza...
-Fatti sentire, non marcire sui libri, mi raccomando!-

-Si, non preoccuparti!- le rispondo mentre vedo il pullman con lei allontanarsi.

Dopo una forte boccata d'aria, mi volto verso l'edificio davanti a me. E' una palazzina formata da tanti altri appartamenti...chissà quale sarà il mio? Già assaporo la quiete domestica...un po' di silenzio e tranquillità renderanno questo mio primo anno di università veramente rilassante.
Una voce femminile proveniente dall'ingresso del palazzo mi distoglie dai miei pensieri.

-Oh, lei deve essere Charles Xavier, l'inquilino dell'appartamento 117, vero?-

-Si sono io- rispondo sorridendo a quella che di sicuro deve essere la proprietaria. E' una donna abbastanza giovane, dalle labbra carnose, alta, coi capelli lunghi e rossi. Porta un forte profumo e del trucco un po' troppo pesanti secondo me...

-Venga che le mostro l'appartamento- mi dice quasi urlando. Sembra euforica, forse un po' troppo...saranno tutti così gli abitanti di questa città?

Siamo arrivati al terzo piano. E quello che ho davanti agli occhi è sicuramente uno dei più belli appartamenti che io abbia mai visto. Ampie finestre, sala spaziosa e una bellissima libreria vuota che ben presto riempirò. La camera da letto, la cucina e il bagno sono le ultime stanze che visitiamo.

-E' davvero una fortuna che qualcuno finalmente si sia deciso ad affittare questo appartamento!- mi dice entusiasta -qui c'è davvero spazio da vendere!-

-Lo vedo, c'è anche lo sgabuzzino!- le rispondo, riferendomi all'unica porta che non abbiamo aperto, pensando che sia davvero il ripostiglio.

-oh beh, quello veramente non è lo sgabuzzino...-

-e cosa sarebbe?- le chiedo preoccupato dall'espressione nervosa che questa signora ha sul volto.

-Beh, vede...in realtà questo piano è formato da due appartamenti comunicanti, e quella porta è l'ingresso interno dell'altro appartamento...- qui cado dalle nuvole. Ero convintissimo che mia sorella avesse scelto per me un posto isolato e soprattutto senza altre persone, proprio perché volevo dedicarmi completamente allo studio.

-Quindi sono due appartamenti comunicanti? Ma comunicanti in che senso?- le chiedo in preda al panico.

-Comunicanti nel senso che cucina e bagno sono in comune! - mi risponde rilassata.

Ecco.

Merda.

Non so se devo strozzare lei o mia sorella appena la rivedo per questa "sorpresina" fuori programma.

-Il suo futuro coinquilino non è sicuramente "mister simpatia", ma basta che non gli procuri delle noie e vedrà che alla fine di questo anno non avrà nessun osso rotto!- mi dice con la sua solita inflessione di voce che inizio a detestare.

-Che cosa significa?- le chiedo preoccupato.

-oh beh, tutti quelli che volevano affittare questo appartamento, dopo un giorno sono scappati a gambe levate! Forse perché il ragazzo si fa chiamare "lo Squalo"- nel sentire quell'epiteto rabbrividisco deglutendo sonoramente.

-Buffi questi nomi che si danno i giovani d'oggi, non le pare signorino Xavier?- mi chiede con non chalance senza minimamente notare la mia stizza che sta salendo ai massimi livelli storici. Stavo per risponderle che avrei preferito dormire sotto un ponte piuttosto che vivere sotto lo stesso tetto di uno psicopatico "mostro di Frankestein" quando la donna mi batte sul tempo.

-Fortunatamente per me, lei ha già firmato!- mi dice sventolandomi il contratto in faccia che vorrei davvero incenerire se potessi.

-Sua sorella aveva davvero ragione nel dirmi che lei è una persona molto aperta e disponibile e non si fa problemi per nessuno!- Sentendomi davvero
davvero con le spalle al muro, le sfoggio un sorriso falsissimo salutandola con un arrivederci, che in realtà nella mia testa suona come un "vaffanculo" sonoro.

La proprietaria sbatte la porta con troppa energia e fa sussultare i miei nervi già tesi come corde di violino.
Decido, oramai rassegnato, a sistemare i miei bagagli, sentendomi oramai come un topo in trappola, oltre che a un emerito coglione.
-Raven...- sospiro rabbioso mentre i miei occhi si posano velocemente verso la porta dell'appartamento di quel "terrorista" che sarà il mio coinquilino.
-Appena ti rivedo, giuro che ti strozzo!-
Altro che anno tranquillo. Se sono vere le parole della proprietaria, sono nella merda.

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