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Harry correva per le strade di Holmes Chapel, controllando di tanto in tanto l'orologio al polso e affrettando ancora di più il passo ogni volta. Era in ritardo. Ancora.

Ultimamente gli capitava spesso, passava le notti a ripensare a quel Louis e a pentirsi di aver strappato il suo numero – perché , l'ha strappato appena si era reso conto di cosa fosse effettivamente successo – e così si ritrovava a non riuscire a dormire perché il viso spigoloso e gli occhi ghiaccio di quel ragazzo lo tormentavano nei sogni. Faceva tardi a lavoro, non riusciva a preparare i suoi amati cupcakes red velvet e Nick non ce la faceva più a coprirlo per ogni ritardo.

Quella mattina stava capitando la stessa cosa, Harry che correva per le strade innevate – e scivolose, aveva constatato anche questo dopo essere caduto il giorno prima e adesso si ritrovava con un livido violaceo sulla natica sinistra. Appena arriva davanti alla Crema e Pastasfoglia, si catapulta all'interno e il suono tintinnante della campanella appesa sopra la porta comincia a suonare ripetutamente – e forse anche a girare all'impazzata, ma questo non è necessariamente un dettaglio che Harry vuol far sapere – mentre lo sguardo sollevato di Nick si posa sulla sua figura.

"Finalmente Harry! Il capo è già andato in cucina due volte stamattina e gli ho dovuto dire che non stavi bene!" lo informa il castano, ed Harry avanza verso di lui. Lo squadra bene per qualche secondo prima di esclamare: "Dio Haz, hai un aspetto orribile!". Ed era vero. I capelli spettinati, il viso rosso e leggermente sudato, e i pantaloni e le scarpe di camoscio – giorno sbagliato per metterle, ne avrebbe preso nota più avanti – completamente bagnati lo provavano.

"Nick" pronuncia il riccio, con il fiatone e ancora ansimante mentre si sfila il cappotto "ho corso per tre isolati, sulla neve, solo per venire qui. Non devo sfilare da qualche parte."

Detto questo, Harry si dirige velocemente – per quanto il dolore alle gambe potesse permettergli – nel retro bottega per sistemare la giacca e indossare il grembiule.

Dalla cucina proveniva un dolce odore di torta al cioccolato, ed Harry canticchiava mentre osservava il forno in attesa che la torta finisse di cuocere. Aveva già riposto sul bancone l'occorrente per decorare – una saccaposh con panna e alcune perline colorate, adorava metterle su tutte le torte – così adesso aveva del tempo per riposarsi. Karl, il loro capo, non aveva avuto nessun sospetto quando gli aveva raccontato di stare male per coprire il ritardo di quella mattina, ed Harry si chiede ancora come abbia fatto a credergli. Insomma, lui non era bravo a mentire.

Controlla l'ora sull'orologio appeso in cucina per trovare qualcosa da fare in quella mezz'ora di attesa, visto che aveva già preparato tutti i dolci richiesti per quel giorno e non aveva proprio idea di come passare il tempo.

"Hazza, potresti venire un secondo?" si volta verso la porta dove la testa di Nick è sbucata per richiamarlo. Il riccio annuisce e cammina verso di lui, pulendosi le mani sporche di cioccolato in polvere e farina sul grembiule.

"Dimmi Nick" gli sorride prima di guardare oltre le sue spalle e deglutisce. Oh no.

"Ciao Harry" Louis. Louis era lì, di nuovo. Occhi blu era tornato per rivederlo. Harry non sente neanche le parole pronunciate da Nick qualche secondo dopo – riesce a distinguere un "Mi ha chiesto di te" e "Vuole che prendi i suoi ordini" – mentre oltrepassa il castano per avvicinarsi alla cassa.

"Ciao Louis" rivolge un sorriso cordiale all'altro ragazzo – dopotutto viene pagato anche per fare questo – e sente una risatina da parte di Nick esattamente dietro di lui. Dopo si sarebbe vendicato.

Crema e PastasfogliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora