Harry provava disgusto verso se stesso. Insomma, ne aveva il diritto, vero? Da quando si era svegliato quella mattina, da solo, la nausea continuava a non lasciarlo in pace – e non era dovuta alla sbronza perché okay, la scorsa sera aveva bevuto qualche drink, ma non così tanti. Anche se vorrebbe averci pensato, visto che della notte precedente non voleva ricordare assolutamente nulla – bugia. Non era così importante per lui – bugia. Non gli era nemmeno piaciuto – bugia.
Si era imposto di convincere se stesso a dimenticare l'accaduto, ma puntualmente gli ritornavano in mente le immagini di Louis nudo e che si spingeva dentro di lui, che gemeva il suo nome, la sensazione delle sue mani che lo accarezzavano, i suoi occhi blu che lo bramavano.
Sbuffa mentre si alza dal divano e versa nel lavandino in cucina il tè ormai freddo e rimette in forno il croissant alla marmellata di albicocche.
Improvvisamente aveva perso l'appetito.Louis era pentito. Di cosa non lo sapeva neanche lui, ma riguardava Harry. Voleva dire che il sesso con lui era stato terribile e per niente soddisfacente, anche se così avrebbe mentito a se stesso. Era stato il sesso migliore di tutta la sua vita. Allora perché era scappato?
Semplice; paura. Paura che quella non fosse solo una scopata occasionale, paura di ciò che aveva provato quando l'aveva guardato negli occhi appena prima di arrivare all'apice del piacere.
Harry era qualcosa di più per lui, ma quel di più lo spaventava.
Era ciò che pensava in quel momento, nello studio di tatuaggi di Zayn, mentre lo aiutava a pulire il negozio. Non aveva aperto bocca da quando era entrato, a parte un "Ciao bro, buon anno", e Zayn era preoccupato per lui. Ma Louis non voleva essere aiutato adesso.
"Amico, sei strano oggi" comincia Zayn, appoggiando un braccio al bancone dell'ingresso e guardando sospettoso Louis. "Non ti chiederò cosa è successo ieri perché, a vederti, mi sembra un chiaro invito a non farlo. Ma se per caso Harry ti ha fatto male io-"
"Harry non ha fatto nulla" interviene Louis, pentendosene subito dopo. "Ci sono andato a letto"
Zayn fa cadere la scopa che teneva in mano, e il rumore del metallo della mazza contro il parquet rimbomba nello studio vuoto "Davvero?"
"Già" afferma il liscio in un mormorio, continuando a pulire e avvicinandosi a Zayn per raccogliere la sua scopa da terra.
Il moro continua a fissarlo sbalordito e confuso – che diavolo aveva il suo migliore amico? – "Cosa succede allora? Non è bravo a letto? Ce l'ha piccolo? Geme in modo troppo acuto, tipo da puttana?"
"No Zayn" Louis sospira, poggiando le scope nel ripostiglio nascosto dietro il bancone da una tenda nera. Un po' gli piaceva lo studio di Zayn, le pareti grigie con appesi parte dei disegni di alcuni tatuaggi fatti dal moro e foto dei suoi migliori lavori. Era cupo e artistico, rappresentava perfettamente Zayn. "Credo sia il migliore con cui abbia scopato. Solo che – è stato un errore. Uno stupido errore fatto per la frenesia di Capodanno, tutto qui"
Zayn è ancora confuso, ma assottiglia gli occhi mentre guarda il suo amico. Lui più di tutti riusciva a leggerlo veramente e a capire cosa provava davvero, e cercava di aiutarlo sempre, consigliando cosa fosse giusto per Louis, continuando a lasciarlo comunque libero di seguire o no le sue parole.
Ed è quello che vorrebbe fare anche ora, perché in Harry vedeva una speranza di rinascita per Louis, solo che non è il momento migliore.Le vacanze erano finite già da cinque giorni ed Harry aveva già ricominciato i turni alla Crema e Pastasfoglia con meno entusiasmo delle altre volte. Non sentiva Louis da Capodanno, la cosa comunque non lo sorprendeva, ed era una fortuna che avesse ripreso a lavorare quasi subito dopo l'episodio di quella sera, giusto per distrarsi. Niall aveva cercato di farlo uscire di casa – perché sì, Harry si rifiutava ormai di mettere piede fuori dal suo appartamento, fatta eccezione per quando andava al supermercato e in pasticceria – ricevendo appunto un no come risposta. Anche Nick era preoccupato, quando aveva rivisto Harry con delle borse sotto agli occhi si era limitato a fissarlo sconcertato e mormorare un semplice "Dio, Harry. Che diavolo hai combinato?"
Il punto era che anche Harry si chiedeva cosa diavolo avesse combinato.Una settimana dopo, Harry si trova in cucina a preparare una torta alle carote e dei muffin alla cannella, con la radio accesa da cui provenivano le note di un vecchio pezzo dei Beatles. Di solito non ascoltava mai la musica quando lavorava, aveva paura di distrarsi, ma per una volta perché no? si era chiesto. Stava aspettando che la torta is raffreddasse abbastanza così da poterla decorare, quando Nick spunta dalla porta con un'espressione turbata.
"Harry, puoi darmi una mano con i clienti?" gli chiede titubante, ed Harry è solo più confuso.
"Posso farlo dopo? Devo sfornare i muffin e decorare-"
"No Harry, mi serve una mano adesso" e così Harry sbuffa mentre si toglie l'elastico che legava i suoi capelli e li sistema come meglio può.
Ma quando esce dalla cucina, rimane paralizzato da ciò che si trova davanti. E sì, vorrebbe solo urlare e scappare, invece si avvicina al bancone e non rivolge neanche uno sguardo al ragazzo.
"Come posso aiutarla?" il suo tono di voce è freddo, pieno di disprezzo verso quella persona che, in realtà, ama più di qualsiasi altro al mondo. Louis sussulta nel sentire il modo in cui gli ha parlato, e nei suoi occhi blu si riesce a scorgere un velo di tristezza e senso di colpa.
"Harry..."
"Mi dispiace, non è nel menù" e detto questo, Harry si volta e cammina velocemente verso il retro bottega, sotto lo sguardo di Nick e del resto dei clienti. Voleva solo prendere aria e sì, magari anche piangere.
Si siede su una delle scomode poltroncine dello spogliatoio e comincia a respirare a fatica, gli occhi stavano già pizzicando, il petto gli andava a fuoco. Non sente nemmeno il rumore della porta aprirsi, e non vuole alzare lo sguardo, puntato sul pavimento, per vedere chi è entrato.
"Harry, ti prego" Louis non si avvicina, non lo fa perché sa che verrebbe respinto. Si limita a guardare il riccio da lontano. "Mi dispiace per tutto"
Harry ride. Una risata che, di divertente, però, non ha nulla "Davvero? E ti dispiace solo ora?" dice, ridacchiando ancora, in modo disperato e disprezzante.
Sente Louis sospirare in modo tremante, come se stesse trattenendo le lacrime "No. Mi dispiaceva anche prima"
"Sei un fottuto stronzo" mormora Harry, alzando finalmente lo sguardo verso Louis, che prova una stretta al cuore nel vedere gli occhi verdi e bellissimi del più piccolo adesso lucidi e rossi.
"Harry, non capisci. Io non-"
"Louis, sta zitto!" urla Harry, fregandosene di essere sentito da tutta la pasticceria. Non gli importava più di nulla ormai. "Mi hai illuso per settimane, mi hai fatto credere in qualcosa che, probabilmente, nemmeno esiste. E alla fine hai avuto ciò che volevi; una scopata. Spero che le tue palle si siano svuotate abbastanza"
Louis è a dir poco scioccato dalle parole di Harry – e di certo non si aspettava che avesse quel lato di sé. Resta a fissarlo in silenzio, perché non ha il coraggio di ammettere ad alta voce che no, non era stata una semplice scopata.
Harry scuote la testa ormai rassegnato, alzandosi subito dopo dalla poltrona "Vorrei solo dirti che il tempo passato insieme non è stato per niente sprecato. Anzi, mi è piaciuto ogni istante. Così come mi sei piaciuto tu, Louis" confessa, restando comunque a distanza da Louis. Questo spalanca gli occhi alle parole di Harry – gli piaceva davvero? Lui? Louis Tomlinson?
A quel punto Harry, preso da chissà quale inaspettato coraggio, si avvicina cautamente a Louis, che lo sta fissando ancora sorpreso per ciò che aveva detto. Rimane solo un metro a separarli, un metro che potrebbe spezzarsi oppure aumentare di più, tutto dipende da entrambi.
Il loro destino equivale ormai a quel metro di distanza.
Nessuno dei due ha intenzione di parlare. Tra quelle mura si sente solo il respiro di Harry e Louis e i cuori che battono furiosamente nei petti. Harry fissa lo sguardo in quello di Louis, qualcosa che non vedeva da troppo tempo e che gli era mancato.
Blu e verde di nuovo insieme.
Nei loro sguardi si leggeva la paura, la tristezza, la disperazione che provavano, la voglia di ricominciare da capo. Si urlarono ciò che nessuno dei due voleva dire, che spaventava entrambi, ma che era inevitabile.
"Dì qualcosa Louis" Harry interrompe quel pesante silenzio, mormorando quelle parole che fanno risvegliare Louis.
Sono innamorato di te.
"Non provo nulla per te"Louis esce dallo spogliatoio, lasciando Harry da solo, di nuovo.
OI OIIIII
Okay, so che volete ammazzarmi, ma tutto ciò avrà senso molto più avanti. Per adesso dovete solo perdonarmi e trattenere istinti omicidi.
Comunque, avevo bisogno di fare un capitolo angst di passaggio, perché sì questo è solo di passaggio.
Grazie per tutto quanto, per le più di 800 visualizzazioni che aumentano ogni giorno. Vorrei che lasciaste qualche commento per sapere se la storia continua a piacervi o cosa pensate di questi Harry e Louis.
Alla prossima.
Lots of love. Robs xx.Twitter: @sonotuapayne
Curiouscat: @sonotuapayne
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Crema e Pastasfoglia
Fanfiction"Quindi delle sfogliatine alla crema e un red velvet" dice più a se stesso per essere sicuro dell'ordine, mentre batte tutto alla cassa e inizia a prendere la scatola dove avrebbe riposto i dolci. "Direi che potresti dirmi il tuo nome, già che ci se...