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Cerco un attimo di realizzare chi ho di fronte a me.
Evidentemente la realtà mi sta facendo un brutto scherzo o non lo so.

Non so davvero cosa pensare, cosa fare o cosa dire.

In fondo cosa sto facendo? Solo due passi nel bosco, e lui è stato solo un incidente.
Sí, incontrarlo è stato solo un incidente.

-Oh.-

I suoi occhi scrutano i miei, ma non riesco a capire cosa provi nel vedermi, probabilmente dopo quello che è successo proverá indifferenza.

-Non dovresti essere qui.-

-Questo non lo può dire nessuno-.

Non è nessuno per dirmi dove dovrei o non dovrei essere.

-Non sai mai chi potrebbe esserci a quest'orario nel bosco..sei sola e indifesa.-

Da quanto gli interessava di me?

-Non ti seguo.-

-Cosa?-

-Non ti seguo. Non capisco dove vuoi arrivare, se vuoi arrivare da qualche parte con il tuo falso buonismo, Orlando.-

-Il mio non è falso buonismo, l'ho detto a te come avrei anche potuto dirlo a chiunque altro.-

Ed ecco che si rimette la sua maschera di ghiaccio.

Sto per andarmene quando con mio stupore, è proprio la sua voce a fermarmi.

-Se scappi non concludi nulla.-

-Non eri tu quello che non voleva risolvere la questione perchè non gliene fotte un cazzo?-

-Lo hai detto tu, che non me ne fotte un cazzo, ricordi?-

-Avevo ragione.-

Stiamo qualche attimo in silenzio, mentre gli do le spalle e osservo i primi raggi del sole che iniziano a sbucare dall'orizzonte.

-Mi dispiace per tutto quello che è successo.-

La sua voce adesso è più chiusa e roca.
Non ho intenzione di chiarirla cosí la situazione, ma improvvisamente a quelle parole delle lacrime riaffiorano sui miei occhi e cerco di mandarle giù, invano.

-Sai che l'orgoglio non ci porterà da nessuna parte, vero?-

Ancora cerca di riprendere la situazione in mano, mentre io mi sento un po' presa in giro, come se per lui fosse facile farsi perdonare dalle ragazze.
Sempre se volesse farsi perdonare.

E io lo avrei pure fatto, solamente diciamo che non sarebbe stato molto facile per lui.

Porto le braccia incrociate al petto, e lo sento avvicinarsi dietro la mia schiena, mentre fisso il sole che si alza sempre di più.

-Tu da che parte vuoi arrivare?-

-Lo vuoi sapere, direttamente?-

-Lo voglio sapere.-

Ho paura di quello che potrebbe dire, e mentre parlo mi giro verso di lui, trovandomelo esattamente a pochissimi centimetri, di fronte a me, che osserva il cielo, e quando vede che mi giro, abbassa il suo sguardo sul mio.

Non riesco a reggerlo, e lo abbasso automaticamente sul suo collo, abbronzato e bello, bellissimo, come tutto Orlando, d'altronde.

Sento il mio battito cardiaco accelerare quando tira un lungo sospiro, e sto davvero diventando impaziente.
Se non si sarebbe deciso a dirmi quello che doveva dirmi lo avrei obbligato io pochi secondi dopo.

-Elaine..-

Alzo le sopracciglia, per invitarlo a continuare, ma vedo i suoi occhi farsi lucidi, e adesso ho il terrore che possa essere qualcosa di orribile, spiazzante o.. o non saprei.

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