Capitolo 2. In ostaggio

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Seduta sul sedile anteriore di una lurida auto, immatricolata in chissa' quale anno, noto sporcizia ovunque e percepisco una schifosa puzza di fumo di sigaretta, all' interno dell' abitacolo ... Presto un' ultima occhiata al finestrino e il sinistro autista , intima: - Le chiusure sono bloccate, non pensare neanche lentamente di gettarti dall' auto in corsa !- Con lo sguardo basso, noto che il mio rapitore e' un giovane ragazzo sulla trentina, col berretto calato sul viso a voler nascondere una carnagione olivastra e degli occhioni neri, che gli conferiscono uno sguardo accigliato .   Capisco immediatamente che il suo tono da duro nasconde, in realtà,  la paura di non essere rispettato e di lasciarsi sopraffare dalle emozioni; quell' inutile ansia che potrebbe bloccarlo e che lui cerca, evidentemente non riuscendoci, di reprimere.   Vorrei urlare, per farmi sentire da qualcuno che possa giungere a salvarmi ... Ma da chi ??? Sono sola col mio perfido carnefice  e, per giunta, mi sento come bloccata dalla mia incessante paura; il cuore mi pulsa a velocità crescente  e sento una forte pressione sul collo, che mi per vade.  Raggiungiamo una piazzola sulla statale e, dopo esserci  fermati, percepisco che,  probabilmente,  e' giunta la mia ultima ora, quella in cui esalero' il mio ultimo respiro ... Non sono credente ma,  in questo inevitabile e drammatico momento,  prego incessantemente Dio - ammesso e concesso che un Dio esista realmente - di salvare la mia anima innocente. - Scendi, Stronza !!! - urla il mio salitore, non prima di avermi bendata. Successivamente, l' infimo uomo mi posiziona una larga e spessa benda nera sugli occhi. Cammino nel buio guidata dalla sua sudata mano, mentre lui si preoccupa di non farmi inciampare sui miei passi. Sento girare una chiave nella toppa; uno, due, tre scatti e il pesante portone si apre .... Provo uno strano ribrezzo nel percepire un forte odore di muffa, misto a legno stagionato. Cio' che mi turba e, al contempo, mi sconcera, e' il fatto che non riesco ancora del tutto a concepire che sto andando incontro a qualcosa di infinitamente pericoloso.  Mi ritrovo a pensare ai miei genitori e a quanto si preoccuperanno quando si renderanno conto che non mi sono recata a scuola e che non sono tornata a casa dopo l' orario delle lezioni.
Mi risveglio dai miei pensieri.  quando sento la voce rauca del ragazzo che appoggia un pezzo di pane sulla mia mano, chiedendomi se sono affamata  e consigliandomi di mangiare qualcosa perché e' già tardi; successivamente, mi porge un bicchiere d'acqua fresca, che disseta la mia anima rovente. Appena rifocillata, lui mi costringe ad alzarmi dalla sedia e, prendendmi per la mano, mi conduce su un letto, per poi costringermi a sdraiarmi a pancia per legare, successivamente ,  le mie mani fredde mani alla spalliera del letto, utilizzando corda.  Sento le lacrime scendere sulle mie guance fredde mentre il ragazzo, con un coltello, taglia in due la mia maglietta e mi strappa il reggiseno; il mio cuore batte all'impazzata e mi sembra che si possa sentire tale rumore librarsi nell' aria, mentre un dolore sordo e inarrestabile pervade le mie tempie. Vedo tutto nero attorno a me, sento la testa girare e, all' improvviso, non mi sento più padrona del mio corpo e lo percepisco come " distaccato" dalla mia anima .... Dopo un infinitesimale lasso di tempo, mi ridesto dal torpore e sento una strana sensazione sulla pelle, un misto di freddo e caldo ... Il mio aguzzino mi ha tolto la benda che mi aveva stretto sugli occhi e posso quindi vedere una scena raccappriciante: sono cosparsa di sangue da testa a piedi ma non riesco a capire se esso sia mio, di un animale o di un' altro essere umano ... Terrorizzata, lancio grido sonoro  mi sento ancora una volta svenire, poi perdo completamente i sensi e cado in un sordo torpore ...

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