Capitolo 1.

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La solitudine non mi ha mai spaventata, anzi in essa ho sempre trovato conforto e felicità.
Non sono mai stata una ragazza dai molti amici, che esce ogni sera e si ubriaca in discoteca, anzi.
Sono una persona molto tranquilla e so divertirmi anche facendo qualcosa di rilassante come una passeggiata o ancora meglio, guardando una serie tv.
Ma arriva un certo punto della vita che senti la necessità di legare con qualcuno, di avere un altra persona al tuo fianco anche solo per ridere o scherzare.
Non per forza una relazione amorosa, ma anche solo un'amicizia.
Ed è per questo che mi sono iscritta su una applicazione d'incontri che tutte le persone della mia età possiede.
Non approvo dover scegliere qualcuno basandomi su una foto, ma data la mia timidezza nel conoscere qualcuno faccia a faccia non posso fare altrimenti.
Scarto parecchie foto di persone che, dal punto di vista fisico, non fanno per me.
Più che altro sono quasi tutti troppo vecchi per i miei standard.
Il che lo capisco anche, quale ventunenne cerca 'l'amore' o 'l'amicizia' su Lovoo? Quasi nessuno.
Ricevo solo proposte indecenti da persone con la stessa età di mio padre e la cosa mi schifa parecchio, ma non demordo.

Sono seduta su una sedia da ben due ore e il mio sedere inizia ad avere qualche piccolo dolore, cambio posizione e osservo la signora per cui lavoro.
Osserva malinconica fuori dalla finestra persa in chissà quali ricordi, come vorrei chiederle se sta pensando a qualche amore perduto o se rimpiange di aver scelto la vita che io tanto adoro.
Sono qui appunto per questo, ha così amato la solitudine che ora non ha nessuno.
Nessun figlio e nessun marito, solo lei abbandonata a se stessa.
A volte la guardo e mi chiedo se anche io finirò così, sola in una casa così grande.
Assorta nei miei pensieri nemmeno mi accorgo del suono di avviso di notifica provenire dal mio telefono.
Uno squillo molesto su Whatsapp mi riscuote dal mio piccolo mondo e alzo gli occhi al cielo, è mia madre.
Quando non le rispondo tende a diventare un pochino... molesta.
Scorro le varie notifiche e noto un nuovo messaggio su Lovoo, convinta che sia l'ennesimo messaggio da un depravato lo apro e rimango piacevolmente sorpresa.
E' un ragazzo.
Nessun messaggio pervertito, solo un semplice "Ciao, piacere di conoscerti!".
Prima di rispondere controllo qualche sua foto e devo ammettere che è davvero carino ma ho come la sensazione di averlo già visto da qualche parte.

La conversazione per lo più si basa su le domande più comuni, da dove sei, come ti chiami e così via.
Lui, comunque, si chiama Tom e abita poco lontano dal mio paesino.
Il che è tutto dire visto che abito in un posto sperduto tra le colline.
I messaggi si susseguono e devo ammettere che è davvero simpatico ma sono più che sicura che sparirà entro domani, succede sempre così.
Guardo distrattamente l'orologio e mi accorgo dell'ora, finalmente posso tornare a casa e farmi un lunga dormita.
«Sarah? Stai andando?» sussurra l'anziana signora a cui faccio compagnia ogni domenica pomeriggio, mi avvicino a lei e le regalo un piccolo sorriso.
Sembra così... malinconica.
«Si, ma tranquilla torno la prossima settimana. Sai che non mancherò, non resterai sola per molto, Irina sta arrivando.» le do un bacio sulla guancia morbida ed esco di casa dopo aver afferrato la borsa.
Come al solito trovo mio fratello ad aspettarmi, scendo i scalini e gli faccio una smorfia stanca.
«Ti stiamo aspettando da dieci minuti, che fine avevi fatto?» borbotta scorbutico, gli metto una mano sulle spalle e gli scompiglio i capelli.
«Fratellino, bisogna avere pazienza nella vita.» faccio spallucce e traggo un lungo sospiro, sono stanchissima.
Un strano nervosismo mi attanaglia lo stomaco e so già da cosa deriva, mio padre.
«Ehi, ciao.» mi saluta senza guardarmi ed è la stessa cosa che faccio io.
I miei genitori sono separati e io vivo con mia madre, ma visto che non ho la patente sono costretta a chiedere aiuto a mio padre.
Cosa che non mi entusiasma poi molto visto che non riusciamo neanche ad avere una conversazione da persone normali.
Siamo come sconosciuti e la cosa mi rattrista molto, ma dato il nostro passato è meglio così.
«Stanca?» esorta Simone, il minore dei miei due fratelli.
«Tantissimo, non vedo l'ora di andare a letto.» sbadiglio e mi accoccolo al sedile posteriore dell'auto.
Il viaggio è interminabile, per tutto il tempo Simone e mio padre non fanno altro che parlare di dove andare domani e così via, tanto per farmi capire che la vita con lui sarebbe molto più entusiasmante.
Non appena vedo l'insegna con il nome del mio paese sorrido.
Adoro il posto in cui vivo, è così silenzioso e nessun rumore molesto ti impedisce di vivere la tua vita in santa pace.
Imbocca la mia via e il nervosismo piano piano mi abbandona.
Saluto entrambi con un gesto della mano e sorrido entrando nel mio vialetto, estraggo la chiave di casa dalla borsa e non appena apro la porta vengo travolta da una piccola creatura, la mia dolce e tenera cagnolina di tre anni.
«Hashish!» esulto felicissima e la prendo in braccio, come al suo solito inizia a leccarmi la faccia e sono subito costretta a rimetterla a terra.
Abbasso gli occhi sulla mia maglietta nera e alzo gli occhi al cielo, è piena di peli bianchi.
Hashish è una meticcia di color bianco, nero e marrone e vestirsi di nero con questa cagnolina che gira in casa è molto sconsigliabile. Ma chissene?
«Sei tornata?» la voce di mamma mi raggiunge dalla cucina e la raggiungo non esitando neanche un secondo a buttarmi sul divano.
Hashish senza farsi molti preamboli prende la rincorsa e mi salta addosso per riprendere il lavoretto che prima le ho impedito di fare.
«Hai fame?» domanda posando un piatto di pasta al mio posto sul tavolo.
«Da morire.» Mi sollevo contro voglia e accarezzo il musetto della piccola, vado a lavarmi le mani e mi metto comoda a mangiare.

La stanchezza mi pervade ma ho una conversazione da portare a termine con Tom.
Prendo il telefono e accedo alla applicazione, slitto i vari messaggi e vado sulla sua chat.

Tom: Cosa combini?

Io: Nulla, mi sono appena sdraiata a letto e muoio di sonno. Tu?

Tom: Ah, niente di che, ascolto la musica e rispondo a te.

Io: Che musica ascolti?

Tom: I Coldplay..a te che musica piace?

Io: Ascolto molti generi, dipende dal momento.

Tom: Mmmh, tipo?

Io: Tipo vario un po'. Dai Maroon 5 ai Black Veil Brides. Dipende anche dall'umore, comunque.

Tom: I Black Veil Brides...che gusti terribili.. ahah

Io: Pft, non ti piacciono..? No, intuisco di no.

Tom: Ovvio che non mi piacciono, sono etero...

Io: Tutti dicono così, ammettilo che sbavi anche tu per Andy.

Tom: Certo, come no..

Io: Pft, magari di nascosto ti ascolti Justin Bieber.

Tom: Non di nascosto.


Ridacchio e alzo gli occhi al cielo.
Con il trascorrere delle ore ho notato che non mi sento a disagio a parlare con lui.
Di solito le conversazioni con gli altri non durano più di tre messaggi perchè non mi hanno mai.. catturata.
Tom è diverso e la cosa mi diverte parecchio.
Abbiamo molte cose in comune e scherzare con lui non mi esce difficile, stranamente.
Il suo senso dell'umorismo è decisamente.. particolare.
Sbadiglio sonoramente e gli do la buonanotte convinta che domani lui non ci sarà più. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2016 ⏰

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