CAPITOLO QUATTORDICI

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CAPITOLO QUATTORDICI



«Dove stiamo andando?» chiedo a Max, mentre siamo in viaggio in macchina verso una destinazione che non conosco.


«Vedrai, sarà divertente» ribatte lui entusiasta.


Il nostro rapporto sta sempre diventando più bello con il passare del tempo: mi riempie sempre di bellissime sorprese e soprattutto, cosa importante, è sempre presente, specialmente quando ho difficoltà.


Infatti, Max e Ale sono andati a parlare con mia madre e l'hanno convinta a farmi ritornare a casa ma nonostante ciò, non ci parliamo. Certe ferite del cuore non possono guarire facilmente.


Ale, invece, dice di trovarsi bene con il suo nuovo lavoro e che, molto probabilmente, alle prime ferie andrà a farsi una breve vacanza a Vietri Sul Mare.


Come lo invidio!


Io, come minimo, devo aspettare di finire questo liceo di merda se voglio tornare là.


Scuoto la testa per non pensarci e osservo profondamente Max che sta guidando. È davvero incantevole con quei suoi occhioni verdi che esprimono dolcezza, quelle labbra così morbide, quel sorriso che mi fa morire. Insomma, come ho fatto perdere due anni così terribili con Marco?



Il posto di destinazione è a Ivrea.


«Che si fa di bello qui?» domando a Max.


«Hai mai sentito nominare della "Battaglia di arance" che si celebra qui a Ivrea ogni anno?»


«Veramente no...»


«È un evento divertente in cui si fa guerra, tirando delle arance...»


La cosa sembra spassosa, anche se la ritengo un grandissimo spreco di cibo.


«Dai, andiamo... Prima che la scorta delle divise si esauriscono» cita Max.


Scendiamo dalla macchina e io mi avvicino a lui.


«Che c'è piccolina?» chiede, mentre mi tira dietro una ciocca di capelli.


Io gli sorrido e un attimo dopo, mi bacia.


Quanta dolcezza che c'è tra noi, quello che mi mancava da molto tempo.


Dopo il bacio, ci dirigiamo alla piazza di Ivrea.



Eccoci qua in piazza in attesa dei carri, in cui darà inizio alla battaglia di arance. Ammetto di avere una leggera adrenalina.


Vedo da lontano che arrivano i carri e che cominciano a lanciare le arance. Io mi tengo pronta e quando si avvicinano a noi, incomincia la guerra.


Io cerco di tirare il più veloce possibile e contemporaneamente, lancio qualche sguardo verso di Max, concentrato a tirare le arance. Poi lui si volta verso di me e mi sorride.


«Attenta, amore mio. Non farti colpire!» urla, essendoci tantissimo chiasso intorno a noi.


Io continuo a colpire e il risultato è che sono tutta sporca e mi fa male il braccio, avendo tirato senza sosta.


Mi avvicino lentamente a Max e lui mi nota.


«Hey, va tutto bene?» mi domanda, essendo anche lui sporco di arancia.


Io annuisco e un attimo dopo, lui mi attira a sé per baciarmi. Le sue labbra sanno di arancia rossa.


Deliziose, direi.


Anche se le sue labbra avessero un altro sapore, le bacerei ugualmente.


Staccandosi dalle mie labbra, lui mi sorride e tutto ciò, non fa altro che farmi innamorare pazzamente di lui.

Forte Come Una Tigre (#wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora