CAPITOLO DIECI

276 71 11
                                    

Ho come la sensazione che questo Capodanno non sarà un granché.
Penso a tante cose mentre mi riguardo allo specchio per l'ennesima volta, essendo vestita per bene.
Stasera festeggiamo a casa di Patrizia e purtroppo mi tocca subirla. In questi giorni mi ha raccontato che l'uomo sposato che ha conosciuto è scomparso dal nulla e sinceramente non me ne può fregare di meno.
«Assunta, sei pronta?» chiede Ale.
Io annuisco e ci mettiamo in viaggio verso casa di Patrizia.
Mentre siamo in viaggio, io guardo fuori dal finestrino e penso a Max. In questo momento si trova a Londra con i suoi amici e mi manca troppo. In questi giorni mi ha chiamato un paio di volte al telefono, ma non è sufficiente: voglio abbracciarlo.
Non vedo l'ora di rivederlo.

Arrivati alla villetta di Patrizia, sento già una grande voglia di ritornare indietro.
«Divertiti!» mi raccomandano Ale e Luisa, sorridendo.
Io li saluto e loro vanno via subito dopo. Beati loro che vanno a festeggiare il Capodanno in centro Torino.
Penso di essere pronta per il peggio.
Appena entro, la musica alta fa star male alle mie povere orecchie.
Provo a cercare Patrizia in mezzo al casino e la trovo subito.
«Assunta, eccoti!» mi saluta per poi avvicinarsi, dandomi due baci in guancia.
L'espressione che assume è uguale identica alla faccia di Barbara D'Urso quando si fa un selfie.
A volte, mi domando se sia sua nipote.
Osservo come è il suo abito: è rosso con un grande spacco alla coscia destra.
Assomiglia a Jessica Rabbit in versione bionda.
«E Marchino?» mi chiede, atteggiandosi da superdonna.
«Non lo so, io sono venuta con mio fratello.»
« Seriamente?»
«Sì»
«Che cosa è successo? Vi siete lasciati?»

Bella domanda. Neanche io conosco la risposta a questa domanda.
«Non lo so, Patry...» rispondo, sperando che la smetta di interrogarmi su questo argomento.
«Ma come fai a non saperlo? Da quello che so, qualche giorno fa ti ha fatto conoscere i suoi zii...»
«Sì certo, ma poi non l'ho più sentito...»
«Assunta, secondo me, dovresti smettere di essere così orgogliosa e di farti desiderare...»
Sto per scoppiare a ridere della cazzata che ha appena detto, ma meglio non aggiungere altro.
Meno male che il DJ ha proposto una canzone di cui Patrizia ne va matta e che è subito corsa in pista a scatenarsi.
Mi siedo in un angolino e guardo il mio cellulare.
C'è un nuovo messaggio su WhatsApp.
"Che combini di bello?”
È Max e sento le farfalle nello stomaco.
"Sono ad una festa, ma mi sto annoiando a morte... E tu?"
"Io sono in un pub e i miei amici sono quasi ubriachi. Ci stanno provando con le inglesi"
Sento una fitta allo stomaco collegata alla gelosia.
E se anche Max ci provasse con le inglesi?
Ora voglio metterlo alla prova per vedere se ne vale la pena di continuare a conoscerlo.
"Non ti unisci a loro?"
"No, io non sono quel tipo di ragazzo e poi non m'interessano le inglesi..."
Già da questa risposta mi fa sentire notevolmente meglio.
"Magari ti innamori di un'inglese, così ti tocca andare sempre a Londra a trovarla..."
"Non succederà..."
"Perché?"
Sto per ricevere una risposta molto importante, quando inaspettatamente sento che qualcuno si sta avvicinando a me.
«Ma cosa fai qui da sola?» strilla quell'oca giuliva.

Ma cosa vuole questa volta?

«Vieni a ballare! » urla mentre mi tira su di peso.
Sono costretta a lasciare il telefono e rimanere nel dubbio.
E che palle!

Mezz'ora prima della mezzanotte arriva Marco, giacché Patrizia è andata a prenderlo.
A vederlo non mi fa nessun effetto, anche se non nego di essere ancora arrabbiata per quella sera a casa sua.
Noto che appena si avvicina Patrizia, si scambiano un bacio a stampo.
COSA?
Un mese prima lui si strusciava sul suo culo e ora si baciano così davanti a tutti? No, non ci sto!
Va bene che non mi ama, ma la mancanza di rispetto davanti a tutti non esiste affatto.
Mi avvicino a Marco e lui, vedendomi, assume un'espressione scocciata.
«Ma ciao! Adesso te la baci pure? » chiedo con voce piena di rabbia.
«Ma che cazzo vuoi? Te ne sei andata via da casa mia senza dirmi niente e per di più non ti sei fatta nemmeno sentire!» risponde a sua volta.
«Veramente, io ho avvisato i tuoi zii»
«Bugiarda!» ribatte, per poi lasciarmi qui da sola.
Sono stupita da ciò che mi ha appena detto e vorrei andarmene via qui.
Vorrei prendere un aereo per Londra per raggiungere Max.

«BUON ANNO A TUTTI! Benvenuto 2016! » gridano tutti quanti, alzando calici pieni di champagne, mentre io bevo solo acqua.
Patrizia avanza verso di me ed io alzo gli occhi al cielo.
Che cosa vorrà ancora?
«Assunta, prenditi un po' di champagne»
«Ti ringrazio, ma non posso berlo...»
«Certo che tu non puoi fare mai niente. Sei deprimente!»
«Patry, sono epilettica e assumo dei farmaci importanti. Dovresti saperlo!»
«Ma cosa vuoi che ti succeda? Al massimo svieni e poi ti riprendi come se nulla fosse.»
Ditemi che non ho sentito niente di tutto ciò che ha detto questa stronza, bastarda, insensibile che non è altro.
«Spero che ti stai rendendo conto di quello che mi stai dicendo...» le dico, cercando di farla ragionare.
«Certo che me ne rendo conto...»
Non posso più contenermi, sta veramente esagerando.
«Patrizia?»
«Sì?»
«Io, invece, mi sono resa conto che sei una grandissima testa di cazzo!»
Lei mi fissa con uno sguardo cagnesco e mi salta addosso.
Finiamo per terra e inizia una rissa. Io le do più schiaffi possibili per ricordarle di quanto sono stata male, quando parlava male della mia terra, di quando faceva la complice con Marco e di quando mi prendeva per il culo per la mia malattia.
All'improvviso, qualcuno mi prende dai capelli e mi spinge all'indietro. È Marco.
«Ma ti sei rincoglionita?!» sbraita.
Scoppio in lacrime e tento di spiegargli cos'è successo, ma non faccio in tempo perché lui mi tira un pugno forte sul braccio destro, talmente forte che mi fa cadere a terra.
Lo vedo andare da Patrizia per aiutarla ad alzarsi mentre io, imprevedibilmente, provo le stesse sensazioni che mi sono successe quella mattina in classe.: all’improvviso il buio.

Mi risveglio con una luce accecante e solo poco dopo, realizzo di trovarmi al pronto soccorso.
Di nuovo qui? Ma perché?
Fermo un'infermiera, le chiedo l'orario e se può anche portarmi un bicchiere d'acqua. Lei risponde che è mezzanotte e mezzo e che mi porta subito il bicchiere d'acqua.
Ricordo solo la casa di Patrizia, la rissa, la tirata di capelli e il pugno sul braccio destro che mi ha sferrato Marco.
Cerco di muoverlo ma sento tanto dolore, anzi, non riesco proprio muoverlo.
L'infermiera arriva con il bicchiere d'acqua e le racconto del braccio. Lei prova a toccarmelo e quel dolore persiste. Sono preoccupata.
Dice che si potrebbe trattare di una frattura ed è per questo che, poco dopo, mi porta nel reparto di radiologia per accertamenti.
Facciamo dei raggi X e con questo, conferma la versione dell'infermiera.
Marco mi ha rotto il braccio e per cosa poi? Per difendere quella maledetta stronza.
Inoltre, come se non fosse abbastanza, l'infermiera mi ha anche riferito che ho avuto una crisi epilettica.

Oh no, è successo ancora?

«Signorina, è necessario che lei rimanga qui questa notte per fare degli accertamenti. Devo avvisare qualcuno della sua famiglia? » chiede gentilmente l'infermiera.
«Sì, mio fratello» rispondo allo stesso modo, per poi darle il numero di Ale.
L'infermiera va in segreteria, lasciandomi sola e scoppio in lacrime guardando il mio braccio. Possibile che Marco sia arrivato fino a questo punto? Me lo domando troppe volte, ma tanto so già che non avrò mai la risposta.
Riprendo a fatica il mio cellulare sul comodino. C'è un nuovo messaggio su WhatsApp.
È Max.
"Buon anno, piccolina..."
Riesco a sorridere, nonostante ho gli occhi che mi bruciano per lacrime che sto perdendo. Nessuno mi aveva mai fatto questo effetto.
"Anche a te, Max..."
"Come va in Italia? Qui a Londra, sono scoppiati dei fuochi d'artificio che fanno risplendere il Big Ben. Sapessi come è bello!"
Sarebbe ancora più bello se tu fossi qui con me in questo istante...
Non voglio dirgli che mi trovo al pronto soccorso, voglio che si gode tranquillamente la sua vacanza.
"Bene, è bello anche qui a Torino..."
Mi manchi Max. Torna al più presto possibile.
A quel punto, rimetto il cellulare al suo posto e inizio a fissare il vuoto.
«Assunta, che succede? » mi chiede Ale preoccupato, appena arrivato in ospedale con Luisa.
«Ho avuto una crisi epilettica e contemporaneamente, si è rotto un braccio...»
Ottima scusa.
Sarebbe un bel guaio se venisse a sapere che è stato Marco, anche se ho raccontato una mezza verità.
Poco dopo, interviene l'infermiera citando ad Ale e Luisa che non possono restare qui per molto tempo.
Restano accanto a me per mezz'ora, assicurandomi che sono sempre presenti.
Ale mi da un bacio in fronte, mentre Luisa mi abbraccia e successivamente se ne vanno a malincuore.
Mi dispiace vederli così.
Rimango sveglia ancora per un po' e rifletto su molte cose.
Non posso più andare avanti così. Non merito tutto ciò che sto passando.

SPAZIO AUTRICE:

Volevo ringraziarvi per i voti, le visualizzazioni, l'incoraggiamento che mi date ogni giorno...
DAVVERO!
SIETE LA MIA FORZA!!!!
P.S. Godetevi queste belle foto del Capodanno a Londra e a Torino. Semplicemente splendide!

 Semplicemente splendide!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Forte Come Una Tigre (#wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora