3. Dream and Draw

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Tutto era bianco e nero. Non c'erano colori e ne suoni... Tutto era tranquillo. Percorrevo un sentiero bianchissimo, immacolato, ad un certo punto vidi qualcosa muoversi, qualcosa che strisciava, non era un serpente...
Niente sembrava normale in quel posto misterioso e desolato.
Non sapendo che altro fare proseguii per il sentiero, mi sembrava l'unica decisione giusta da prendere, durante il cammino avevo la sensazione di essere osservata e seguita. Girandomi d'istinto per vedere se ci fosse qualcosa o qualcuno dietro di me, vidi un'enorme sagoma nera alta forse più di due metri. Aveva tanti occhi rossi sparsi su quella che doveva essere una faccia, sei tentacoli lunghi e appiccicosi che spuntavano dal suo corpo e braccia squamose con mani che sembravano artigli acuminati come coltelli. Per ultimo vidi la bocca, un buco nero pieno di denti affilati come rasoi.
Strisciava come un serpente verso di me, probabilmente perché non aveva le gambe o le zampe. Ero congelata dall'orrore e dalla paura, l'unica cosa che riuscivo a fare era indietreggiare e correre. Mi resi conto di essere arrivata alla fine del sentiero bianco che conduceva ad un precipizio altissimo. Ormai il mostro era a pochi metri da me.
Qualcosa dentro mi diceva di saltare, ma la ragione diceva, invece, che era una totale follia.
Guardai giù dalla rupe ed altri mostri si trovavano sul fondo del precipizio. Non c'era via di scampo, ero in trappola!
Alla fine, preferendo di non morire divorata da un mostro, mi lanciai dalla rupe attendendo il momento in cui mi sarei schiantata contro il terreno.
Un pensiero mi venne in mente, il desiderio di saper volare, avere le ali e fuggire lontano!
Improvvisamente la caduta si fermò, aprii gli occhi e vidi spuntare dalle mie spalle delle stupende ali! Finalmente ero libera!

Mi sveglio con il fiato corto e il sudore appiccicoso che mi incolla i capelli al collo. Lo shock per il sogno è ancora presente!
La cosa che mi ha terrorizzata di più è stato il fatto che ero da sola con quell'orribile mostro che mi aveva letteralmente congelata dalla paura.
La paura dei mostri è legata al passato...
Scuoto la testa per scrollarmi dalla mente l'immagine di quegli occhi inquietanti, ma un'altra ne affiora... le ali! Ali salvatrici.
Erano ali grandi e possenti, le piume nere con sfumature bluastre che sotto la luce del sole splendevano come onde di un oceano in tempesta.
La sensazione di leggerezza era bellissima. Era come assaporare la libertà...
Controllo l'orario sulla sveglia, sono le 8:34, la giornata deve ancora incominciare.
Dopo aver fatto colazione ed essermi vestita, decido di finire nella mattinata i compiti di inglese e quelli di latino nel pomeriggio.
Non so con quale forza di volontà mi metto a fare i compiti!!
La giornata prosegue lenta e noiosa (come c'era da aspettarsi) ma, per fortuna, come tutto ha un inizio ha anche una fine. Ora sono libera di fare quel che desidero, ma cosa voglio fare? Odio trovarmi sempre in questa situazione. Continuo a leggere il mio libro oppure mi metto a disegnare??
È tutta la mattinata che penso a quelle magnifiche ali... forse l'unico modo per togliermele dalla testa è proprio disegnarle. Vado dritta alla scrivania e inizio a prendere il mio ormai consumato album da disegno ruvido, matite e gomma.
Purtroppo non ho strumenti professionali per poter fare ciò che amo ed inoltre sono autodidatta, quindi mi accontento di quello che ho.
Come se fosse un rituale abitudinario, mi siedo comoda, prendo il cellulare e metto una delle mie canzoni preferite All of me di John Legend, e la magia comincia. Inizio a disegnare la figura di una ragazza, senza indugiare sulle forme morbide e definite del corpo, le braccia e le gambe lunghe e forti leggermente piegate per fargli assumere una posa più naturale. Il disegno prende forma.
Quando disegno e sono circondata dalla musica il tempo sembra bloccarsi, soprattutto quando ne ho voglia.
Finita la ragazza passo a tracciare le prime linee fondamentali delle ali fino a farle sempre più definite. Osservo per il momento cosa ho disegnato, manca qualcosa... Se la ragazza aveva le ali per trovare la liberà da cosa scappava? Rifletti Sonya...Giusto!! Lampo di genio improvviso.
Sul fondo del foglio inizio a disegnare lunghi tentacoli e mani grandi e tozze con artigli affilati che cercano di catturare la ragazza.
Un particolare che mi ha colpito molto del sogno è il fatto che non c'erano colori, solo il bianco e il nero.
Così decido solo di usare quei due colori semplici e profondi. Stendo il nero sugli arti dei mostri in fondo al foglio, poi sulle gradi ali, sui pantaloni, sulla maglietta e sul volto della ragazza dandole un'aria misteriosa e particolare allo stesso tempo. L'impatto di contrasto tra il nero delle figure e lo sfondo bianco impressiona e rende molto l'idea del sogno.
Dopo che mi sono resa conto di aver finito, guardo ciò che ho appena fatto... è esattamente come nel sogno! Un brivido mi percorre la schiena.
Vedendo quell'immagine, le sensazioni provate nel sogno riprendono vita.
Mi sento ancora circondata da quel candore inquietante che acceca la vita e dalle inquietanti creature che probabilmente mi tormenteranno per un po'. Vedo ancora quel mostro che avanza verso di me e mi inghiotte nell'oscurità finché...<<SONYA!! È pronto. Vieni subito in cucina! Quante volte te lo devo dire!!>> mia madre infuriata mi risveglia da quel brutto sogno ad occhi aperti. Questa è una delle poche volte per cui la ringrazio di urlare...
<<Arrivo mamma!! Dammi solo un minuto>> urlo a mia volta per farmi sentire.
<<Okay! Ma sbrigati che la cena si raffredda...>>
Stacco il foglio del disegno dall'album e prendo lo scotch di carta dal cassetto, ne prendo un pezzetto e attacco il mio disegno al muro. Trovo spazio in un punto vicino al letto, così che quando sarei andata a dormire avrei potuto guardarlo da lì. Do uno sguardo a tutti gli altri miei disegni, sono colorati, allegri, tristi, misteriosi, in bianco e nero, ma quest'ultimo è totalmente unico nel suo genere.
Rimango imbambolata ancora un po' fino a quando non sento la voce di mia madre urlarmi di andare immediatamente in cucina.
Io come al solito mi risveglio dai miei pensieri e non posso fare altro che fiondarmi in cucina per evitare una brutta ramanzina.

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