1. Last Days

33 5 0
                                    

Come sempre è volata l'estate! Ci rendiamo conto di questo sempre troppo tardi e rimaniamo delusi dalla scoperta. Fra una settimana inizia la scuola e ricominciano i mesi di studio stancante.
Da qualche settimana, a me e ai miei compagni è arrivata la notizia di un nuovo compagno di classe. L'unica informazione che ci hanno dato su di lui è che viene dagli Stati Uniti. Questa notizia ha scioccato tutti, persino me, ma ultimamente sta diventando una cosa molto noiosa. Sul gruppo di classe di whatsapp i miei compagni non smettono mai di parlare di questo nuovo ragazzo americano. Le ragazze immaginano come potrebbe essere di aspetto, mentre i maschi pensano alle cose da fare con lui. (Non oso immaginare sinceramente)
Io invece penso che sia un ragazzo normale che è venuto qui, in questa città dell'Italia del Sud, per chissà quale motivo. Però mi domando sempre per quale ragione un ragazzo americano si dovrebbe trasferire proprio qui!
Questa mattina non riesco proprio a riaddormentarmi, così ho deciso di andare in cucina a fare colazione. Come immaginavo, trovo mia madre seduta a tavola che beve il suo latte bollente. (Non so come fa a berlo)
<< Giorno>> dico dopo uno sbadiglio.
<< Buongiorno. Come mai sei sveglia alle 7 di mattina? Non è da te!>>mi chiede con un mezzo sorriso sotto i baffi.
<< Ho fatto un sogno un po' strano e brutto... Non sono riuscita a riaddormentarmi. Poi ricordi? Devo uscire con Roxy sta mattina!>>
<<A sì, me ne ero dimenticata>> cosa strana visto che di solito è lei che si ricorda tutti gli impegni. Mamma è una persona molto testarda e sicuramente per questo motivo litiga per sciocchezze con mio fratello che ha il suo stesso carattere. Io e lei abbiamo lo stesso colore di capelli, ma per gli altri aspetti fisici siamo un po' diverse. Lei ha gli occhi castano scuro simile al legno di ciliegio, il viso paffuto ed un corpo massiccio, mentre io ho il volto un po' spigoloso e una corporatura magra.
Riscaldo il latte in pentola e poi lo verso nella tazza con i cereali. Ancora ho i segni di quella scottatura che mi ero fatta alla mano quando avevo sette anni. Volevo imparare a prepararmi la colazione da sola. Mi arrampicai su una sedia, accesi il gas e aspettai che il latte fosse abbastanza caldo per versarlo nella tazza. Per vedere se fosse pronto misi un dito nella pentola. Mia mamma all'improvviso entrò in cucina ed iniziò ad urlare come una matta facendo piangere Ale; dallo spavento toccai non volendo col polso il bordo della pentola bruciandomi. Da allora porto quel ricordo marchiato sulla pelle.
Dopo aver finito di mangiare lavo il tazzone e mi dirigo in camera.
<<Sonya cerca di non fare troppo rumore altrimenti Ale si sveglia e sai che diventa irascibile poi...>>
<<Sì mamma, lo conosco molto bene!>>
Come se non lo sapessi, siamo stati poco più di 10 anni a dormire nella stessa camera: le lotte con i cuscini, il solletico che ci facevamo a vicenda, le pantofole che mi lanciava addosso per vendicarsi e io che cercavo di evitarle. A pensarci bene ancora mi tira addosso le pantofole, per irritarmi e attirare la mia attenzione; ha una mira eccezionale! Percorro il corridoio ed entro nell'ultima stanza a destra. La camera di mio fratello Alessandro è quella di fronte alla mia. La porta è leggermente aperta e da lì intravedo il mio fratellino di 13 anni che dorme profondamente con il cuscino sotto la pancia, come al suo solito.
Entro nella mia stanza e vado dritta all'armadio a prendere i vestiti. All'inizio la camera può sembrare un po' disordinata a causa dei fogli e dei libri sparpagliati dappertutto. La mia stanza è bianca con una parete in corrispondenza del mio letto color foglia di tè. Sulle pareti bianche ci sono delle decorazioni nere che ho dipinto per dare un tocco personale alla camera. Ogni tanto attacco sul muro alcuni miei disegni, soprattutto i miei preferiti. Di fronte al letto c'è la mia scrivania con sopra il computer e alcune matite da disegno, affianco invece c'è la televisione con tutti i DVD dei miei film preferiti.
Prendo una T-shirt bianca con scritte nere e dei pantaloncini di jeans. Dopo aver preso tutto vado in bagno per farmi una doccia rinfrescante. Il bagno è vicino all'entrata del corridoio sulla sinistra di fronte alla stanza dei miei. Raggiunta la porta, la apro ed entro nell'angusto spazio bianco e nero tutto piastrellato. La casa non è molto grande: le camere da letto sono piccole ma comode, il salotto è la stanza più grande, quella in cui ci raduniamo più spesso insieme alla cucina ovviamente, che si trova vicino al salotto. Anche se non è una delle villette di lusso che circondano l'abitato è sempre casa mia.
Dopo essere uscita dal bagno, con i vestiti già addosso, vado in camera verso il mobile con sopra i trucchi ed uno specchio per potermi asciugare i capelli e mettere un po' di mascara. Vicino al mobile c'è la mia libreria personale, a cui tengo molto.
Da com'è la mia stanza si può capire che sono disordinata, che mi piace molto disegnare e leggere, ovvero tutto ciò che riguarda la fantasia.
Sarà banale, ma io ogni volta immagino o spero che qualcosa di bello arrivi e cambi la mia vita radicalmente rendendola intrigante, ma alla fine ci pensa mia madre a farmi scendere con i piedi per terra con i suoi pensieri pessimistici e realistici: "Meglio pensare sempre a male perché la sfortuna ci perseguita." Da una parte non posso dire che ha torto, perché è meglio non aspettarsi niente che tutto, ma non ci posso fare nulla, non riesco a frenare la mia l'immaginazione, è più forte di me. Sono una sognatrice ottimista che vede il lato positivo in tutto ciò che accade...quasi in tutto perché a volte anche la mia speranza si spegne. So di non essere perfetta, ovvero il genere di ragazza che attira tutti i ragazzi intorno a sé, ma che ci posso fare, questa sono io e mi devo piacere così, una bruna con tanti capelli ed occhiali.
Squilla il mio cellulare sul letto e corro a rispondere.
<<Pronto>>
<<Sonya sono Roxy. Sto per arrivare a casa tua.>> dice la mia amica Rossana, anche se tutti la chiamiamo Roxy.
<<Okay! Allora ci vediamo fra cinque minuti?>>
<<Sì, ciao!>>
<<Ciao!>>
In quell'istante mi ricordo di non aver messo le lenti a contatto e le scarpe. Metto subito i sandali e corro in bagno, metto le lentine e vado in salotto verso la porta di ingresso. Prendo la borsetta di stoffa a fantasia con dentro il portafoglio e il cellulare ed apro la porta.
<<Ciao mamma, esco okay?>>
<<Sì, ma Roxy ti riporta a casa?>>
<<No prendo l'autobus, non ti preoccupare. Ci vediamo a mezzogiorno. Ciao!>>
Così esco fuori di casa e trovo Roxy ad aspettarmi sul marciapiede.

------------------------------------------
Ciao ragazzi questa è la mia prima storia quindi sarebbero graditi dei commenti o like giusto per sapere se il mio lavoro è apprezzato.
I consigli sono ben accetti!

Grazie e al prossimo capitolo!!
Lady_HalfMoon

HalfMoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora