6 capitolo

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Sono seduta sul mio letto da circa mezz'ora, continuo a guardare la mia stanza perche questi sono gli ultimi momenti che passo in questa casa.
La mia camera è spoglia e le valigie davanti alla porta mi fanno sentire malinconica.
Ricordo ancora lo sguardo triste della nonna ieri sera quando mi ha aiutato a fare i bagagli.
Il suo viso era amareggiato ma allo stesso tempo orgoglioso di sua nipote. Mentre infilavo le ultime cose, mi ha guardato, ha infilato le mani in tasca e mi ha consegnato una scatolina.
Con il viso dolce mi disse" questo è un ciondolo che ti ricorderà che a casa c'è la tua vecchia nonna ad aspettarti. Non importa quanta distanza ci separa."
Non aprì neanche la scatolina perché ero già tra le sue braccia. Quanto mi mancherà il suo caldo abbraccio, quel calore così familiare, quanto mi mancheranno le sue parole nei momenti no e il suo buon cuore.
Siamo rimaste sole in questa casa per così tanto tempo che ora la mia famiglia é lei, è l'unica che c'è sempre.
Ho sempre pensato di portarla con me in America ma secondo lei è una cattiva idea perché la mamma rimarrebbe da sola e chissà cosa potrebbe combinare.
Rimanemmo abbracciate per parecchio tempo, volevo godermi quegli ultimi instanti con lei e  andare via con questo bellissimo ricordo.
Il campanello della porta suona e mi riporta sulla terra.
Sono arrivati e già sento la voce euforica della mia migliore amica che non vede l'ora di partire.
Ci accompagneranno all'aeroporto i genitori di Mia, sono stati davvero gentilissimi. Hanno anche insistito così tanto per pagare l'affitto della casa a New York che io e Dylan abbiamo dovuto accontentarli.
Mi alzo dal mio letto, prendo le valigie, rivolgo un ultimo sguardo alla mia camera e chiudo a porta.
"Ricordati di chiamarmi appena arrivi. Ti voglio bene" mi abbraccia un ultima volta la nonna.
"Anch'io te ne voglio nonna" dico con il viso rigato dalle lacrime.
La tengo stretta a me più che posso.
La porta si apre e il nostro ultimo momento viene interrotto da mia madre stranamente sobria.
La guardo sorpresa mentre lei sembra cerchi di formulare un discorso.
Alla fine le parole le escono spontanee"Non mi saluti?" dice mia madre con la voce sottile.
Sto sognando? Penso proprio di si.
Mi pizzico il braccio e sento il dolore.
Non ci posso credere, la mia mamma che mi chiede un saluto. Quanti anni saranno che aspetto di poterla riabbracciare? due? tre?
Senza pensarci due volte mi butto tra le sue braccia e le lacrime scendono.
Lei mi stringe più forte e mi accarrezza la schiena
Non le chiedo il perché di tutte le sue azioni, del fatto che fino a due secondi fa per lei ero una sconosciuta,del fatto che non ci siamo parlate per così tanto tempo, penso unicamente a godermi questo momento.
Oh, la mia mamma.
Quanto mi è mancata.
Le sussurro vicino all'orecchio
"Ci rivedremo. Te lo prometto" le rivolgo un ultimo sguardo e prendo le valigie.
"Ho ancora una cosa per te" dice mia madre.
Un regalo? Di mia madre?
Ma chi è questa persona davanti a me? È irriconoscibile.
Va in camera sua e torna con un peluche in mano.
A primo impatto non lo riconosco poi lo osservo meglio.
È mojo, la mia scimmietta di peluche che i miei genitori mi regalarono quando festeggiai il mio sesto compleanno.
Ricordo ancora la mia felicità nell'aprire la scatola e trovare Mojo.
"L'avevo trovata qualche mese fa in soffitta e ho pensato che ha più bisogno di te che di me" mi dice sorridendo.
"Grazie mamma" dico a prendo la scimmietta.
Saluto ancora una volta la mia famiglia ed esco di casa.
Oggi è una bellissima giornata di sole, mi rispecchia tantissimo.
Sono davvero entusiasta di partire.
Raggiungo l'auto dei genitori di Mia e vedo sui sedili posteriori i miei due migliori amici.
Dylan apre il finestrino e si affaccia "Non vorrai davvero portare con noi una scimmia?"
"Bhe, guarda il lato positivo, avrai un tuo simile con cui parlare durante il viaggio" rido e lui fa la linguaccia.
Ripongo le valigie nel portabagagli ed entro in auto.
"Siete pronti?" Dice Mia rivolgendosi a me e Dylan.
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa e sorridiamo tutti e tre.
La macchina parte e osservo dal finestrino tutto ciò che mi lascio alle spalle: la mia casa, la mia scuola, il mio paese, la mia famiglia e il mio passato.
Una volta arrivati salutiamo i genitori di Mia ed entriamo.
Arriviamo in aeroporto 1 ora e mezza prima del volo, e ci rechiamo al nostro banco.
Ci controllano i documenti e i biglietti, pesano la valigie e le imbarcano.
Non ho portato così tanta roba.
Nell'ultima settimana sono stata in giro con Mia per degli acquisti ma nulla di che, giusto qualche t-shirt da indossare a scuola.
Il nostro volo é programmato per le undici e mezza e sono già le undici.
Attendiamo in una sala e mangiamo qualche snack.
All'ora dell'imbarco ci presentiamo al gate e saliamo sull'aereo.
Ho sempre avuto paura di volare. Non mi piace sentirmi rinchiusa, non poter aprire il finestrino, e rimanere seduta per cosi tanto tempo.
E se succedesse qualcosa, tipo un’avaria? Sei in aria e non puoi far altro che cadere, e da quell’altezza … non ci voglio nemmeno pensare.
Fin da bambina, ho sempre pensato che mai sarei salita su un mezzo così anomalo ed orripilante invece eccomi qui.
Per non pensare al fatto di essere in aria, ho dormito per quasi tutto il viaggio, in fondo sono 7 ore di volo.
Quando arriveremo lì ci dovremo abituare al fuso orario e saranno ancora le 14 mentre a Londra la gente già dorme.
Imvece i miei amici per tutta la durata del volo non hanno fatto altro che guardare stupidi film trasmessi da un piccolo pc.
Apro gli occhi e ammiro il panorama.
Sono seduta vicino il finestrino e il territorio americano visto da quassù è uno spettacolo.
Forse voliamo sul Canada, o forse a Miami, o Los Angeles, qualunque città sia é davvero bellissima.
Una voce all'autoparlante annuncia che siamo arrivati a destinazione.
L'aereo si prepara per l'atterraggio e sento la mia ansia diminuire.
Siamo arrivati.
Siamo a New York.
Oggi inizia la nostra nuova vita.
Mi sembra un sogno.

N/A: sono riuscita ad aggiornare e sono davvero felice del capitolo!
Spero vi piaccia.
Un bacio ❤❤
-Mary

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