" Je suis belle, ô mortels! comme un rêve de pierre,
Et mon sein, où chacun s'est meurtri tour à tour,
Est fait pour inspirer au poète un amour
Eternel et muet ainsi que la matière."- La Beauté, Charles Baudelaire
Hermione non era tornata in ufficio quel giorno e Draco era sempre più nervoso.
Neville era impegnato con l'autopsia, Harry aveva trascorso tutto il giorno nell'ufficio del Ministro e Ronald sarebbe rientrato l'indomani.
Controllò l'orologio.
Sono già le dieci; tra mezz'ora sarà meglio iniziare col pattugliamento. – pensò il biondo tra sé e sé.
Mandò un Patronus allo Sfregiato esortandolo a darsi una mossa, poi ritornò ai suoi appunti.
Era stanco, tutto il giorno su quei fogli, concentrato su quegli appunti da ore, quando un disegno lo colpì.
Scostò velocemente tutte quelle carte e prese la pergamena tra le dita.
Sul tessuto vi era disegnato un ciondolo dalla forma particolare, a rosa, con nel mezzo incastonata una pietra rossa.
Era bellissimo ed il biondo era sicuro di averlo già visto da qualche parte.
Sulla pergamena non vi erano appunti, solo quell'immagine.
Un ciondolo a forma di rosa... Una pietra rossa incastonata nel centro...
Le sue elucubrazioni mentali vennero interrotte dall'ingresso di Harry in ufficio.
«Sei pronto per la ronda?» gli chiese tranquillo.
Draco lo guardò stralunato.
Ma come? Non mi chiede che fine ha fatto la sua amica?
Harry lo osservò. Si guardarono qualche istante, poi il moro captò la domanda implicita.
Sbuffò.
«Hermione mi ha inviato un gufo. È andata a casa perché si sentiva poco bene. Spero tu non l'abbia infastidita.» disse sempre tranquillo.
Il sopracciglio sinistro del biondo arrivò all'attaccatura dei capelli.
«Infastidita? Io non infastidisco nessuno, Potter. Ed ora muoviti, è già tardi.» e con questa uscita, sortì dalla porta diretto all'ascensore senza nemmeno aspettare il moro che, nel frattempo, se la rideva sotto i baffi.
Era sicuro che Hermione se ne fosse andata per non lanciare un'Avada al biondo.
Quei due non si sopportavano.Quella notte, un altro uomo venne attaccato.
Arrivati al limitare del bosco, Draco ed Harry l'avevano trovato a terra, riverso in una pozza di sangue.
Era un uomo sulla trentina, distinto e curato.
Quando i due Auror lo scorsero, era ancora vivo.
Il sangue usciva a fiotti dalla sua gola tagliata profondamente, mentre le mani cercavano di tenere chiusa la ferita.
Gli corsero incontro, sapendo che ormai era troppo tardi.
Cercarono di chiudere la ferita, ma la bacchetta non poteva nulla contro il morso di un vampiro.
Harry si strappò un pezzo della divisa e lo usò per tenere chiusa la ferita dell'uomo, che lo guardò con sguardo terrorizzato.
«Lei è—lei...» cercò di dire l'uomo balbettando per la mancanza di forze.
Harry e Draco si guardarono.
«Chi? Chi è lei? Ha visto il suo viso?» chiese apprensivo il moro.
L'uomo annuì a fatica, poi alzò il braccio indicando con un dito la strada che si apriva verso Oxblood Lane.
«È andata di là?» chiese Harry con la voce ansiosa.
Forse avevano una pista. Forse avrebbero potuto fermare quest'assassina.
«Ro-sso. Ro—rosso» cercava di parlare l'uomo, poi si toccò i capelli dicendo ancora «Ro-sso.» ed infine avvicinò un dito agli occhi di Harry.
«Ro—» ma non concluse la frase. Il braccio cadde a terra e l'uomo esalò l'ultimo respiro.
Harry e Draco avevano visto molti morti, sia durante l'ultima battaglia ad Hogwarts che nei loro anni da Auror, ma ogni volta, ogni morte era un nuovo colpo al cuore.
Harry posò delicatamente la testa dell'uomo a terra ed inviò un Patronus alla squadra al Ministero.
Pochi attimi dopo, il luogo del delitto era gremito di Auror e medimaghi.
Portarono via il corpo, mentre Draco raccontava al loro superiore cosa fosse successo, le parole dell'uomo e lo stato in cui l'avevano trovato.
Harry, nel frattempo, si era avvicinato al limitare del bosco e guardava verso le case che componevano il quartiere di Oxblood Lane.
Casa di Hermione si ergeva nel centro, splendida e maestosa. Harry alzò il viso verso l'ultimo piano e lo trovò completamente illuminato.
Aveva voglia di vederla. Aveva bisogno di vederla, di bere un tè caldo e sentire l'amica vicina.
Era scosso da quello che era successo.
Era stanco per tutte quelle ore di lavoro inutili.
Era arrabbiato per non aver evitato una nuova morte.
Il biondo gli si avvicinò, osservando il punto nella traiettoria del moro.
Harry, senza preavviso, posò una mano sulla sua spalla e si smaterializzò.
Comparvero direttamente nel salotto di casa di Hermione.
La ragazza, seduta sul divano a leggere, alzò la testa di scatto sbarrando gli occhi.
Indossava un semplice pantaloncino bianco tremendamente corto, ed una canottiera scura.
Imbarazzata, corse a mettersi una vestaglia lunga.
«Harry! Che succede? Cosa ci fate qui?» chiese agitata e guardò alternativamente entrambi i ragazzi.
Harry, più imbarazzato di lei, le sorrise.
«Avevo bisogno di un tè caldo e della mia migliore amica», rispose semplicemente, lo sguardo dolce e stanco.
Hermione capì che qualcosa non andava.
«Sì, certo. Sedetevi.» e indicò loro il divano alle loro spalle.
«Ve lo preparo subito.» e scomparve dalla stanza.
Draco, nel frattempo, aveva deglutito a vuoto alla vista delle gambe della Granger e si apprestava a chiedere a Potter il motivo della loro visita o, meglio, il perché avesse portato anche lui.
«Potter, maledizione, perché mi hai trascinato qui?» chiese irritato il biondo.
Harry si voltò e gli sorrise furbo.
«Ho bisogno di svagarmi un po'; cosa c'è di meglio nel vedere la mia migliore amica che ti risponde a tono e la tua faccia da pesce lesso nel vedere che belle gambe abbia?» rispose alzando il viso, sorridendo diabolico.
Draco sbarrò gli occhi.
«Io non guardo le gambe della Granger!» urlò ed Harry scoppiò a ridere nel vedere quanto si era agitato.
Draco Malfoy e le emozioni non erano un connubio che si vedeva spesso.
Hermione, intanto, era tornata con tre tazze di tè e dei biscotti.
Harry sentì subito il profumo dolce del tè alla vaniglia, il loro tè preferito, e scoccò un sorriso splendido all'amica.
Hermione posò il vassoio sul tavolino e porse loro le tazze con la calda bevanda.
Era molto raffinata ed elegante in ogni gesto e Draco la immaginò nel suo salone intenta a versare il tè ai loro ospiti, con lui al fianco che la guardava ammirato assieme a tutti i purosangue che l'avevano sempre disprezzata.
La immaginò come sua compagna tra le mura della sua casa.
Quella constatazione gli fece fermare il respiro in gola.
"Davvero ho appena immaginato la Granger come mia moglie? ", si chiese il biondo sbattendo le ciglia per rinsavire.
I due grifondoro, mentre il biondo era alle prese con l'immagine di una Granger sua compagna di vita, si guardavano attentamente, parlandosi solo con lo sguardo.
Alla fine, Hermione ruppe il silenzio.
«Cos'è successo, ragazzi?» chiese dolce, tanto dolce che anche Draco alzò subito la testa a quel richiamo così amorevole.
Aveva un timbro pacato, quasi materno.
Una voce melodiosa capace di farti sentire amato e compreso.
Harry, al solo suono della sua voce, s'ammorbidì e si lasciò andare sul divano.
Draco, dal canto suo, aveva capito perché il moro volesse andare da Hermione. Quella ragazza era in grado di scongelare il cuore di qualsiasi essere umano.
«C'è stata una nuova vittima», il moro disse soltanto, gli occhi chiusi e la tazza di tè tra le mani. «Era ancora vivo quando l'abbiamo trovato. È morto tra le mie braccia.» concluse, la voce funerea a piena di dolore.
Hermione sgranò gli occhi.
Harry era molto sensibile sulla questione, lo sapeva bene.
Poggiò la tazza sul vassoio, fece il giro del tavolino, s'inginocchiò davanti al moro e lo abbracciò.
Harry sprofondò tra le braccia della sua amica ricevendo il conforto di cui aveva bisogno.
Draco, a loro di fianco, guardava quell'abbraccio con gli occhi di chi vedeva la luce per la prima volta.
Non era abituato a quelle scene, a quelle dimostrazioni d'affetto vero, d'amicizia profonda.
Hermione, staccatasi dall'amico al quale aveva posato una carezza sulla guancia, si voltò verso Draco che aveva alzato il viso verso di lei.
Gli sorrise, prese un biscotto dal piatto e glielo porse.
«Tieni. Credo che un po' di zuccheri possano aiutare anche te. Sembri stanco e sei piuttosto pallido.» e gli posò una mano leggera sulla spalla, lasciando il biondo completamente basito. Piacevolmente basito.
Harry sorrise.
Quella era la sua Hermione.
Aveva portato Draco con sé perché sapeva che anche lui aveva bisogno di un po' di conforto ed Hermione era la persona più amorevole di questa terra e sapeva bene non avrebbe rifiutato di fargli una carezza per risollevarlo, anche se quella carezza era diretta a Draco Malfoy.
Il biondo poteva sembrare freddo e composto, come se nulla lo scalfisse, ma Harry sapeva e sentiva che sotto quella scorza dura c'era molto, molto di più.
Il moro alzò il viso verso quello dell'amica. Era di nuovo lei.
Era tornata la sua migliore amica, non la ragazza dei primi giorni in cui si erano ritrovati, no. Quella era l'Hermione di Hogwarts, l'Hermione che lui aveva lasciato tre anni prima.
La sua Hermione.
«Bene, credo sia il caso di andare, ora.» disse il moro dopo aver finito il suo tè.
Hermione annuì, si alzò e lo abbracciò mentre i due Auror stavano per avviarsi alla porta.
«Potete anche smaterializzarvi.» disse loro vedendoli prendere le scale.
Harry, in quel momento, si ricordò d'esser riuscito ad entrare in una casa protetta.
Si voltò, già pronto a domandarle dove fossero gli incantesimi di protezione, quando la riccia lo prevenne.
«Ho modificato gli incantesimi per alcune persone, Harry. Tu, Ron, Neville, Malfoy e la famiglia Weasley. Questo posto è sicuro e lo sarà anche per le persone a cui tengo. E poi, se avessi avuto bisogno di contattarmi, come avresti fatto con le barriere?» concluse tranquilla, mentre Harry scuoteva la testa ridendo e le dava la buonanotte poco prima di smaterializzarsi.
Draco, fermo sulle scale, era rimasto spiazzato dal sapere che la Granger aveva tolto le barriere anche per lui.
Per lui.
Alzò il viso verso la ragazza, confuso, e vi trovò un viso rilassato.
«Buona notte, Malfoy.» gli disse leggera prima di voltarsi e sparire nel corridoio.
«Buona notte, Hermione.» rispose il biondo quando ormai la ragazza era sparita, prima di smaterializzarsi anch'egli a casa sua.
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Come sangue nelle vene
FanfictionDramione|| Draco Malfoy/Hermione Granger «Hermione...» Tre anni. Erano trascorsi tre anni. Millenovantacinque lunghi giorni senza di lei. Senza un suo gufo, senza una sua telefonata, senza una notizia. La credevano morta. Tutti. Tutti la credevano m...