"There are things I have done
There's a place I have gone
There's a beast and I let it run
Now it's running my way
There are things I regret
That you can't forgive, you can't forget
There's a gift that you sent
You sent it my way
[...]
There's a game that I played
There are rules I had to break
There's mistakes that I made
But I made them my way"- This night, Black Lab.
Quindici giorni.
Erano trascorsi quindici giorni da quella maledetta notte.
Quindici giorni di sete, rabbia e macchinazioni.
Quindici giorni che alimentarono una vendetta che sarebbe presto arrivata.
Quindici giorni di gelo e rancore.
Quindici giorni di buio ed oscurità.Quindici giorni.
Il reparto Auror del Ministero della Magia era silenzioso come solo nelle ultime due settimane accadeva.
Nessun movimento, nessun corpo ritrovato, nessun criminale indaffarato.
Quindici giorni spesi tra le pagine dei libri, tra carte e scartoffie vecchie di centinaia d'anni. Tutto pur di non pensare a chi riposava nella cella della torre.
Tutto.
Le ricerche sulle pietre del sangue avevano avuto nuovi ed importanti risvolti, mentre poche scoperte erano state fatte sui Bourgeois e su coloro che ne avevano decretato l'estinzione.
Neville era riuscito a visionare i volumi della nonna che si era riscoperta sotto Imperius, maledizione lanciata dalla stessa Hermione e spezzata nel momento in cui la sua bacchetta era stata presa in custodia dagli Auror e ripulita dal team di esperti.
L'anziana donna era stata sotto il volere della vampira fino a quella notte, quella famosa notte, durante la quale si era svegliata in preda al panico, sudata e spaventata.
Neville era stato molto scosso dalla scoperta: non avrebbe mai creduto che un suo parente così caro potesse essere messo in mezzo a tale pericolo proprio a causa sua.
Per Blaise ed Harry, invece, questo non era altro che un ennesimo segno della colpevolezza di Hermione.
Quella mattina, la mattina del sedicesimo giorno dalla cattura di Hermione, i cinque Auror si erano ritrovati per fare il punto della situazione e decidere come agire con la riccia.
«Buongiorno, ragazzi.»
Neville fu il primo a prendere parola mentre il resto della squadra prendeva posto sulle sedie e sulle poltrone.
Erano tutti stanchi e provati, ad eccezione del moro Serpeverde che sembrava pieno di energie, con una strana luce quasi folle che illuminava da giorni i suoi occhi.
Neville si mise al centro della stanza, fece un profondo respiro e cominciò a parlare, la voce stanca e le occhiaie ben visibili sotto gli occhi.
«Ho pensato fosse il caso di fare il punto della situazione, visto che le informazioni raccolte sino ad ora sono state molte ed alcune di esse inutili e svianti» cominciò il moro, la bacchetta tra le mani pronta all'utilizzo.
Tutti ascoltavano, seppur sembrasse loro di non essere veramente presenti in quella stanza.
Erano più di due settimane, a dire la verità, che gli Auror, ad eccezione di Blaise, si sentivano come spettatori esterni, come se tutto quello non stesse realmente accadendo ma loro fossero semplici astanti di uno strano film babbano.
«Allora, io partirei dalle pietre, l'unico oggetto di cui abbiamo informazioni pressoché certe» continuò il moro senza venire interrotto nemmeno da un fiato.
«Abbiamo scoperto quante siano in realtà queste fantomatiche pietre, giusto? Ebbene, sono tre: una collana, un bracciale ed un anello. Le tre pietre, come potete vedere - e davanti ai cinque Auror, grazie ad un colpo di bacchetta, si proiettarono le riproduzioni oleografiche dei tre preziosi monili - sono incastonate in gioielli che formano una sorta di completo, parure se vogliamo dirla giusta. Nella collana, come vedete da voi, la pietra è quella rossa incastonata al suo interno, tra i petali d'avorio della rosa. Nell'anello, invece - e si proiettò un anello finemente lavorato, dai contorni intagliati a motivo floreale - abbiamo tre pietre, una rossa e due opalescenti. Bene, quella al centro e più grossa è la seconda pietra del sangue, circondata da due opali naturali. Ho fatto alcune ricerche, poche ad essere sincero, visto che, purtroppo, qui nel mondo magico non si trova nulla sull'argomento. - prese una pausa, Neville, poi si passò stancamente le mani sul viso e continuò - L'opale, nella stregoneria babbana, viene classificato come una pietra della protezione dal male. Secondo le ricerche che ho svolto, anche se credo Harry ce ne possa dire di più, a quanto pare ci sono molti babbani votati alla magia, solo che è una magia strana e diversa dalla nostra. Non comprende bacchette, ma cristalli ed erbe, candele e preghiere... Harry, vuoi dirci qualcosa tu?» chiese il moro curioso.
Harry, seduto in disparte con lo sguardo perso, non si alzò nemmeno e parlò a voce bassa e stanca.
«Ne so poco di queste cose, Neville. Sai che, ormai, pratico poco il mondo babbano, però...» cominciò il ragazzo, ma si fermò presto, preso dallo sconforto.
Fece un respiro profondo, poi tornò a guardare i quattro Auror.
«Diciamo che so dove trovare qualche informazione» e, così dicendo, appellò una strana borsa di perline.
Erano più di tre anni che non la vedeva ed il solo tenerla in mano gli faceva male.
I ragazzi lo guardarono straniti quando vi puntò dentro la propria bacchetta.
«Accio appunti babbani.»
Un blocco di fogli dallo strano colore e dalla strana forma uscì dalla borsetta sotto lo sguardo esterrefatto dei ragazzi presenti.
Harry lo prese e cominciò a sfogliarlo. A lato vi erano dei piccoli pezzi di carta colorati con sopra delle scritte.
«Questo è un quaderno babbano. È come un insieme di pergamene, solo meno pesante» disse senza guardare nessuno.
«Questi pezzetti colorati sono dei post-it, carta adesiva che serve per prendere appunti. Lei li usava per indicare gli argomenti trattati in quella pagina.»
Lei.
Tutti capirono a quale lei si stesse riferendo il Bambino Sopravvissuto.
«La famosa borsa di perline» disse Neville a bassa voce con un sorriso malinconico sul volto.
Harry annuì guardando il moro negli occhi.
Sfogliò quello strano oggetto fino ad arrivarne a metà.
«Oh, ecco» disse appena la sua mano sfogliò una delle ultime pagine scritte.
«Ricordo poco dell'argomento. Non ho fatto io queste ricerche - cominciò il moro ma dagli occhi leggermente stralunati degli altri, ad eccezione di Ron, capì di dover fare una piccola premessa - Questo quaderno è di... di... Avete capito di chi è. Vi sono alcune ricerche che aveva svolto l'ultimo anno prima di partire alla ricerca degli Horcrux. Stavamo cercando ogni indizio possibile ed ogni aiuto possibile ed a lei era venuto in mente questo» e girò il quaderno verso i ragazzi.
Su quella strana pagina vi erano moltissimi appunti e strani simboli. Alcuni erano rune, altri invece erano incomprensibili.
«La magia dei babbani. Celti, druidi, streghe... Ogni cosa avesse a che fare con la magia, sino a quella moderna, come la... Come si chiamava? Ah, sì. Wicca.»
I due Serpeverde, uno seduto alla scrivania e l'altro poggiato alla finestra, mentre il bambino sopravvissuto cominciava il suo racconto, storsero il naso.
Babbani e magia? Che razza di stupidaggine...
«Purtroppo, gli appunti non sono molti. Avevamo... Aveva iniziato la ricerca sulla magia babbana solo tre giorni prima della nostra partenza e non aveva avuto il tempo per... Beh, sapete anche voi cos'è successo - tagliò corto - Comunque, lei mi spiegò a grandi linee quello che aveva scoperto, anche se non ricordo moltissimo. Quello che ricordo è questo: la "stregoneria" è l'arte delle streghe, coloro in grado di piegare l'energia e la magia al loro volere. La base fondamentale del credo dei maghi babbani è questa: nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. La magia è energia e tutto l'universo ed il creato sono energia stessa, perciò magia, come ci viene insegnato anche a noi. I babbani non hanno bacchette, o almeno non quelle come le nostre, ma utilizzano l'energia tramite vari canali e con mezzi simili ai nostri: erbe, cristalli, candele, infusi, pozioni, litanie. Le streghe babbane sono votate a delle divinità pagane, dèi e dee designati a, che ne so... C'è la Dea della Luna, ad esempio, ed altre un po' come quelle greche, Apollo eccetera, presente? Di queste cose mitologiche so poco... Comunque, queste divinità le aiutano nel loro cammino, a loro votano le festività ed i loro rituali chiedendo aiuto nella riuscita e protezione e cose così. Comunque, la stregoneria è sempre stata osteggiata dalla chiesa cristiana in quanto definita "serva del diavolo" ed i suoi discepoli sono stati bruciati al rogo ed uccisi lungo l'arco del tempo. Oggigiorno so che è rinata tramite un movimento moderno che si avvale sempre dei princìpi qui sopra elencati. So che usano i cristalli come amuleti e canali per l'energia, non so altro, però.»
Erano tutti a bocca aperta.
I babbani praticavano della magia? Era impossibile! Loro non avevano sangue magico!
«Babbani e magia, Potter? Sul serio?» domandò una voce sarcastica e tagliente.
Draco Malfoy non avrebbe mai creduto a dei babbani che praticavano magia. Era impossibile.
Harry alzò il viso stanco su quello del biondo e sospirò.
«So che sembra strano, sinceramente nemmeno io ci credo, ma ci sono centinaia di congreghe e di praticanti» rispose soltanto, la schiena curva e le occhiaie a solcargli il viso.
Draco sbuffò, poi si voltò nuovamente verso la finestra.
Gli occhi si persero nel grigio del cielo di Londra.
Erano giorni che non smetteva di piovere.
Da quella maledetta notte...
Era completamente apatico, stanco e spossato.
Non riusciva ancora a credere a quello che era accaduto ed ogni volta che ci pensava la rabbia pervadeva il suo cuore. Quello era l'unico momento in cui sapeva d'essere vivo, quando la rabbia giungeva.
Peccato che poi giungessero, assieme, anche lo sconforto, la tristezza ed il dolore.
Soffriva, Draco Malfoy, soffriva come mai gli era capitato e non riusciva a venirne fuori.
Il viso di lei era una costante nei suoi pensieri e nei suoi sogni; peccato che, poi, questi diventassero incubi quando quel viso iniziava a cambiare, mostrando due occhi rossi come il sangue, sangue che ora sgorgava dal suo cuore, copioso e lancinante.
Il cuore spezzato è un dolore immenso che solo chi ha amato davvero può provare sulla propria pelle e ne restano sempre le cicatrici. Sempre...
Neville, dopo aver ascoltato le parole del suo capo squadra, tornò al suo posto e riprese a parlare.
«Dunque, tornando alle pietre, le due a protezione della pietra del sangue sembra seguano un credo babbano, quello della stregoneria. È qui che non capisco, in effetti. Babbani e maghi. Babbani o maghi? Queste pietre sono state create dal sangue di Lady Eloïse, una babbana così come il resto dei Bourgeois. Come è possibile che una babbana crei delle pietre magiche? Che collegamento c'è tra questi due mondi?» chiese Neville sempre più concitato.
«Io credo ci sfugga qualcosa di importante, qualcosa riguardante i Bourgeois. Loro, intesi come famiglia. Credo le risposte siano nel loro sangue» concluse tetro, sapendo bene che era totalmente impossibile ricavare informazioni su di una casata ormai estinta da secoli.
«Anche nel bracciale, come vedete - e fece apparire l'ologramma del bracciale - la pietra è attorniata da altre quattro pietre. Due le riconosco, sono sempre opali, ma le altre due? Quelle traslucide e riflettenti? Sono strane, virano sul rosa e l'azzurro, il blu ed il verde... Non le so proprio ricollegare ad un nome. Perché ci sono queste pietre? L'opale viene usato dalle streghe babbane per protezione... Protezione da cosa? Da cosa devono essere protette queste pietre del sangue? E perché nel ciondolo non ci sono? A cosa servono? Per quale motivo le cercano? Abbiamo letto dell'esperimento fatto dall'amante di Lothaire, ma credo sia solo una leggenda. Pietre che ridanno la vita. I vampiri sono immortali, a cosa gli servirebbero? No, è troppo strano... Io credo servano per questioni di potere. Se sai di avere davanti a te tutta l'eternità, l'unica cosa che può davvero contare è una: il potere» concluse Neville, la frustrazione dell'avere poche informazioni in ogni sillaba.
Mentre gli Auror cercavano di decifrare l'enigma delle pietre, nella cella della torre carceraria una vampira cercava di sopravvivere alla sete ed ai propositi omicida che vorticavano nella sua mente spossata dagli ultimi avvenimenti, dalla Repellum che aveva intaccato il suo corpo, dalla fame, dalla rabbia.
Cercava di capire come uscire da quelle mura umide, Hermione, mentre il suo corpo si debilitava sempre più.
Prima della battaglia non era riuscita a nutrirsi a dovere ed il sangue che aveva bevuto da quando era a Londra non era stato nemmeno lontanamente "nutriente".
Ed ora sentiva la gola bruciare e tanto dolore, il cervello stanco, i riflessi annebbiati e la rabbia ad incendiarle il petto.
Aveva salvato loro la vita mandando a puttane il piano per recuperare la seconda pietra, aveva quasi perso la testa - nel vero senso della parola - rischiando di divenire cenere sempre per loro ed in cambio cosa riceveva? Una pugnalata alle spalle. Gettata in quella fetida cella come se fosse un animale.
"Mi avete trattata peggio di una bestia. Ora vedrete cosa è realmente un animale e cosa è in grado di fare." fu l'ultimo pensiero coerente prima che i sensi le si spegnessero e lei cadesse nel buio dell'oblio.
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Come sangue nelle vene
FanfictionDramione|| Draco Malfoy/Hermione Granger «Hermione...» Tre anni. Erano trascorsi tre anni. Millenovantacinque lunghi giorni senza di lei. Senza un suo gufo, senza una sua telefonata, senza una notizia. La credevano morta. Tutti. Tutti la credevano m...