There is strong shadow where there is much light

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"Swear no remorse for the ones who lost their fate,
symbols of horror in handsome masquerade."

- Orchidfire, Flowing tears

I cinque Auror rientrarono al Ministero senza dire una parola, ancora troppo sconvolti da ciò che era successo nel bosco.
Harry era completamente basito, affiancato da un ammutolito Neville ed un terrorizzato Ron.
Blaise aiutava Draco a camminare tenendolo per la vita con un braccio, il viso tirato e preoccupato.
Dopo il crollo avvenuto poco prima, il biondo faticava a riprendersi, anche fisicamente.
Era completamente stravolto.
La testa gli pulsava, le gambe non lo reggevano, i muscoli sembravano non avere più potere sul suo corpo e la sua mente era completamente annebbiata.
Ricordava solo due grandi e spaventosi occhi rossi.
Solo quelli.
Il dolore che aveva sentito quando aveva guardato quella creatura negli occhi era stato insopportabile.
Come se la sua testa stesse per implodere, sentiva le sue ossa scricchiolare.
Un dolore così atroce che quello patito per il Marchio Nero sembrava davvero nulla a confronto.
Era ancora completamente stordito e dolorante, tanto che, appena materializzati in ufficio, Harry lo accompagnò personalmente al San Mungo, dove li attendeva Hannah Abbott, già avvisata da Blaise tramite un Patronus.
Fecero stendere il biondo qualche minuto, il tempo che Harry organizzasse il tutto e desse gli ultimi ordini, poi il moro lo aiutò ad alzarsi e lo accompagnò al punto di smaterializzazione.
Harry lo teneva per la vita, mentre cercava di smaterializzarsi, ma Draco sembrava non riuscire nemmeno a reggersi in piedi.
Era pallido e sudato, il volto freddo e le labbra bianche.
Il respiro era leggero, ma troppo debole.
Il moro iniziava a preoccuparsi.
Lasciò indicazioni ai tre Auror rimasti per la compilazione del verbale e fece chiamare direttamente il Ministro, il cui compito di aggiornamento fu affidato a Neville.
Pochi minuti in cui diede le direttive necessarie e si smaterializzò.


Arrivarono al San Mungo direttamente davanti alla stanza in cui li aspettava Hannah, la medimaga addetta a loro Auror.
Harry bussò ed in pochi secondi una ragazza bionda, dai grandi occhi azzurri ed il sorriso gentile, aprì la porta lasciandoli passare.
Come la giovane vide le condizioni del biondo Auror, ella si agitò subito, il volto cambiò espressione ed il sorriso le sparì.
Draco era in pessime, pessime condizioni.
Aiutò Harry a farlo sdraiare sul lettino e gli sbottonò la divisa per controllare la temperatura ed i battiti cardiaci.
Era pallido, troppo pallido, e freddo. Davvero freddo.
Gli occhi erano vuoti, completamente fissi sul soffitto ed il corpo era scosso da violenti brividi.
La medimaga cominciò subito a visitarlo, cercando di stimolare la reazioni fisiche del ragazzo.
Controllò la pressione e la trovò troppo bassa, pericolosamente bassa: rasentava i trentacinque mmHg, una frequenza estremamente fatale.
La temperatura corporea era scesa di tre gradi rispetto ai suoi parametri vitali normali, il cuore batteva ad un ritmo forsennato e le reazioni psicofisiche erano completamente assenti.
Gli prelevò del sangue che analizzò con la bacchetta, trovandovi un principio di anemia emolitica.
Continuò a cercare di stimolarlo, ma le reazioni del ragazzo erano assenti.
Nulla, era come se fosse in coma.
La situazione era grave.
Lo stato di shock in cui versava poteva essergli fatale.
«Harry, cosa diavolo è successo?» chiese agitata la bionda mentre s'indaffarava attorno al corpo quasi esanime del biondo.
Il Bambino Sopravvissuto, pallido e scarmigliato, voltò i suoi grandi occhi verdi verso la ragazza.
«Siamo finiti in una trappola, Hannah. Vampiri», rispose quasi senza voce.
La ragazza voltò il viso di scatto, gli occhi sgranati.
«Vampiri?» chiese sempre più agitata. Harry non ci fece caso, ma quel tono di voce non era solo preoccupato...
«Sì, vampiri. Siamo salvi grazie a... Grazie a—» il moro prese una pausa e sospirò, poi scosse la testa, riprendendo a parlare. «Siamo salvi grazie ad un'assassina. Draco ha iniziato ad urlare non appena questa creatura si è manifestata».
Gli occhi di Hannah ebbero un guizzo.
Sapeva cos'era successo, allora, e sapeva cosa fare.
«Ascolta, Harry, vai a casa. Qui ci penso io. Non c'è niente che puoi fare e sembri stravolto. Passa da Clarke e fatti dare un ricostituente», disse la ragazza poggiando una mano sulla spalla del moro.
Harry alzò lo sguardo stanco e provato verso la bionda medimaga.
«Si riprenderà?» chiese con un filo di voce, la stanchezza e la preoccupazione ad attanagliargli la gola.
La medimaga annuì con la testa e si voltò verso il ragazzo incosciente, pronunciò uno strano incantesimo in una lingua che il moro non conosceva ed una tenue luce candida si propagò su tutto il corpo del biondo, poi prese una boccetta azzurra dalla dispensa e la versò tra le labbra del ragazzo.
Passarono pochi istanti e Malfoy riprese colore.
Il battito decelerò fino a stabilizzarsi, la temperatura tornò normale e la pressione risalì a valori stabili, il corpo smise di tremare e gli occhi si ripresero ma si chiusero subito, troppo pesanti per restare aperti.
In pochi minuti, il biondo Auror aveva ripreso conoscenza e facoltà motorie ed aveva iniziato una lunga e riposante dormita.
Harry non credeva ai suoi occhi.
Si voltò verso la ragazza che gli fece un leggero sorriso.
«Come hai fatto?» chiese meravigliato.
Lei, senza voltarsi, rispose soltanto «Beh, sono una guaritrice», ma Harry non demorse. Voleva sapere cos'era accaduto all'amico.
«Sì, questo lo so, quello che voglio dire è... Cos'ha avuto? Cosa gli hai dato?»
Hannah non si voltò ancora. Sussultò un secondo, ma poi si riprese.
«Uno shock, Harry. I sintomi c'erano tutti: confusione mentale, tachicardia, pallore, tremore, ipotensione, anemia emolitica, un princi—» ma non fece in tempo a finire la frase che Harry la fermò.
«Uno shock?» chiese incredulo. La ragazza finalmente si voltò.
Il viso era un po' tirato, ed Harry se ne accorse.
«Sì, era uno shock. Credo che sia stato a causa della creatura. Hai presente quello che ti succedeva al terzo anno coi dissennatori?» chiese la ragazza e all'annuire di Harry riprese con «Beh, a lui credo sia successo con questa fantomatica creatura. La mente umana è qualcosa di altamente complicato. Può essere che abbia ricordato qualcosa del passato ed ha avuto una sorta di crisi. Chissà cos'è stato costretto a vedere in casa sua quando Voldemort vi aveva fatto la sua base», concluse pensierosa la medimaga, convincendo anche il giovane Auror.
Harry annuì. «In effetti, da quel poco che so, ha incontrato non proprio splendidi esseri in quel periodo» poi, prese una pausa  «Posso stare tranquillo, Hannah?» chiese infine.
La ragazza fece cenno positivo con la testa.
«Lo terrò qui stanotte, per prevenzione, ma ti assicuro che domattina sarà come nuovo. Gli basterà una dormita, quella che serve anche a te», gli rispose poi severa, spingendo il ragazzo fuori dallo studio. «Fila subito da Clarke, ingurgita il ricostituente e vai a dormire. Te lo ordino come tuo medico», concluse a braccia incrociate.
Harry rise e promise di seguire tutte le sue direttive, poi salutò la ragazza e si diresse verso la scrivania dell'infermiera Clarke, più tranquillo e rilassato per la sorte dell'amico, ma con ancora cupi pensieri rivolti a quello che era successo poco prima nel bosco.

Come sangue nelle veneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora