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Lavoravo duramente e lo stress iniziava a farsi sentire, da mesi preparavo la mia audizione per entrare a far parte di una delle compagnie di danza più famose al mondo: American Ballet Theathre.

<< La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento.
La danza è esprimere ciò che senti, esprimere le proprie emozioni, far danzare anche la propria anima e il proprio cuore.
Devi metterci tutta te stessa, devi lasciarti andare, Annie. >>

Mi ripeteva la mia maestra Cathrine, mentre riscaldavo i muscoli.
Era una donna alta e slanciata, dai capelli lisci e rossi.
I suoi movimenti incantavano chiunque la guardasse, amava il proprio lavoro e amava insegnare agli altri ciò che lei aveva imparato dopo anni di esperienza.
Ripeteva sempre ai suoi alunni che chiunque avesse in mente di intraprendere la carriera da ballerino avrebbe dovuto imparare a ricevere porte in faccia, a rialzarsi, a lottare e a non lasciarsi abbattere ma lavorare duramente e a crederci fino in fondo.
Ammiravo molto la sua determinazione, la sua tenecia.
Era una donna abbastanza dura, severa, che spronava i suoi alunni a fare sempre meglio, ma aveva anche un gran cuore e lo dimostrava ogni volta in cui qualcuno si trovava in difficoltà.

<< Tutto ciò a cui stai pensando, rimuovilo dalla tua mente, Annie.
Adesso devi concentrarti sulla coreografia.>>

Disse, mentre era davanti allo specchio della sala e provava dei passi.
Si voltò verso di me.

<< Iniziamo. >>

Si diresse verso lo stereo, inserì il cd mentre mi mettevo in posizione.
Mi facevo trasportare dalla musica, mi sentivo leggera, libera, era la sensazione più bella che avessi mai provato.
Cathrine era lì seduta che mi guardava, mi incitava a metterci più energia.
All'improvviso, però, sentivo la presenza di qualcuno, sentivo un altro sguardo su di me, non potevo voltarmi, ma era Josh, ne ero sicura.

<< Annie, che diamine fai? Adesso c'era il battement tendu e rond de jambe. Rifacciamola.>>

Avevo un dolore fortissimo alle gambe e ai piedi ma era un dolore sopportabile e poi ci avevo fatto l'abitudine.
Cathrine spense la musica, mi voltai guardando verso l'entrata, era proprio come pensavo:
Josh era appoggiato alla porta, aveva una maglia bianca e un paio di pantaloni neri con degli strappi sulle ginocchia.
Mi domandai cosa ci facesse lì.

<< Tu sei..?>>
La voce di Cathrine faceva eco all'interno della sala.

Josh mi fissò a lungo prima di rispondere.

<< Salve signora Smith, mi scuso per aver interrotto la lezione, ho soltanto accompagnato mia sorella Emily e mi sono fermato a guardare per qualche minuto.>>

Percepivo un certo disagio sentendolo parlare.
Il suono della sua voce mi tranquillizzava e avrei potuto ascoltarlo per ore senza mai stancarmi.
Conoscevo sua sorella, l'avevo vista qualche volta qui a lezione.

<< Non c'è nessun problema, ma adesso le chiedo gentilmente di attendere fuori la fine delle lezioni. >>

Josh fece un cenno con la testa, mi guardò un'ultima volta prima di uscire.
Cathrine accese di nuovo la musica, ma continuavo a sbagliare i passi della coreografia, il pensiero di Josh mi distraeva.
Era una di quelle bellezze rare, vere, pure.
Aveva dei lineamenti davvero meravigliosi, ma non era questo che mi incuriosiva di lui.
Con il tempo, avevo imparato a non fermarmi all'aspetto fisico ma andare oltre, a conoscere la natura delle persone, il loro essere.
Volevo conoscere ogni cosa di lui: cosa gli piaceva e cosa no, il suo passato, cosa amava fare, qualsiasi cosa anche se ero spaventata, le esperienze del passato mi avevano cambiato, non sapevo se in meglio o in peggio.

<< Annie, che ti prende? Sei assente, distratta.
Probabilmente per oggi possiamo terminare qui la nostra lezione ma la prossima volta, ti voglio carica, concentrata.
Ricorda il motivo per cui siamo qui. >>

Disse con aria infastidita.
Salutai Cathrine con espressione dispiaciuta, presi le mie cose e mi recai verso l'uscita.
La scuola era abbastanza grande, c'erano varie sale, il corridoio era lungo e al muro c'erano tantissime foto dei saggi di fine anno.
Vidi un gruppo di ragazzi provare una coreografia di hip hop, mi fermai a guardare.
Dopo un po' mi voltai guardando l'uscita, pensavo fosse andato via e invece era ancora lì...





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