0.8

47 8 1
                                    

<<Certo.>>
Risposi con aria entusiasta.

L'idea mi piaceva, sentire il vento che mi accarezzava il viso e i capelli.
Josh mi prese la mano, ogni volta che lo faceva, il cuore batteva talmente forte che pensavo potesse uscirmi fuori dal petto.
Ero talmente felice che faticavo a crederci, perchè avevo sempre pagato un prezzo salato per un po' di felicità, finivo sempre col credere di aver sbagliato ogni cosa, di aver permesso a qualcuno di entrare nella mia vita così e lasciarmi andare per poi restarci con il cuore infranto.
Mi aspettavo sempre me stessa dagli altri, mi aspettavo che gli altri facessero per me ciò che io ero disposta a fare per loro.
Perchè io, quando amavo, ero capace di spaccarmi in due per quella persona.
Amare però, non significa annullarsi, non ero neanche davvero sicura di sapere cosa fosse; nella mia vita avevo incontrato persone che non avevano la mia stessa voglia di conoscere l'amore, di conoscersi, viversi.
Ma non so perchè, quando ero accanto a lui, non mi sentivo più inadeguata o fuori posto, era lui il luogo in cui avevo voglia di vivere, la mia casa.
Con lui, mi sentivo nel posto giusto, mi sentivo per una volta abbastanza.
Era bello, oh sì se lo era, affascinante, viso dolce e allo stesso tempo tremendamente attraente.
Aveva un harley davidson di colore nero con il sedile beige, bei gusti aveva, mi piaceva così tanto.

<< Pronta? Puoi stringerti a me, se vuoi.>>

Disse, si voltò guardandomi, prima negli occhi e poi le labbra. Mi sorrise.

<<Prontissima, quando vuoi.>>

Accese il motore, accelerò prima di partire.
Non sapevo se stringere le mie mani intorno alla sua vita oppure no, le appoggiai sulle mie gambe.
Attraversammo le strade di New York che già di prima mattina erano davvero trafficate.
Ci fermammo al semaforo, Josh non disse nulla, appoggiò soltanto la sua mano sulla mia, mi scappò un sorriso, non potevo farne a meno. La strinse mentre accarezzava le mie dita.
Avevo quella spensieratezza e leggerezza che da tempo non sentivo, stavo bene.
Guardavo le strade, tutto scorreva così velocemente davanti ai nostri occhi, anche quei minuti insieme e per un secondo avevo pensato di non andare a lavoro, restare con lui, ma non potevo.
Frenò improvvisamente e d'instinto mi strinsi a lui, una leggera risata scappò dalla sua bocca.

<<Perchè ridi? Lo hai fatto apposta?>>

Si voltò.

<< Mhh, forse. >>

Rise di nuovo, mise una mano fra i capelli e sorrise mentre abbassò lo sguardo.
In quel momento avrei soltanto voluto sfiorargli le labbra, sentire il suo sapore, ma non lo feci.
Arrivammo al bar e avrei voluto che il tempo si fermasse, quei minuti erano bastati a cambiare il mio umore, la mia giornata.
Scesi dalla moto, fece lo stesso anche lui.

<< Eccoci. Vorrei che tu restassi ancora un po' ma non voglio che il tuo datore di lavoro si arrabbi con te per colpa mia.>>

Eravamo molto vicini.

<<Purtroppo il dovere mi chiama e devo andare.
Grazie davvero per avermi accompagnato, è una cosa che ho apprezzato molto, sei stato carino e gentile.>>

<< È una cosa che ho fatto con piacere, davvero, quindi non devi ringraziarmi di nulla. Spero in altre occasioni. >>

Si avvicinò e mi sfiorò la mano prima di darmi un bacio, le sue labbra che si appoggiarono delicatamente sulle mie.
Era come se tutto ciò che ci circondava fosse improvvisamente sparito e fossimo rimasti soltanto noi, lì fermi.
Appoggiò la sua fronte sulla mia mentre con la mano mi accarezzava il viso, con delicatezza.
Amavo il suo tocco, amavo il modo in cui mi sorrideva e il modo in cui mi trattava.

Splendori, come promesso ho postato il capitolo, spero vi piaccia.
Cercherò di postare più spesso, promesso.
Baci.



















Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 27, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

WAIT YOUR TIME. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora