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Il mattino seguente
I filtri della luce del sole entravano attraverso le finestre della mia camera.
Erano le 7:00 del mattino e la sveglia continuava a suonare, mi rigirai nel letto e con una mano la spensi, avevo davvero molto sonno e con questo freddo, mi sarebbe piaciuto restare a letto tutto il giorno, ma non potevo assolutamente permettermelo.
Rimasi ancora cinque minuti, prima di alzarmi e scendere giù per preparare la colazione, cosa che probabilmente stava già facendo Meredith visto che il suo letto era vuoto.
Scendendo le scale, sentii un buonissimo odore provenire dalla cucina; Meredith stava sicuramente preparando i muffin, gli venivano piuttosto bene, se la cavava in cucina, a differenza mia, ero davvero un disastro.

<< Ma che buon odore! Buongiorno.>>

Le rivolsi un gran sorriso, mentre mi avvicinavo al tavolo.
Ero di buon umore, cosa alquanto rara, soprattutto di prima mattina.

<< Qualcuno stamattina ha un gran sorriso stampato sul volto e mi piacerebbe saperne il motivo.>>

Non avevo intenzione di raccontarle nulla, anche se lei mi incitava a farlo ma continuavo a cambiare discorso e a spostarmi su di lei o su altre cose.

<< Meredith, potresti smetterla e magari farmi assaggiare uno di questi muffin? Sembrano deliziosi.
E poi, non ho tempo per questo, devo prepararmi e andare a lavoro.>>

Mi alzai e iniziai ad aiutarla, pulire il tavolo della cucina e a lavare le cose che le erano servite per prepararli.
Mi guardava mentre prese un guanto e aprì il forno.
I muffin nascondevano un goloso ripieno al cioccolato; dovevo mantenermi in forma ma ogni tanto ci stava uno strappo alle regole.

<< Ieri eri con Josh? >>

Aveva i capelli raccolti, con due ciocche che le cadevano ai lati del viso; mi guardava come se sapesse già la risposta.

<< C-come scusa? Josh? >>

Abbassai lo sguardo, continuando la colazione.

<< Ho trovato la sua felpa tra le cose da mettere in lavatrice. >>

Avrei dovuto parlargliene, prima o poi, anche perchè lo aveva scoperto e perchè lo avrebbe sicuramente saputo, se non da me, da lui, visto che erano abbastanza amici.

<<Adesso devo proprio andare a prepararmi, ma ti prometto che appena posso ti racconto tutto.>>

Le rivolsi un sorriso, mi avvicinai e le diedi un bacio sulla guancia prima di salire di sopra.

<< Sei sempre la solita. Guarda che se non mi racconterai tutto, ti darò il tormento. >>

Mi puntò un dito contro.

Oh sì, so che l'avrebbe fatto, vivevamo nella stessa casa da due anni e potevo dire di conoscerla piuttosto bene.
Mi dava sempre il tormento quando le nascondevo qualcosa, amava stuzzicarmi e anche prendermi in giro, ogni tanto.
Lei e Harry erano le due persone a cui ero davvero legata, erano la mia seconda famiglia, avevo davvero bisogno del loro supporto e dei loro consigli.
E poi c'era Josh, inaspettato come un uragano, aveva travolto la mia vita, il mio presente, le mie giornate.
Il pensiero di lui mi rendeva felice, ma in un certo senso, è come se volessi reprimere questa felicità che mi riempiva il cuore, che mi invadeva, per paura, paura di rivivere qualcosa che ancora mi apparteneva e mi faceva male, ma nonostante tutto volevo vivere ogni emozione, ogni singolo momento. Nonostante tutto, avevo ancora voglia di amare.
So che stavo correndo un rischio, ma non mi andava di vivere di rimpianti o di "chissà come sarebbe stato", lo avevo già fatto in passato.

Invasa dai miei soliti pensieri, salii le scale e andai nella mia camera, aprii l'armadio in cerca di qualcosa di decente da indossare:
Felpa nera, un paio di jeans e le mie solite converse.
A lavoro preferivo andare comoda, anche se sono una persona molto semplice, anche nel modo di vestire e raramente indossavo qualcosa di particolare, soltanto in occasioni importanti.
Andai in bagno, e dopo aver finito di prepararmi, presi il cappotto e la borsa e scesi giù.
Salutai velocemente Meredith prima di uscire.
Stavo prendendo le chiavi per aprire il cancello quando mi accorsi che c'era Josh dall'altro lato della strada, passeggiava avanti e indietro in attesa di qualcuno.
Gli andai incontro.

<< Ma guarda un po' chi c'è. >>
Dissi sorridendo.

<< Finalmente, ti stavo aspettando. >>
Si avvicinò.

<< Aspettando me per cosa? >>
Lo guardai con aria sorpresa.

<< Avevo pensato di passare di qui per accompagnarti a lavoro, se ti va. >>

Una cosa inaspettata.
Amavo le piccole cose, quelle improvvisate, quelle che non ti aspetti, quelle che fanno sì che la giornata inizi nel modo giusto.
I piccoli gesti sembrano nulla ma in realtà sono quelli più significativi, preziosi e racchiudono la vera felicità.
















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