Nove, 2003

1.7K 102 3
                                    

Era una domenica di temporale e stava piovendo da più di un'ora nel paesino vicino Carrara dove viveva Alessia. La bambina era con Serena, la sua migliore amica. Erano cresciute assieme anche grazie all'amicizia dei genitori ed erano inseparabili.
Le due stavano giocando in cortile con il cane della famiglia di Alessia, quando aveva iniziato a diluviare. Dopo di che, le bambine erano corse in casa e, dopo aver fatto merenda e aver giocato con le Barbie fino alla noia, avevano deciso di mettersi a disegnare.
Recuperati alcuni fogli bianchi, delle matite e dei pennarelli, Alessia e Serena si erano sedute davanti al tavolo della cucina, esattamente di fianco alla finestra da cui potevano vedere le gocce d'acqua incessanti abbattersi su qualunque cosa che potevano scorgere al di fuori di essa.
Alessia era completamente senza fantasia. Disegnare non le dispiaceva, anche se non era una di quelle attività a cui avrebbe dedicato tutta la propria giornata. Ad un tratto, le venne un'idea, riscavando negli ultimi e più ricorrenti pensieri della sua mente.
Prese una matita dall'astuccio di scuola e la temperò un pochino, per farle un po' la punta in modo che il disegno venisse meglio. Tolse anche il righello dall'elastico che lo teneva fermo e lo posizionò sul foglio bianco con la punta della matita accanto nell'altra mano.
Disegnò sull'intero foglio un campo da calcio visto dall'alto, precisissimo e con tutte le linee. Poi, disegnò due omini davanti ad ognuna delle due porte. Uno aveva i capelli lunghi e l'altro corti, poi colorò i loro vestiti di due tonalità differenti per differenziarli: il primo di rosa, che rappresentava lei; l'altro, Federico, era vestito di blu.
Finì di colorare i due omini e poi prese il verde, per dedicarsi al colorare l'intero campo, stando ben attenta e lasciare dello spazio alle righe bianche. L'operazione le richiese più tempo che per tutto il resto del disegno. Quando ebbe terminato, alzò la testa e si rimise dritta sulla sedia, ammirando soddisfatta la sua opera.
Anche Serena, vedendo il movimento dell'amica, fece la stessa cosa e inclinò un po' la testa per vedere ciò che Alessia aveva fatto.

- Perché hai disegnato due calciatori? - chiese allora, con ingenuo tono da bambina.

- Siamo io e Fede. - precisò l'altra. - Perché mi piace giocare a calcio con lui. - rispose poi alla sua domanda.

Serena non capiva questa sua passione, per cui non diede corda al suo discorso, annuendo semplicemente e tornando ai suoi colorati fiori dai tanti petali.
Alessia ci rimase un po' male, ma capì di non potersi aspettare granché da lei, per quanto fossero unite e si ritrovassero su altri punti.

(Un)forgettable - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora