Tredici, 2003

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Era estate e, per la gioia di Alessia, Federico aveva interrotto gli allenamenti e loro due erano tornati a giocare insieme a calcio. La passione non lo abbandonava mai e nemmeno la voglia di imparare spariva dalla testa di lei.
Il giorno prima, lui le aveva lasciato portare a casa il pallone, in modo che lo tenesse lei per quando dovevano giocare, e affinché potesse esercitarsi anche da sola nel cortile di casa sua, e così aveva fatto.
Mancava qualche minuto all'orario che i due bambini avevano fissato per il loro appuntamento e Alessia si mise le scarpe mentre annunciava ai propri genitori che "andava sulla stradina a giocare con Fede".
Recuperò il pallone appoggiato a lato del percorso di ghiaia che conduceva alla porta della sua bella casa attraversando il giardino, poi si diresse verso un lato di esso e scavalcò la staccionata per fare prima e non dover fare il giro attraverso il cancello. Mancavano circa cinquanta metri al loro muretto e la ragazza li percorse dando piccole spinte alla palla con i piedi senza che le sfuggisse troppo, per quanto possibile. Federico le diceva sempre che mantenere al minimo la distanza tra i propri piedi e il pallone per poterlo controllare meglio era essenziale.
Tenne la testa bassa fino a quando non scorse il luogo che conosceva bene con la coda dell'occhio. Si fermò e alzò lo sguardo, scorgendo Federico un paio di metri più in là che la osservava.

- Ti impegni eh... - commentò lui con il sorriso.

Alessia si grattò la nuca e tirò un calcio al pallone con l'interno del piede destro, realizzando un breve passaggio che arrivò dritto nel piedi dell'altro bambino. - Voglio diventare brava come te! - esclamò lei.

Il sorriso di Federico si ampliò. - Sono sicuro che ce la farai. - ribattè lui, incoraggiandola.

Dopo di che, i due iniziarono a palleggiare e Alessia cercò di dimostrargli quanto in quei mesi in cui avevano giocato poco assieme fosse migliorata anche solo di un po', e che ci tenesse davvero. Ogni tanto gli porse anche qualche vaga domanda su quando avrebbe ricominciato ad allenarsi e sulla sua squadra in generale, ma non voleva sembrare troppo oppressiva nel chiedergli informazioni precise ogni volta, però voleva davvero essere a conoscenza prima dei periodi in cui non si sarebbero più visti, per prepararsi mentalmente.
Federico rispose forse con un po' troppa insicurezza, come se sotto ci fosse qualcosa che non voleva dirle, di quelle cose di cui non sei sicuro ma vuoi comunque nascondere.

(Un)forgettable - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora