Undici, 2003

1.6K 86 3
                                    

Era ormai parecchio tempo che Alessia aveva stanato dalla propria mente la precedente abitudine al gioco con Federico. Aveva ripreso a passare le giornate alla vecchia maniera: incontro al parco con le altre bambine dopo i compiti. Ma, nonostante fosse quasi un mese che lei e Federico non tiravano un calcio al pallone insieme, non aveva ancora perso l'abitudine di affacciarsi dalla finestra della sua cameretta per controllare se per caso Federico si trovasse nei paraggi, con la repressa speranza di ritrovarlo davanti a quel muretto come ogni giorno a fare passaggi contro il muro e palleggi. Ogni volta, rimaneva naturalmente delusa, e allora si avviava fuori di casa leggermente malinconica.
Così aveva fatto anche quel giorno e in quel momento si trova a seduta su una panchina del parco giochi. Guardava tutti gli altri bambini fare su e giù dagli scivoli e riusciva solo a pensare a quanta voglia le mancasse di unirsi a loro nonostante avesse passato tutti i giorni della sua infanzia in mezzo a quei giochi di legno. Alessia riconosceva che ormai per lei divertirsi era un'altra cosa, un'altra attività, un altro tutto. Si alzò e si mise a raccogliere i fiori nel prato, perché si annoiava e di certo a casa non poteva andare, poiché i suoi genitori le avrebbero chiesto come mai non rimaneva al parco con gli altri bambini e altre mille domande su degli ipotizzabili litigi.

- Ciao! - sentì ad un certo punto.

Alessia alzò la testa e si ritrovò davanti Federico, con la tuta e il borsone con il nome della sua squadra stampato sopra che, però, non si soffermò a leggere per non risultare invadente. - Ciao! - ricambiò la bambina, tenendo i fiori in un mazzetto all'interno della mano destra. - Stai diventando più forte? - gli chiese con gli occhi felici. Anche se lei era un po' triste di non passare più del tempo con lui, sarebbe stata contenta se lui stesse facendo passi avanti verso il suo sogno più grande.

- Non posso dirlo io, ma sono contento. - sorrise il bambino.

Alessia fece lo stesso, sinceramente rincuorata dalla felicità di lui. Si ripromise di superarne la mancanza, perché se un giorno avesse visto Federico calcare un campo di calcio di Serie A sarebbe stata una grande vittoria. Se lo meritava per ogni sacrificio e per ogni istante che dedicava completamente al calcio.

- Ora devo andare. - disse poi.

La bambina annuì, poi si salutarono. Federico raggiunse sua madre che lo aspettava in macchina e Alessia seguì l'auto con lo sguardo, augurandogli mentalmente l'in bocca al lupo più sincero.

(Un)forgettable - Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora