"È solo un incubo?"

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«Dove mi trovo?» chiesi agitata alla figura sfocata che vedevo davanti a me.
«Non importa dove ti trovi.» rispose la voce maschile con tono fermo. «Sei al sicuro ora.»
«Che succede? Chi sono io?»
Continuai a pensare e a pensare, ma non riuscii a trovare una risposta a tutte le mie domande. Era frustrante come tutto potesse sembrare falso, innaturale in quel momento.
Mi guardai intorno. Mi avvolgeva il nulla più totale. Mi sentivo in trappola, nonostante non sapessi bene dove fossi. Scorsi una luce fioca, dietro la figura scura, e per poco non mi accecò. Probabilmente mi trovavo in questo posto da tanto ed ero così abituata al nero che l'effetto di quel piccolo puntino bianco, mi fece venire i brividi.
Così scrutai questo enorme, a parer mio, abisso scuro per cercare altro, ma l'unica cosa che riuscii ad intravedere era buio, e l'ombra davanti a me ovviamente. Ad un tratto smisi di pensare a cosa stesse succedendo e mi concentrai sulla persona che avevo davanti.
Nonostante non avessi la minima idea di chi si potesse trattare, quando sentii la sua voce, nell'unica volta in cui mi rispose, mi sentii strana. La sua voce calma fu tremendamente rassicurante per me, e questo mi spaventava molto, perché anche se non ricordavo nulla della mia vita, qualcosa mi disse che io non ero solita fidarmi delle persone.
Il mio unico istinto era quello di scappare, ma non appena cercai di muovermi, mi accorsi che qualcosa di freddo mi avvolgeva i polsi e le caviglie e mi tirava dalla parte opposta a quella in cui cercavo di andare. Perciò cercai di capire di cosa potesse trattarsi, ma non feci in tempo perché dopo qualche minuto che mi parve interminabile, quell'uomo, rispose nuovamente alle mie domande. Non fu una risposta soddisfacente però. Mi lascio con una specie di amaro in bocca e nemmeno io mi seppi spiegare il perché.
«Ripeti dopo di me: 'Mi chiamo Kyara, ho sedici anni. In questo momento mi trovo in un posto sicuro per me. Vivo con la mia famiglia in una piccola casa in periferia. Ho delle capacità che mi rendono speciale, diversa dagli altri. Sono pericolosa per la società.'»
Iniziai a ripetere quelle parole che mai mi sembrarono più false.
«Mi chiamo Kyara.» Non ricordavo nulla di me, della mia vita.
«Ho sedici anni.» Mentre dicevo quello che l'uomo mi ordinò di ripetere, una vocina all'interno della mia testa, mi diceva di non credere a nulla.
«In questo momento mi trovo in un posto..» mi bloccai di colpo.
Un suono secco uscì dalla mia gola e in quel momento, qualcosa di pazzoide, forse, balenó nella mia mente e lo dissi, senza pensarci due volte.
«No.»
Sapevo che questa non era una buona idea, ma sentii il bisogno di ripeterlo più forte.
«No!» ripetei urlando.

L'avevo detto che non era una buona idea..

La maledizione del ghiaccio perenne Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora